Solaris 1972 Vs Solaris 2002

RIFLESSI E RIFLESSIONI, SCIENZA E COSCIENZA

 
Sul pianeta Solaris avvengono strani fenomeni parapsicologici. Per questo uno psicologo si reca in ricognizione sulla stazione orbitale, abitata da due scienziati turbati da strane visioni e dal suicidio di un loro collega. L’uomo verrà colto dalle stesse allucinazioni, scoprendo di provare un grandissimo senso di colpa latente per il suicidio di sua moglie avvenuto qualche anno prima.
 
Tratto dal romanzo di Stanislaw Lem, è un caposaldo del genere fantascientifico, e del cinema in generale, film concettualmente molto potente, capace di trasmettere una forza comunicativa e un senso di angoscia e inquietudine senza far ricorso a grossolani effetti speciali, ma veicolando tali sensazioni per mezzo di una significativa colonna sonora (spesso interrotta da lunghi e funzionali silenzi) e da un impianto allegorico e riflessivo di base che non ha limiti di età: il confine etico tra scienza e natura (“La conoscenza è unica solo quando è sostenuta dalla morale”, “E' l'uomo a rendere immortale la scienza”), la lotta dell'uomo alla conoscenza e ai limiti di tale scienza, nonché l’impossibilità dell’essere umano di dominare la scienza e di essere in grado di scrutare il mondo, se prima non impara a scrutare se stesso (“Perché andiamo a frugare l'universo quando non conosciamo niente di noi stessi?”, “Non abbiamo bisogno di un altro mondo, abbiamo bisogno di uno specchio. L'uomo ha bisogno solo dell'uomo”).
 
Tra ossessioni, allucinazioni e visioni, veniamo trascinati ed estremamente coinvolti nell'esperienza del protagonista a bordo della nave spaziale sulla quale si gioca questa eterna, ambigua e irrisolvibile lotta. Un'esperienza unica per gli amanti dell'arte cinematografica in grado di trasmettere concetti interessanti, importanti e suggestivi come quelli trasmessi da questo capolavoro. Il cinema di Tarkovskij, ancora una volta, si dimostra un cinema significativo, teorico, profondo, estremamente coinvolgente, capace di intrappolare lo spettatore in una fitta rete di importanti ed  interessanti considerazioni.
 
Altro grande tema di fondo della pellicola è la difficile distinzione tra ciò che è reale e ciò che non lo è (“E tu? Tu sei reale?", dirà la moglie del protagonista, in realtà essere inconsistente, frutto delle qualità creatrici e allucinatorie del pianeta Solaris). Persino l'alternanza dell'utilizzo del bianco e nero e del colore nella fotografia ci confonde sulla possibilità di distinguere nettamente tra reale e irreale.
 
Solaris è un luogo fisico (il pianeta esplorato dai protagonisti), ma è anche, e soprattutto, un luogo metaforico, un posto che rappresenta la nostra più profonda interiorità, il contatto con il nostro io più intimo, l'incontro straordinario e inusuale con ciò che solitamente dorme sepolto e nascosto dentro di noi. Un incontro a tratti illuminante, ma sicuramente molto pericoloso, perché entrare in contatto con una realtà (ma cos'è poi la realtà?) tenuta inconsciamente seppellita, non è sicuramente cosa semplice. Anche se il regista per bocca di uno degli scienziati fa dire: "Come tutte le cose di genio è semplice", riferendosi alla natura delle visioni che turbano i protagonisti, la grandissima portata artistica di quest’opera filmica è data indubbiamente anche dalla sua tortuosità e dalla sua affascinante complessità, caratteristiche che rendono la pellicola senza ombra di dubbio un prodotto geniale.
 
Alla fine della visione, già sconvolti per tutto ciò che si è visto e recepito, è possibile fermarsi a riflettere sulla violenta potenza della coscienza umana e di come questa si esplichi e prenda forma quando viene esplorata e sottoposta a profonda indagine, indagine che però non può ancora giungere a risultati definitivi.
Anche in condizione di solitudine non siamo mai realmente soli: le persone, le situazioni e gli eventi della nostra vita, sono indelebilmente e, volontariamente o non, impressi nella nostra coscienza. Scienza e coscienza, dunque, si incontrano e scontrano in un vortice di riflessi e riflessioni.
 
