Gentlemen Broncos




REGIA: Jared Hess

CAST: Michael Angarano, Jennifer Coolidge, Jemaine Clement, Héctor Jiménez, Halley Feiffer, Sam Rockwell

ANNO: 2010

 

Un ragazzino con la passione per i racconti sci-fi, partecipa ad un concorso in cui il giudice è il suo idolo, uno scrittore famoso e acclamato. Quest’ultimo, privo di ispirazione, dopo aver letto il romanzo del ragazzo decide di rubarne le idee per tenere a bada il suo agente. Nel frattempo il ragazzo si è affidato a due strampalati produttori di film e trailer a basso costo per portare sugli schermi la sua storia.

 

Un film essenzialmente demenziale questo “Gentlemen Broncos” che però non si può dire pecchi di originalità. Tramite le avventure raccontate dal ragazzo nel suo romanzo, ispirato e dedicato alla figura del padre scomparso, è possibile non solo farsi un bel po’ di risate con le stranezze e le assurdità delle varie trasposizioni visive delle avventure di Bronco (mentre il ragazzo rilegge le sue parole immagina che prendano vita, lo scrittore famoso che se ne impossessa le reinterpreta visivamente in maniera totalmente opposta, le trasposizioni cinematografiche che vengono create da altri due ragazzini esagitati oltrepassano il kitsch più assoluto), ma anche in qualche modo aver la possibilità di impelagarsi in considerazioni sul mondo della letteratura trasposta cinematograficamente, del talento degli “sconosciuti” e della mancanza ispirazione dei più noti. Una sorta di consiglio a prendere con più leggerezza e meno esigenza le pellicole che vengono tratte dai romanzi, piuttosto che pretendere che si attengano a come noi le speravamo e immaginavamo. Del resto all’interno dello stesso film, con soluzioni narrative alquanto inusuali e decisamente ridicole (le acconciature e gli abbigliamenti di Sam Rockwell, l’interprete dell’eroe Bronco, vanno dall’incredibile all’inguardabile) viene suggerito proprio il fatto che il contenuto di un romanzo può essere interpretato in differenti modi a seconda del lettore, del suo background, della sua stessa fantasia, prima ancora che di quella dello scrittore. Non viene tralasciato nulla, o quasi, al caso allora in questa parodizzazione del mondo del cinema e della letteratura con tanto di scrittore che rigetta le immagini cinematografiche nate dal suo romanzo (e il fatto che in realtà si tratti di immagini al limite del trash più assoluto serve non solo a far ridere lo spettatore, ma anche ad estremizzare il concetto), e con la presenza di riferimenti al business che spesso gira intorno a questo genere di produzioni.

Considerazioni che non compongono la parte fondamentale e principale della pellicola, tutta incentrata sulle gag tra i vari protagonisti e sul surrealismo della messa in scena, sia che si tratti della “realtà” sia che si assista alle avventure dell’impavido eroe inventato dal giovane protagonista. Tutto allora in “Gentlemen Broncos” è sopra le righe, forse fin troppo eccessivamente, a partire dalla recitazione dei vari protagonisti (spiccano tra i tanti la madre del protagonista, il suo nuovo amico capelluto, un giovane regista dal sorriso perennemente stampato sul volto, e il famoso scrittore che si impossessa della storia del ragazzo), fino ad arrivare ai costumi, alla fotografia, alle scenografie, alla sceneggiatura stessa. Un’esagerazione di toni che però non disturba particolarmente, anzi riesce a catturare lo spettatore nel mondo  fantastico immaginato dal protagonista e portato sugli schermi in maniera esagerata e stravolgente (con ironico riferimento sarcastico alle esagerazioni in tal senso, perché va bene non essere esigenti, ma nemmeno sconvolgere totalmente il senso di un testo letterario che come tale è nato e che quindi in qualche modo, portato sullo schermo, va anche rispettato).

E’ la fantasia, allora, la qualità principale della pellicola ed anche il fulcro narrativo della stessa. Fantasia che deve essere sempre alimentata e coltivata, anche quando sembra non incontrare il parere e l’apprezzamento degli altri. L’importante è avere la possibilità di esprimersi e di godere delle proprie creazioni, non importa se non proprio perfette o rispondenti ad alti canoni di qualità. E’ proprio quello che accade con “Gentlemen Broncos”, film apprezzabile per la sua genuinità e la sua estrema, dichiarata e forse attentamente ricercata semplicità.

 

VOTO:

 


 

Pubblicato su www.livecity.it

4 commenti su “Gentlemen Broncos

  1. speravo anche io in un film divertente, invece l'ho trovato infinitamente autoindulgente, come se l'esasperazione del brutto e del banale potesse dare nuova identità e interesse agli stessi. no, proprio non m'è piaciuto.

  2. Io invece ho trovato quell'esasperazione voluta e ricercata, proprio a rimarcare il carattere altamente parodistico della pellicola. Mi sono divertita parecchio durante la visione proprio per questo.

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