The mist




REGIA: Frank Darabont

CAST: Thomas Jane, Marcia Gay Harden, Laurie Holden

ANNO: 2007

 

TRAMA:

 

In una piccola cittadina del Maine, a seguito di una tremenda tempesta, una fitta nebbia comincia ad arrivare dalle montagne. Dave e il suo bambino si recano al supermarket per fare scorte. Ben presto si troveranno bloccati all’interno a causa del dilagare della nebbia all’interno della quale si nasconde qualcosa di misterioso e di molto pericoloso.

 



ANALISI PERSONALE

 

Ci risiamo, Darabont proprio non resiste alla tentazione di ispirarsi a Stephen King,  maestro dell’horror e del brivido. Con Il miglio verde, ma soprattutto Le ali della libertà, aveva fatto davvero un ottimo lavoro, meritandosi anche una caterva di nomination all’oscar. Poi, una piccola parentesi, oltre che un piccolo disastro e cioè The majestic. Il cattivo risultato di questa scelta, avrà condotto il regista a tornare sui suoi passi, anche se a dire il vero, pur essendo The mist un’altra trasposizione cinematografica delle pagine di King, è anche e soprattutto un horror, a differenza delle prime due pellicole del regista-sceneggiatore. Ma con l’horror Darabont aveva giù avuto a che fare, visto che aveva firmato le sceneggiature di film quali Nightmare III, La mosca 2 o Frankenstein di Mary Shelley, anche se quest’ultimo contiene anche elementi drammatici. Ecco dunque spiegata l’ottima riuscita, per quanto attiene alla messa in scena, di questa pellicola. Per tornare al film in questione, si può asserire che in realtà non delude, ma che molto probabilmente avrebbe potuto essere un vero e proprio piccolo gioiellino se non si fosse “macchiato” di alcune, seppur sporadiche e a volte ininfluenti, sbavature. Quello di cui si parla è, come già detto, un vero e proprio horror che segue quasi fedelmente tutti i topoi del genere cinematografico in questione. Ed è così che una tranquilla e amena cittadina con belle villette sul lago, viene sconquassata dapprima da una terribile tempesta che trancia gli alberi e distrugge le rimesse e poi da una fittissima e intensissima nebbia, che nasconde l’orrore vero e proprio. Qualcosa di inaspettato giunge a sconvolgere la calma e la tranquillità degli abitanti del paese, che si conoscono tutti tra loro.  C’è qualcosa che non va, ma sarà difficile convincere tutti che una specie di “mostro” dalle orribili fattezze si nasconde nella nebbia, pronto a “cibarsi” di chiunque decida sconsideratamente di abbandonare il supermarket. Ed è così che tutti coloro vi si trovano dentro, sono costretti a barricarsi e a convivere a stretto a contatto, nella speranza che la nebbia si diradi o che qualcuno venga ad aiutarli. Ed è questo l’elemento più interessante della pellicola, quasi del tutto interamente girata all’interno di questo supermarket che diventa metafora dell’America intera, di una società sempre più impossibile da “salvare”, una società nella quale è facile essere manipolati, soprattutto se sottoposti a forti pressioni. Ben presto sorgeranno conflitti o alleanze, non sempre dettate dal buon senso. I momenti di riflessione sui rapporti che si instaurano tra persone costrette a convivere loro malgrado si alternano a momenti di alta tensione, davvero ben costruiti in un crescendo che ci porta ad un finale terribile e dilaniante.