Grazie ad un insieme di dialoghi che contengono sottotesto allusivo, allegorico e insinuante, riusciamo a coinvolgerci nello stesso esame intrapreso dal protagonista e a fare una disamina dei concetti esposti dal film: "Quel che non è indispensabile alla nostra vita le nuoce?", e dunque, aggiungeremmo, la scienza e lo smodato desiderio di conoscenza, sono o non sono indispensabile alla nostra vita?
 

POCHI RIFLESSI, POCHE RIFLESSIONI. POCA SCIENZA, POCA COSCIENZ

Diciamolo subito: era impossibile riuscire a pareggiare la grandezza dell’originale, figuriamoci a surclassarla. Dunque è proprio l’impresa alla base che era assolutamente ardua e se vogliamo anche ambiziosa. Ovviamente, inutile quasi ribadirlo, “Solaris” di Soderbergh non riesce in minima parte a non far rimpiangere quello di Tarkovskij. Le differenze in realtà sono moltissime, addirittura a bordo della stazione orbitale lo scienziato Sartorius viene sostituito da una donna, Gordon, interpretata da Viola Davis; e a far visita agli abitanti, arriva un secondo “ospite”, oltre alla moglie del protagonista.
Ma ciò che cambia vistosamente è tutto l’impianto teorico e concettuale che sta alla base di questa storia solo apparentemente fantascientifica, ma in realtà molto filosofica. Laddove avevamo infinite possibilità di riflettere su temi quali uomo/scienza o per meglio dire scienza/coscienza, qui abbiamo solo un insistito focus sulla storia d’amore tra il protagonista (ottimamente interpretato da George Clooney, il migliore del cast) e la moglie defunta, e sul grande senso di colpa che colpisce il primo, manifestandosi a bordo della stazione sottoforma della donna con apparenze umane, ma con sostanza di tutt’altro genere.
Come film su una grande storia d’amore e sull’interiorità di un singolo, allora, “Solaris” può anche funzionare (accompagnato da un’adeguata atmosfera e da un intimismo confacente al tipo di racconto), ma come film di genere che nasconde anche considerazioni di grande portata, ci troviamo di fronte ad un fiasco. A differenza dell’originale, poi, c’è di mezzo una gravidanza mancata e, soprattutto, una sfiancante riproposizione in flashback di tutti i momenti più felici e meno felici della coppia separata dall’abbandono di uno e dal suicidio dell’altra.
Insomma, laddove avevamo un film molto più fantascientifico e metafisico, qui ci troviamo di fronte ad un dramma sentimentale ed esistenziale che potrebbe funzionare se solo non fosse inevitabilmente costretto a cedere sotto il peso e l’ingerenza del modello di riferimento. La situazione personale indagata da Soderbergh, insomma, è inficiata dall’impossibilità di caricarsi della metafore e delle profonde allegorie sul genere umano, sull’uomo e la sua capacità di scrutare e scrutarsi, sui confini etici della scienza, rimanendo in superficie e risultando solo una semplice, volendo anche coinvolgente, storia.
Per riassumere si potrebbe proprio dire che il “Solaris” del 2002, arrivato dopo trent’anni dall’originale, è una sorta di riflesso sbiadito del grande film di Tarkovskij, un riflesso senza riflessioni, con poca fantascienza, poca coscienza e scarsissimo spirito comunicativo.

Pubblicato su www.supergacinema.it

21 commenti su “Solaris 1972 Vs Solaris 2002

  1. Questo paragone non ha molto senso, a parte il titolo e qualche dettaglio della trama hanno davvero troppo poco in comune.
    Come giochetto intellettuale lo posso anche capire, ma è davvero qualcosa di facile facile confrontare due opere che scelgono di avere ambizioni diametralmente opposte.
    Il film di Soderbergh dovrebbe essere giudicato in maniera del tutto indipendente da quello di Takovsky perchè solo una visione senza pregiudizi può permetterne una valutazione un più equilibrata. 

  2. Non avrebbe avuto molto senso se solo il film di Soderbergh non si fosse intitolato "Solaris" e non si fosse chiaramente ispirato al romanzo e al film di Tarkovskij. Detto questo l'ho anche scritto che se ci si distacca dal confronto con l'originale può anche essere visto come un film anche alquanto emozionante e coinvolgente. Ma dato che ha lo statuto del remake, è anche alquanto inevitabile fare qualche confronto.

