Unfacebook

REGIA: Stefano Simone
CAST: Paolo Carati, Giuseppe La Torre, Tonino Pesante
ANNO: 2011

Dopo aver confessato i propri peccati al prete di fiducia, un pedofilo, un'adultera e un truffatore si tolgono violentemente la vita. Presto però, in seguito alla creazione di un social network chiamato Unfacebook, i morti cominceranno ad aumentare e non si tratterà più solo di suicidi…

Ancora una volta ispirato da Gordiano Lupi, in questo caso al suo racconto "Il prete", il regista sipontino Stefano Simone dirige anche meglio il suo cast e si trova a disposizione dei personaggi più consistenti e meglio caratterizzati. Un Simone più maturo e ficcante, insomma, quello di Unfacebook che continua il percorso nel perturbante, con un'inquietudine di fondo trasmessa tramite la mente del protagonista, ben interpretato da Paolo Carati.
Abbandonando, anche se non totalmente, il paranormale e il mistico del precedente lungometraggio, il regista vira più sul thriller vero e proprio con venature horror, ottimamente rese da convincenti effetti speciali, incorniciando il tutto con le note decisamente ipnotiche, coerentemente col contenuto della narrazione, e oltremodo coinvolgenti di Luca Auriemma.
Curatore del buonissimo montaggio e della suggestiva fotografia virante quasi totalmente sui toni del blu, in totale aderenza con il social network al centro dell'attenzione, Simone convince sia dal punto di vista tecnico e formale, con una regia più solida e ispirata, sia dal punto di vista concettuale, con una precisa visione complessiva che amalgama perfettamente la messa in scena metropolitana e la componente visionaria e virtuale.
Il virus "suicida", così viene chiamata dai giornalisti la serie di morti che si susseguono in città, viene raccontato con sapienza ed equilibrio e, cosa più importante, mostrato con audacia e mano forte, riportando alla mente un cinema di genere che forse latitava da tempo nel nostro paese (non mancano infatti autoevirazioni e sgozzamenti).
Il culto religioso-apocalittico del protagonista si annoda in maniera interessate al culto dei nostri tempi, quello per i social network, senza però sforare in nessun intento pedagogico o accusatorio nei confronti del fenomeno, raccontato però in tutti i suoi tratti più inquietanti e pericolosi, in grado di attirare e forgiare le menti più deboli. Il concetto di giustizia divina e di senso di onnipotenza che caratterizza il protagonista, sono alla base di questo delirante e impressionante viaggio dal virtuale al reale, reso con la frenesia da videoclip in grado di creare anche atmosfere impressionanti.
Nonostante il didascalismo e l'ovvietà di alcuni passaggi (la spiegazione della psicologa del fenomeno dei social network, gli incontri tra il commissario e il questore, le letture del prete), e la monodimensionalità di alcuni personaggi (il commissario per esempio), "Unfacebook" dimostra ancora una volta il talento di questo giovane regista emergente che al suo secondo lungometraggio promette grandi cose per il futuro.

Pubblicato su www.livecity.it

2 commenti su “Unfacebook

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