 

Nel mezzo, una serie di concetti fin troppo sciorinati che rendono la pellicola a tratti didascalica e fin troppo esplicativa dei vari messaggi che si volevano trasmettere, “della serie il pericolo proviene dall’esterno, ma attenti che pure all’interno non c’è da stare sicuri”. Ed è così che il personaggio più interessante, quello interpretato dalla grandissima e bravissima Marcia Gay Harden, che predica una terribile apocalisse causata da un Dio vendicativo che pretende sacrifici umani per poter espiare le colpe di tutti gli uomini, si carica eccessivamente del peso di dover spiegare l’assunto principale della pellicola che è poi la lotta tra la scienza e la fede, lotta nella quale non è lecito oltrepassare i limiti della natura, altrimenti sono guai. Quindi, ecco spiegata, seppur marginalmente, la natura di questo immane disastro, causato da alcuni scienziati che hanno osato sfidare le leggi naturali del creato. Ma, al di là di questi che non possono essere considerati nemmeno veri e propri difetti, la pellicola funziona alla grande, proprio perché riesce a trasmettere il giusto senso di disagio e di tensione, con momenti di alta e ben costruita suspance. Merito soprattutto della sceneggiatura (la regia non presenta guizzi particolari, se non in una o due sequenze dall’alto impatto adrenalinico) che si arricchisce con dei personaggi, seppur a tratti stereotipati, davvero molto ben costruiti, a partire da una vecchina “con le palle” davvero molto simpatica, fino a giungere al commesso “nerd” che si prende più di una rivincita, senza tralasciare un assurdo motociclista rozzo davvero molto particolare.  

Interessante la scelta di uno sporadico e quasi inesistente commento musicale che si carica di enfasi nel drammatico momento finale, un po’ meno interessante la scelta del cast (ad esclusione della già citata Marcia Gay Harden). A conti fatti, comunque, The mist è un discreto esempio di cinema orrorifico che si carica anche di qualche abusato riferimento metafisico e filosofico che arriva a fare da contraltare allo scetticismo sostenuto ad oltranza anche di fronte all’evidenza dell’esistenza di qualche “potenza” soprannaturale. Rimane impresso, su tutto, l’intenso finale con l’enorme mostro che si aggira per la città quasi incurante di tutto quello che lo circonda, persino dell’immane tragedia e del più grande orrore che si consuma all’interno di un furgoncino.

 

VOTO: 7

 




CITAZIONE DEL GIORNO

 

"Sai com’è fare l’amore con un uomo invisibile?". "Esattamente come ai vecchi tempi. Non c’eri mai". (Da "L’uomo senza ombra")

 


LOCANDINA

 

33 commenti su “The mist

  1. Eccolo finalmente. So che non lo hai recensito perché te lo consigliai io qualche mese addietro, ma eccolo infine. Lo vidi in lingua originale qualche mese fa, stranamente è uscito a distanza di parecchi mesi rispetto all’america, chissà come mai. Concordo con il 7, mentre riguardo ad una critica di solo cinema horror gli avrei assegnato un otto pieno, migliore a molti film horror triti e ritriti che continuano ad uscire, almeno offre una trama davvero affascinante, un’atmosfera ben riuscita, ed atmosfere cosmiche che vale la pena di provare.

  2. non amo per nulla darabont. il miglio verde e le ali della libertà sono, a mio parere, due dei film più sopravvalutati della storia…

    mario

  3. Questa tua recensione accende in me la curiosità. Quindi un film di buona fattura che merita una visione. In un primo momento credevo fosse uno dei tanti mediocri rifacimenti dell’ottimo film di John Carpenter, The Fog.

  4. Non sono d’accordo sul fatto che “The Majestic” sia un disastro. Più che altro mi è sembrato manifestare una tendenza di Darabont a essere un po’, come dici tu, “didascalic[o] e fin troppo esplicativ[o]”; c’è però che trovo sempre un gran calore nel suo far parlare i personaggi, ragion per cui questi per me non sono “difetti”. Ma su quest’ultimo punto mi pare siamo d’accordo.

    Sono però in disaccordo piuttosto forte sul fatto che “l’assunto principale della pellicola [sia] la lotta tra la scienza e la fede, lotta nella quale non è lecito oltrepassare i limiti della natura, altrimenti sono guai”. Non credo che la cosa sia rappresentata in modo così “bianco contro nero”.