  3. ma che vuol dire giochetto intellettuale?Soderbergh mica ha diretto un film di fantascienza qualsiasi,ha diretto il remake del film sovietico.L'hanno  ribadito regista e attore produttore.
    Quindi giusto anche metterli a confronto,come qualsiasi remake

  4. Ne ho parlato un mese fa del Solaris del 72………
    obiettivamente non male ma l'interpretazione degli attori mi lascia alquanto perplesso…
    in ogni caso il film più palloso che abbia mai visto e che ho visto due volte nell'arco di una settimana per capire se è un bel film o è un pò sopravvaluttato….
    sto dalla parte dello scrittore del libro che era rimasto deluso dal film….
    Buona serata!

  5. Ale55andra, hai già detto praticamente tutto nella tua recensione. Quindi posso solo aggiungere che questo è uno dei miei film preferiti e che non capisco chi trova noioso Tarkovskij (mi è sembrato molto più noioso quello di Soderbergh tanto per intenderci). Capisco che Tarkovskij richieda attenzione e almeno un caffé prima di incominciare però da qui a dire che Solaris è un film palloso… Fra l'altro non so se parlate della versione integrale o di quella dissacrata da de Laurentis che ha circa un'ora in meno. Se non avete visto il director's cut lo consiglio vivamente.

    Sonny

  6. in edicola ho venduto il director's cut.Un film magnifico,che presume una considerazione:è lo spettatore ad essere inadatto per alcune pellicole e non viceversa-io per esempio ho grossi limiti con la poetica di jodorowski,mi vedo bene però di dire che La Montagna Sacra è sopravvalutata.

    Solaris è un capolavoro assoluto della storia del cinema mondiale,va detto però -almeno per me- il regista si è superato con Stalker

    Concordo il remake lo trovo più noioso perchè a mio avviso meno suggestivo.
    Poi come diceva clint-e lui non sbaglia mai-le opinioni sono come le palle:ognuno ha le sue

  7. @ sonny e tutti quanti……
    io ho visto la versione integrale ovvero quella con i primi 40 minuti tutti in russo con i sottotitoli in italiano…..il film per i miei gusti è palloso, però nel mio blog ho anche elencato (penultimo post) i pregi di questo film….
    tuttavia va detto che gli attori sono monocorde e salvo solo la moglie del protagonista…..quindi è per questo che dico che il film è palloso…..
    quante persone al mondo sono riuscite a vedere di fila tutto il film?
    Perchè se lo si vede diviso in due o tre parti non vale più……:)
    un pregio del film sicuramente sono la foto e le musiche di stampo cosmico insieme a quelle di Bach…….
    Clint ha ragione in riferimento alle opinioni, ma per fare un esempio:
    a qualcuno può non piacere Jimi Hendrix ma è stato un punto di rottura con il passato, quindi bisogna cercare di essere obiettivi…..almeno bisogna provarci…….
    comunque Stalker lo voglio vedere…..ci voglio provare…..
    Buon weekend a tutti!

  8. Forse è meglio che mi spieghi meglio.
    Tecnicamente il film di Soderbergh non è un remake di quello di Tarkovsky ma sono due adattamenti dello stesso libro di Stanislaw Lem.
    Questo è chiaro dalle sceneggiature così diverse sia nella costruzione del racconto sia nel suo significato. E Soderbergh questo fatto lo ha confermato più volte, in quanto un remake consiste proprio nello scrivere una sceneggiatura basandosi su un'altra sceneggiatura, pratica diffusissima in America. ma non è questo il caso.
    Detto questo, nessuno dei due ha rappresentato in maniera fedele il romanzo originale, ognuno dei due ne ha preso spunto per creare qualcosa di diverso.
    Nel capolavoro russo c'è quasi più Tarkovsky che Lem, almeno nelle cose che più ci entusiasmano.
    Ed entrambi i film si discostano talmente tanto dalla fonte letteraria che lo stesso Lem in tempi diversi li ha accusati di tradire lo spirito del suo libro!
    La versione russa per lo scrittore polacco non era Solaris ma Delitto e Castigo ("he didn't make Solaris at all, he made Crime and Punishment") metre la versione americana la definì in maniera molto più prosaica Amore nello Spazio Profondo ("This is why the book was entitled "Solaris" and not Love in Outer Space").
    Questo rafforza ulteriorermente l'idea che i due film siano davvero due libere interpretazioni di una stessa fonte.
    Talmente libere da essere difficilmente comparabili in maniera veramente costruttiva.

