A boy and his dog

L’apocalisse nel deserto

Nel 2024, dopo la Quarta Guerra Mondiale che ha decimato la popolazione, un ragazzo, Vic, ed un cane telepatico in grado di comunicare con lui, Blood,  si aggirano nel deserto alla ricerca di cibo e donne per soddisfare i rispettivi bisogni primari, fino a quando non fanno la conoscenza di Quilla Jone, una ragazza che viene da Topeka, città sotterranea molto particolare. A causa sua i due si divideranno perché il ragazzo cadrà vittima degli abitanti di Topeka alla ricerca di sperma fertile in grado di fecondare le donne della città. Alla fine Vic dovrà scegliere tra la ragazza ed il cane.

Uno dei più grandi b-movie sci-fi post-apocalittici, "A boy and his dog", poco conosciuto se non dai veri e propri cultori del genere, è un film molto particolare che mescola elementi horror, western e fantascientifici in una sorta di frullato dal sapore delizioso. Tratto dall’omonimo racconto di Harlan Ellison (notoriamente contario alle trasposizioni cinematografiche che si discostavano anche di una sola virgola dal suo lavoro, tant’è che il regista L.Q. Jones aveva paura di una sua cattiva reazione visti i suoi stravolgimenti, cosa che non è avvenuta per la qualità del film), la pellicola ci racconta un futuro desolante sconvolto da due ulteriori guerre mondiali, in aggiunta a quelle realmente accadute. Una data come il 2025, anno in cui è ambientato il film, a noi non fa più senso o scalpore, ma nel 1975 immaginare la terra in un futuro così lontano doveva sicuramente far scatenare l’immaginazione in diverse maniere, così come avviene in questo caso in cui siamo messi di fronte a cani mutati geneticamente in grado di comunicare telepaticamente con gli umani, strani robot-androidi con fattezze umane e forza fisica non indifferente, creature mutanti che vivono nel deserto. Il paradosso, ovviamente, sta nel fatto che a terrorizzare maggiormente sono gli umani sopravvissuti, fautori di una sorta di ripopolamento globale alquanto scriteriato, oltre che detentori di un potere autoassegnatosi.

E’ su questo scenario che si muovono i due protagonisti: Vic, (interpretato da un giovanissimo Don Johnson che poi avrebbe trovato la fama grazie al serial tv "Miami Vice"), sun ragazzo sopravvissuto alla Quarta Guerra Mondiale (avvenuta nel 2007, combattuta ad armi nucelari e durata solo quattro giorni al termine dei quali gran parte dell’umanità è stata spazzata via), nella quale ha perso entrambi i genitori, crescendo quindi privo di insegnamenti morali ed etici; e il suo fidatissimo compagno di viaggio, Blood, un intelligentissimo cane in grado di fiutare il pericolo e soprattutto la presenza di esseri viventi di sesso femminile (ogni volta che il suo olfatto comincia a lavorare parte una musichetta elettronica che sottolinea l’avvenimento), contraddistinto da una sorta di misantropia nei confronti di tutti gli esseri umani nettamente inferiori a lui. I due sono alla continua ricerca di beni di prima necessità: cibo (soprattutto pop-corn) per il cane e donne per il ragazzo nel pieno della sua carica sessuale. La particolarità di questo rapporto sta nel fatto che possiamo ravvisare quasi immediatamente una sorta di legame padre-figlio, dove il padre è rappresentato dal furbo, saggio, intelligentissimo, e agile cane (colui che in realtà ci sembra più umano di tutti), e il figlio dallo scapestrato, distratto e superficiale ragazzo bisognoso della guida del cane più di ogni altra cosa. I due insieme, tra una scaramuccia e l’altra (uno vuole prima di tutto le donne, l’altro pretende di mangiare prima di far lavorare l’olfatto), andranno alla ricerca di una sorta di terra promessa (altro topos del filone cinematografico post-apocalittico), dal cane chiamata "Over the hill". Non mancano riferimenti alla politica (impersonata dai consiglieri e dai loro metodi a dir poco "dittatoriali") e al denaro che perde di significato e di valore (tant’è che Vic per comprare i pop-corn e guardare un film porno baratta altri beni di prima necessità).

Ad aggiungersi ai due protagonisti arriva la bella Quilla Jone (interpretata da Susanne Benton), prigioniera dei mutanti, salvata da Vic, ma doppiogiochista in quanto figlia del leader dei consiglieri di Topeka, invasati abitanti di questa città sotterranea, truccati come dei mimi e conciati da "contadini" degli anni ’50 alla ricerca di uomini da sfruttare per il loro sperma fertile e poi eliminare senza pietà. A Vic sembra un sogno, quando gli dicono che è stato catturato per ingravidare tutte le donne di Topeka, tant’è che arriva persino a dimenticarsi di aver lasciato il suo amico a quattro zampe in superficie in sua attesa. Ben presto però scopre che il metodo di fecondazione non è quello usuale, visto che viene legato ad un lettino e attaccato ad una sorta di macchinario che gli succhia via letteralmente lo sperma. Per fortuna però Quilla Jone, seppur per motivi puramente egoistici, decide di liberarlo per farsi aiutare nella conquista del consiglio di Topeka, con cui si trova in netto disaccordo. I due riusciranno a scappare e a tornare in superficie, ma il povero Blood, precedentemente ferito in uno scontro contro un cane mutante, avrà bisogno di cure e di cibo per sopravvivere, mentre Quilla pretende di scappare al più presto per non farsi raggiungere dai consiglieri. Vic sarà dunque posto di fronte ad un dilemma, ma la scelta non sarà poi così difficile e tutti noi possiamo immaginare quale sia. Quello che non possiamo assolutamente immaginare, però, è come questa scelta si esplica effettivamente in un finale decisamente spiazzante, beffardo, sicuramente ironico e provocatorio e se vogliamo leggermente misogino, della serie: "Meglio un cane che una donna", soprattutto se il cane in questione è molto meglio di qualsiasi essere umano apparso nella pellicola.

Pubblicato su www.supergacinema.it

7 commenti su “A boy and his dog

  1. Un film che mi ha sempre incuriosito e che cercherò di vedere al più presto, anche perchè il fumetto omonimo mi ha interessato abbastanza…

  2. Glore, poi mi farai sapere. Ci tengo.

    Christian, c’è un’intervista al regista molto interessante dove si parla anche di Ellison e di quanto fosse "scorbutico" con chi si avvicinava alle cose scritte da lui. Tant’è che il regista si aspettava come minimo di essere scaraventato fuori dalla finestra alla fine della visione da parte di Ellison, e invece c’è stato apprezzamento.

  3. Lo voglio!Lo voglio!Lo voglio!
    Adoro i postapocalittici…e cosa può esserci di meglio un postapocalittico b-movie???Grazie me lo procuro subito..non lo conoscevo davvero…

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