    Il finale è bellissimo.

  5. Sai cosa mi piace di te? Che riesci ad essere più prolissa di me, e non è mica facile! 🙂

    Non ti offendere eh, era solo una battuta ironica (e autoironica) d’introduzione.

    Passando al film, sono sostanzialmente d’accordo con te. Anche sui meriti della Gay Harden e di Toby Jones (il commesso), già splendido Truman Capote.

    Ciao,

    Mr. Hamlin

  6. Weltall, fammi sapere.

    Fly, l’ho visto ora perchè è uscito ora ^^

    mario, secondo me invece sono due ottimi film, soprattutto Le ali della libertà, uno dei miei preferiti.

    Luciano, non saprei, per il momento non ho ancora visto The fog.

    gahan, a me The majestic non è piaciuto proprio per niente. Comunque il finale di questo film è vero, è bellissimo.

    iosif, a me è piaciuto con qualche riserva.

    Hamlin, non mi offendo mica, hai ragione! 😛

  7. Condivido pienamente. In particolare con il voto. Non un filmone, ma oltre la sufficienza proprio si. Darabont ci sa fare e il finale va apprezzato. Bella critica all’esercito americano.

  8. Io ti rimetto tra i link, ti avevo tolto perchè non mi faceva più entrare sinceramente, pensavo non ci fosse più il blog ^^

  9. Come sai ho apprezzato molto The Mist. Lo recensii qualche mese fa sul mio blog. Darabont è bravo assai, il finale è uno dei più devastanti che si siano visti da lustri sul grande schermo… e Il miglio verde e Le ali della libertà sono due film meravigliosi, nient’affatto sopravvalutati.

  10. Non capisco come mai “Il Miglio Verde” dovrebbe essere sopravvalutato. E’ la trasposizione cinematografica di un libro e anche ben riuscita.

  11. son d’accordo, anche se come sai ben più entusiasta. i tuoi commenti eran finiti nello spam, ho ripristinato il tutto. Grazie

    Sì, le ali della libertà è un gran film sottovalutato dai teorici del cinema come molti film fatti con il cuore, evidentemente troppo semplici da amare.. ciao

  12. Ah, William, all’inizio non avevo capito fossi tu. Ogni tanto splinder da i numeri. Comunque è vero, Le ali della libertà è un film di cuore, ciò non toglie che comunque è molto ben fatto. Per questo The mist, ci divide l’entusiasmo, però sostanzialmente siamo d’accordo dai.

  13. Visto e mi è piaciuto molto di più di quel che mi sarei aspettato!!!

    Tra l’altro sarà il mio primo voto nella Connection ^__^

  14. Sono d’accordo con te, qualche didascalismo di troppo c’è, è visibilissimo ed è un peccato perché come horror funziona benissimo, The Mist.

    Le ali della libertà è meraviglioso (ancora il miglior Darabont per me). Fino a poco tempo fa su IMDB era al primo posto nei voti… poco prima che arrivasse un certo cavaliere… eheh

  15. Salve!

    Ho appena visto il film, e devo dire che mi ha un po’ deluso, con quella solita manfrina dell’America tesa tra fanatici e militari (che prima creano il danno e poi lo risolvono – non si sfugge all’Amor di Patria, eh??)… Non che voglia buttarla sul politico-sociologico, so bene che un film non va giudicato in ciò, principalmente (d’altronde..il valore di molti horror, grandi o piccoli che siano, sta anche nell’essere potenti indicatori sociologici delle paure di massa); e non che sia bruttissimo, come horror, lo trovo solo..sciatto: troppi stereotipi e troppa poca paranoia, troppa poca angoscia, troppo poco pessimismo cosmico, come peraltro richiederebbero le premesse stesse (e in questo senso il finale è stato, per me, liberatorio!!). E degli attori, salvo del tutto solo il bambino che recita la parte del terrorizzato figlio del protagonista (quest’ultimo quantomai inespressivo).