    Questo non vuol dire che il tuo articolo Ale sia da buttare, anzi, ma che dovrebbe essere rivisto alla luce di certe circostanze oggettive, a mio avviso, imprescindibili.

  9. viga, io li ho messi a confronto proprio perchè hanno lo stesso titolo, si rifanno allo stesso romanzo, hanno la stessa ambientazione (perlomeno è simile) e alcuni personaggi e passaggi narrativi in comune.

    pavelo, la noia è una sensazione assolutamente individuale e incontestabile. Io l'ho trovato davvero avvincente e stimolante dal punto di vista intellettuale. Questo ha fatto sì che non mi annoiassi nemmeno per un secondo.

    Sonny, come dicevo prima, la noia è assolutamente individuale come sensazione. Cioè se uno si annoia non gli si può dire niente, e così al contrario.

    viga, bella la citazione, ahah!

    pavelo, io l'ho visto tutto di fila eh? E non mi sono annoiata affatto…

    Cine, ripeto, ho già scritto i motivi per i quali mi era sembrato giusto mettere a confronto questi due film, pur sottolineando che al di là del confronto con l'originale il film di Soderbergh può anche essere apprezzato per certi aspetti.

  10. @ Ale55andra
    bè complimenti!
    però onestamente gli attori come li hai trovati?
    io li ho trovati decenti nella seconda parte, a tratti pessimi nella prima……
    e poi il libro l'hai letto?
    io no ovviamente, non sono un grande appassionato di libri……
    giusto per fare un confronto con il film…..
    Ciao!

  11. Purtroppo il libro non l'ho letto, anche se mi piacerebbe molto farlo ora che ho visto il film. Per quanto riguarda gli attori, al di là del fatto che il film mi ha talmente coinvolta per altri motivi e dunque non ho prestato chissà quale attenzione alla loro interpretazione, tutto sommato comunque li ho trovati adeguati e per nulla "fastidiosi".

  12. @ale55, @pavel

    Mi sembra dal livello della discussione in questo blog che non abbiamo bisogno di ripetere tutte le volte che esprimiamo opinioni personali. Comunque se sono stato un po' troppo perentorio nella mia opinione mi scuso. Per esprimermi meglio, la noia è sicuramente qualcosa con cui bisogna combattere quando si guarda Tarkovskij perché non siamo certamente (più) abituati o educati a quel tipo di cinema. Tutte le strategie per apprezzare il film sono benvenute comunque, anche spezzarlo in più parti. Pavel, non sono d'accordo però sulla piattezza della recitazione (non memorabile comunque), anche se è vero che il dominio delle immagini su tutto il resto nei film di Tarkovskij può dare questa impressione.

    sonny

  13. …ho visto entrambi i film e mi sono piaciuti !
    Con Solaris '72 sapevo a cosa andavo incontro, 165 minuti di Tarkovskij cui i primi 40' in russo sottotitolato. A mio avviso un capolavoro assoluto !!!
    Splendida l'interpretazione della Bondarcuk, memorabile la scena dove distrugge una porta che lo separa dal marito.

    Solaris 2002 è tutt'altro film, tratto dal romanzo di Lem. In complesso non male. A esser sinceri ho visto di molto peggio, ad esempio "Il pianeta delle scimmie" di Burton…

    Forse non siamo più abituati a "gustare" un film, credo in molti non si azzarderebbero neppure a vedere un film muto come Metropolis del '27.
    Oggigiorno sono i film verbosi alla Tarantino a farla da padrona.

    Io non sono riuscito a vedere tutto "Il cacciatore", più di un'ora per la festa d'addio mi è parsa davvero troppa e ho spento. Ma questa è una sensazione mia personale, il film è certamente un capolavoro e la lunghezza di questa scena è certamente voluta dal regista per dividere il prima e il dopo. Il film non si discute !

