Una vita tranquilla

REGIA: Claudio Cupellini
CAST: Toni Servillo, Marco D'Amore, Francesco Di Leva, Juliane Köhler
ANNO: 2010

Rosario è un italiano che ha fatto fortuna in Germania grazie al suo ristorante gestito insieme alla moglie con la quale ha un bambino di 9 anni. La sua vita procede tranquillamente fino a quando non avrà una visita inaspettata che scombussolerà il castello di segreti e bugie su cui è costruita la sua esistenza.
 

Per questo “Una vita tranquilla” Toni Servillo è passato dal dover sostenere gli effetti delle “conseguenze dell’amore” al dover subire le “conseguenze della paternità”. Insomma le somiglianze col capolavoro di Sorrentino sono veramente parecchie, a cominciare dall’assunto di fondo (un uomo che abbandona la sua vita precedente per ricominciare con un’altra identità e con un’altra esistenza), fino ad arrivare alla colonna sonora e alle atmosfere.

Eliminando il fatto che trasmette una sensazione di deja vu, “Una vita tranquilla” riesce a farsi apprezzare per la straordinaria, come sempre, prova recitativa di Toni Servillo e per la regia davvero molto interessante, formata da bellissimi piani-sequenza e da inquadrature e movimenti della macchina da presa, non solo visivamente affascinanti, ma anche molto significativi.

Ad essere affrontato, ancora una volta in questa quinta edizione del Festival di Roma, è un difficile rapporto padre figlio (di film che hanno trattato l’argomento, in differenti maniere, ce ne sono stati parecchi, come “Il padre e lo straniero”, “In a better world”, “The runway”), rapporto che degenererà terribilmente a causa di un abbandono non digerito e che, inevitabilmente, sfocerà in tragedia.

“Una vita tranquilla” è anche, e soprattutto, un noir molto coinvolgente e suggestivo, ricco di  momenti che lasciano col fiato sospeso e che conducono il protagonista sempre più in basso, in una spirale fatta di violenza repressa e dimenticata per anni e di paura di diventare di nuovo vittima e schiavo di quella stessa violenza.

Ci si chiede, alla fine, considerato il destino del protagonista, se sia realmente possibile dimenticare totalmente il proprio passato e condurre una “vita tranquilla” come quella che per anni ha condotto Rosario. La sensazione è quella che i conti in sospeso vanno sempre regolati, che siano col destino, con i propri figli o con sé stessi non importa. Ci si può redimere per le azioni compiute in passato, insomma, ma le colpe vanno sempre e comunque pagate.

Pubblicato su www.livecity.it

6 commenti su “Una vita tranquilla

  1. "Toni Servillo è passato dal dover sostenere gli effetti delle “conseguenze dell’amore” al dover subire le “conseguenze della paternità”."

    una frase geniale
    Il film di Cupellini non arriverà al capolavoro di Sorrentino, ma devo dire che sono uscito dalla sala pienamene soddisfatto (pur ammettendo che buona parte del lavoro è tutta di un Servillo da applausi).

  2. Si, sono d'accordo. Servillo magistrale davvero. Il film è molto bello, però soffre un pò del confronto. Detto questo lo trovo molto ben girato e ricco di atmosfere noir davvero apprezzabili.

  3. un bel film, con qualche incongruenza di sceneggiatura o montaggio, secondo me, Toni Servillo è grandissimo.
    bella la colonna sonora di Theo Teardo, che sta firmando le musiche di alcuni dei film italiani più belli degli ultimi anni.

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