Stanno tutti bene – Everybody's fine

REGIA: Kirk Jones
CAST: Robert De Niro, Sam Rockwell, Kate Beckinsale, Drew Barrymore, Melissa Leo
ANNO: 2010
 
Frenk, vedovo da otto mesi, ormai in pensione, cerca di riunire i suoi quattro figli invitandoli a casa, ma nessuno si presenta. Così decide di partire e di andarli a trovare ad uno ad uno nelle loro città di residenza. Durante il viaggio si renderà conto che forse ha sbagliato a pretendere troppo da loro e che per questo a volte sono costretti a mentirgli se qualcosa va storto.
 
Si sa, i remake raramente riescono a soddisfare i palati più fini, oltre a non essere quasi mai all’altezza dell’originale dal quale sono tratti. “Stanno tutti bene” non è affatto un’eccezione, visto che stiamo parlando del rifacimento di un film di Tornatore del 1990 interpretato da un attore indimenticabile e irraggiungibile come Marcello Mastroianni. Certo Robert De Niro non è sicuramente il primo che passa, e finalmente ci regala un’interpretazione apprezzabile, ma questo certamente non basta. Così come non basta il fatto che anche per il ruolo dei figli si è puntato ad un cast molto interessante con tre attori di punta come Sam Rockwell, Drew Barrymore e Kate Beckinsale. Da apprezzare anche la colonna sonora, che con soavità e nostalgia ci accompagna lungo il viaggio formativo del protagonista. La nostalgia, infatti, è l’emozione principale del film, nostalgia per i figli che crescono e se ne vanno, nostalgia per gli affetti che ci lasciano, nostalgia per gli anni che passano insomma. Allora cosa c’è che non va? Il problema è che il tutto, già di per sé non molto originale, viene un po’ banalizzato dallo stile del racconto e dalla forma dello stesso, con l’apparire dei protagonisti più giovani così come erano da piccoli, con l’insistere del genitore nel rivolgersi a loro chiamandoli “i miei bambini”, con risvolti marcatamente drammatici che stonano e fanno da squilibrato contrappunto al resto della narrazione, piacevolmente leggera. Ciò avviene soprattutto verso il finale in cui i risvolti tragici del racconto non vengono affatto stemperati dalla regia o dalla recitazione degli attori, e anzi vengono fin troppo sottolineati risultando esagerati e fuori luogo. Le idee, però, non mancano, come dimostra il buon incipit che mette a confronto la metodicità delle azioni quotidiane del protagonista con il fermento per la preparazione al viaggio di riconciliazione coi propri figli; o la ricorrente e suggestiva metafora dei cavi telefonici (con i quali il protagonista ha lavorato tutta la vita), che mettono in contatto tutte le persone, ma sanciscono una distanza non indifferente, fatta di segreti e omissioni, tra Frank e i suoi figli. Ecco che spesso ritornano ciclicamente in primo piano a testimoniare la distanza fisica e non solo tra genitori e figli, restituendo anche una sorta di riflessione su questo difficile rapporto spesso caricato dalle troppe aspettative dei primi e dalle paure dei secondi di non deluderle. Il confronto tra le due generazioni, poi, viene forse didascalicamente sottolineato dall’incapacità del protagonista di stare ai tempi come dimostra la sua scarsa conoscenza delle nuove tecnologie, la sua incapacità di utilizzare i bastoncini per il cibo cinese, la sua ignoranza sulla funzionalità dei trolley da viaggio, la sua estrema fiducia nel prossimo (decisamente esagerata la sequenza in cui offre dei soldi ad un ragazzo in stazione e poi viene aggredito perché pretende un ringraziamento).
Con un po’ di misura e di equilibrio in più, oltre che con una capacità di approfondimento maggiore sul tema sociale, molto probabilmente “Stanno tutti bene” non sarebbe stato solo un remake facilmente dimenticabile, ma un film sufficientemente godibile nella sua onestà e nella sua semplicità. Fatto sta che all’iniziale coesistenza di queste due lodevoli caratteristiche, subentra una sorta di accelerazione di toni e atmosfere che difficilmente riuscirà a farsi digerire dallo spettatore che non vuole farsi incastrare in trappole di facile e ruffiana drammaticità.

VOTO:

Pubblicato su www.supergacinema.it

11 commenti su “Stanno tutti bene – Everybody's fine

  1. l'originale?Mediocre,salvato dalla bravura di Mastroianni e da una certa amarezza tipica delle  nostre commedie e dramma,cosa che gli yankee non hanno assolutamente.O fanno tragedie oppure ..Non mi dire che a un certo punto c'è la sequenza musicale con i protagonisti che ballano come cretini!Bè,a mio avviso il miglior film sul tema vecchio padre torna dai figli è quello con nicholson a proposito di schmidt,bellissimo!

  2.  Viga, non c'è una scena come quella che descrivi, ma forse ce ne sono alcune pure peggio. "A proposito di Schimdt" non l'ho ancora visto purtroppo.

    Cine, poi mi farai sapere.

  3. Ne sto perdendo di più interessanti (che comunque recupererò come al solito nelle rassegne del mio cinemino a scoppio ritardato) e credo proprio che questo lo lascerò passare.

  4. Ok, visionato.

    Non ho visto l'originale di Tornatore, ma questo qui non mi è affatto dispiaciuto. L'ho trovato un lavoro onesto fatto soprattutto di buona regia e fotografia. Non un capolavoro, sia ben inteso, ma un buon lavoro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.