  14. @ sonny, edio , Ale55andra e tutti quanti
    siamo in un blog…è naturale scambiare i propri punti di vista……
    edio ha anticipato quello che volevo dire: per esempio a lui non piace "Il Cacciatore" che a me piace…..
    per esempio io adoro "C'era una volta in America" però per qualcuno potrebbe essere noioso……
    ecco per esempio anche Tarantino può risultare noioso in alcuni suoi dialoghi, soprattutto in GrindHouse……
    sicuramente lo stile di Tarkoski non mi si addice anche se in ogni caso Stalker lo voglio vedere (poi un mio amico cinefilo mi ha consigliato pure Lo specchio, non so voi cosa ne pensate di questo film, se vi piace oppure no)…
    per quanto riguarda l'interpretazione in Solaris faccio un esempio: c'è una scena in cui l'amico dice di chiudere la porta e il protagonista risponde: "Ma quale porta? qua non c'è nessuna porta."…..Ecco qui se ci fosse un pelino in più di pathos non mi annoierei……adesso non so se è lo stile russo o è uno stile d'interpretazione richiesto dal regista stesso…..
    la moglie del protagonista, la Natalia Bondarcuk, mi è piaciuta come attrice….
    Buona serata a tutti!

  15. Di fronte alla responsabilità di un remake di un lavoro celebrato come pochi, Soderbergh ha scelto di creare qualcosa di nuovo e di diverso. L’attenzione è concentrata esclusivamente sul rapporto affettivo tra lo psicologo e la moglie suicida: “dall’allegoria filosofica di un pianeta nel cui misterioso oceano ribolle l’inconscio umano (lo scrittore e il regista russo) alla vicenda di un amore tragicamente interrotto e pronto a rinascere” (Repubblica). Una love story più che altro (nobilitata da connotazioni psicologiche e psicanalitiche), con una casuale ambientazione fantascientifica (ambientazione che appare solo decorativa e non necessaria).

  16. come saprai è morto Monicelli.
    Lo so che son brutte e inutili le classifiche e la ricerca del migliore,ma per me i suoi film -forse superati solo da Scola- sono assolutamente il miglior biglietto di visita per l'italia e gli italiani.Il suo cinismo metteva in luce un popolo e una nazione sempre in bilico tra farsa e tragedia
    Grande Mario,indimenticabile
    ps.condivido anche il gesto alla faccia dei pazzi pro life.Avendo lavorato nel settore sanitario dedicato agli anziani e vedendo come molti si spengono,meglio un gesto dignitoso come quello di Monicelli

  17. sonny, io cerco di non spezzettare mai i film, mi capita veramente raramente.

    edio, il pianeta delle scimmie non si supera in quanto a bruttezza 🙂

    pavelo, per me per esempio Il cacciatore e C'era una volta in America sono capolavori assoluti, ma come dicevo nei miei precedenti interventi lungi da me criticare qualcuno se mi dice che si è annoiato. Se uno si è annoiato non gli si può dir nulla, al massimo si possono contestare le critiche al valore del film, sviscerato in ogni suo aspetto. Ma la noia non è criticabile a mio avviso.

    cinemaleo, infatti, è più una storia d'amore che altro, il remake di Soderbergh, pur essendo comunque, al di là del confronto, un film per me sufficientemente godibile.

    viga, quando l'ho saputo m'è preso un colpo sinceramente. Non sapevo che fosse ricoverato o che fosse malato, quindi è arrivato come un fulmine a ciel sereno…

  18. Anche se superfluo tengo a ribadire che il film di Tarkovskij è un capolavoro che stimola raffiche di riflessioni e collegamenti: è arte. Per me film talmente complesso e terreno fertile di conoscenza da obbligarmi a rinviare da tempo la pubblicazione di alcuni miei lavori che ritengo troppo riduttivi. Mi complimento per il tuo efficace confronto, almeno per me che ho sempre snobbato l'altro Solaris a quanto pare per infondati pregiudizi.

  19. Se eviti di confrontarlo con l'originale può risultare anche passabile. Io vorrei leggere invece cosa ne pensi tu dell'originale.

  20. per me soderbergh ha perso l'occasione di fare un vero adattamento del libro di lem, invece d'andarsi ad impantanare in un remake del capolavoro (uno dei tanti capolavori) di tarkovskij, dal momento che l'autore russo ha piegato e trasformato radicalmente il libro (come fece anche con stalker) per adattarlo alla propria poetica e alle sue tematiche. 

  21. Bè, molto probabilmente non aveva voglia di impelagarsi in un progetto così impegnativo e ha deciso di prendere tra le mani un soggetto già sviluppato e "modernizzarlo" alla sua maniera.

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