City Island




REGIA: Raymond De Felitta

CAST: Andy Garcia, Julianna Marguelis, Steven Strait, Emily Mortimer, Ezra Miller, Dominik Garcia-Lorido, Alan Arkin

ANNO: 2010

 

La famiglia Rizzo, padre, madre e due figli, vive da generazioni a City Island, quartiere tranquillo ed elegante del Bronx. All’improvviso tutte le verità che ognuno tiene nascoste all’altro cominciano a venire a galla in seguito all’entrata in scena di un ragazzo, Tony, che il capofamiglia accoglie in casa perché ha scoperto che si tratta di un figlio avuto da una relazione di molti anni prima.

 

Un film semplice, leggero e frizzante che si fa apprezzare nel suo essere contemporaneamente una simpatica commedia degli equivoci e una tipica pellicola indipendente dallo stile indie. Una commistione vincente che non lascia spazio alla noia o al disappunto, anche, e soprattutto, grazie all’apprezzabilissima interpretazione di un Andy Garcia in forma perfetta che si esibisce in un personaggio molto particolare e accattivante. Vince Rizzo, guardia carceraria, cova il sogno di recitare come faceva il suo idolo Marlon Brando (bellissime le scene in cui l’uomo si nasconde in bagno per leggere un libro dedicato al grande attore del passato) e così si iscrive ad un corso di recitazione tenuto da un insegnante molto particolare, interpretato dall’immancabile, quando si parla di questo genere di film, Alan Arkin (il nonnetto di “Little Miss Sunshine” e “Sunshine Cleaning” per intenderci). Il tutto, però, di nascosto dalla moglie e dai figli che non capirebbero il suo sogno e non lo appoggerebbero. Ma non è sicuramente l’unico in famiglia ad avere dei segreti. La particolarità dei Rizzo, infatti, è quella dell’incomunicabilità, della presenza di una serie di segreti che vengono tenuti nascosti con maestria e determinazione: Joyce, la moglie, continua a fumare di nascosto al marito e nasconde la sua insoddisfazione credendo che il marito la tradisca e si sia dato al poker, quando in realtà segue solo dei corsi di recitazione. Il figlio minore, Vince Jr, cova segretamente la passione per le donne obese; sua sorella Vivian, che tutti credono studentessa modello, persa la borsa di studio, si è data allo strip-tease per pagarsi l’università. Un bel quadretto, insomma, che dà vita ad una serie di incomprensioni e di momenti comici non indifferenti. Tutti questi piccoli-grandi segreti verranno man mano scoperti  in seguito all’arrivo di un altro personaggio destabilizzante, come da tradizione di questo genere di pellicole. Sarà proprio Tony, il ragazzo che Vince ha portato a casa facendolo uscire in libertà vigilata dal carcere in cui lavora, che sconvolgerà l’equilibrio, seppur precario, della famiglia Rizzo e del non detto che tiene uniti i vari componenti della famiglia. E sarà un altro personaggio ancora, Molly, compagna di recitazione di Vince, che farà comprendere all’uomo, e agli altri componenti della famiglia nel finale, che spesso la sincerità non è così terribile e che, se c’è amore e affetto, è possibile accettare qualsiasi verità, o quasi. Certo un messaggio un po’ troppo retorico, così come il segreto che accompagna quest’ultimo personaggio, ma tutto sommato non ci si abbandona mai al troppo serioso o al pedagogico in questa pellicola che non vuole insegnare nulla, ma intrattenere spassosamente lo spettatore con questo ritratto di una famiglia disfunzionale, ma ancora unita, nonostante le diversità, gli equivoci, i segreti e le incomprensioni. E poi, se tutto questo non bastasse, possiamo godere di una sequenza molto divertente in cui Andy Garcia si reca ad un provino per un film di Martin Scorsese con Robert De Niro e in cui si lancia in un’imperdibile imitazione di Marlon Brando per poi lasciarsi andare ad un primo piano in cui con faccia da duro e accento perentorio imita un suo collega della prigione. Il più grande pregio di questo “City Island”, infatti, è l’ironia e l’auto-ironia non solo dell’attore protagonista, ma anche della visione del mondo della recitazione e del cinema (altrettanto esilarante la sequenza in cui Alan Arkin, l’insegnante di recitazione, critica pesantemente le tanto famose pause recitative di Marlon Brando).

Il tutto ci conduce, poi, ad un finale esplosivo, delirante e scoppiettante in cui si passerà dalle lacrime, ai sorrisi, agli abbracci, all’isterismo più totale, insomma.


VOTO:


 


Pubblicato su www.livecity.it e www.supergacinema.it

3 commenti su “City Island

  1. La scena del provino di Andy Garcia (e in generale tutta la sua interpretazione) vale la visione!  Il film, per me, è carino e gradevole, anche se il lieto fine è troppo scontato e non tutti i personaggi sono riusciti allo stesso modo. Comunque, piacevole.

    Ciao
    Christian

  2. Si, era prevedibile come finale, però è stato scoppiettante ugualmente. Il provino di Andy Garcia è indubbiamente la scena migliore del film.

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