    Quando vedo film del genere (che mi irrita di più delle vere e proprie “boiate”, perchè di quest’ultime non si rimpiange “quel che avrebbero potuto essere”), mi torna la voglia di assaporare, di nuovo, gli horror che superano sè stessi, che sono mostruose ipotesi metafisiche e/o crudeli ispezioni della feccia umana, come i cari vecchi film di Cronenberg..(per dire un nome qui evocato dalle belle recensioni di Shivers e Rabid)

    Mi si perdoni la durezza: è il risvolto del mio amore per il cinema (e l’horror)

    Cordiali saluti. 🙂

  16. Veramente le ali della libertà è ancora primo su IMDB, tanto per la cronaca…

    Cmq a me è piaciuto davvero molto.. Sono uno che aborra totalmente il genere, eppure mi ha colpito moltissimo, mi ha tenuto incollato e il finale mi è piaciuto da matti (il finale o si adora o si odia)… Darabont si conferma tra i migliori a interpretare King…

  17. Non sono d’accordo con la dura critica di criticomistico. Poi direi che ai fini del film è irrilevante che gli autori del danno (scienziati a dire il vero, non militari che ne difendono il segreto e che probabilmente ne agevoleranno lo svolgersi degli esperimenti) siano americani in un film girato in America.

    Io faccio sempre una distinzione tra i film horror (nello specifico) tratti o ispirati da un libro, e quelli scritti appositamente per la pellicola. Non sempre è facile generare le paure che solo una buona narrazione è in grado di suscitare in noi, soprattutto se il film è moderno e deve mantenere un ritmo costante. Anche i vecchi film di Cronemberg li reputo moderni, le paure vengono sempre suggerite dalla crudezza dell’immagine più che dalla narrazione, dalla fragilità del protagonista o della gente in pericolo in balia di mostri, spiriti, demoni, parassiti e chi più ne ha più ne metta. Tutto ciò a differenza di vecchi film anni ’50 ’60 dove la narrazione, più che la spettacolosità delle immagine, la faceva da padrone e la visione del mostro, del male, dell’atto violento condiva raramente il resto del film. L’horror per me è narrazione, perché la narrazione è in grado di stimolare le nostre paure, o in alternativa narrazione mista all’immagine che per un film sarebbe il connubio migliore. Solo immagine probabilmente diviene uno splatter o un horror mal riuscito nel caso volesse identificarsi come tale. In questo caso la paura si limita alla nostra idea di trovarci in quella condizione e di morire ignorando le paure che vanno oltre la morte, che superano l’ignoto, che si impossessano di noi e ci fanno quasi distaccare dal film o dal libro giusto il tempo di guardarci intorno o riflettere. E solo i grandi maestri dell’orrore attraverso la letteratura possono riuscirci a tutti gli effetti. A ciò non ci si abitua mai, alle immagini del cinema ci si fa presto il callo, ed ecco perché i vecchi film li ricordiamo molto spaventosi e li reputiamo migliori, i non plus ultra del genere, e quando poi effettivamente andiamo a rivederceli ci rendiamo conto che sono diversi da come ce li ricordavamo.

  18. Weltall, allora vado subito ad aggiornare visto che l’ho aperto io il post!!

    Noodles, d’accordo su tutto!

    Tessapurna (giusto?), grazie mille!!!

    Criticomistico, io invece credo che come horror sia molto ben costruito, certo ci sono delle sbavature, però il film risulta comunque apprezzabile. Se poi lo paragoniamo a Cronenberg, allora è un altro discorso…

    Glore, hai ragione, il finale è davvero straordinario. Sono contenta che ti sia piaciuto.

    Lessio, olè!!!

    Fly, vedo che ti stai appassionando molto al cinema, mi fa piacere!!

  19. per quanto mi riguarda questo film è stato una rivelazione.

    Erano secoli che non gridavo verso lo schermo frasi come “Muoviti!!! Corri!!!”

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