Agora




REGIA: Alejandro Amenábar

CAST: Rachel Weisz, Max Minghella, Oscar Isaac, Ashraf Barhom, Michael Lonsdale, Rupert Evans, Richard Durden, Sami Samir

ANNO: 2010

 

391 d. C. Ad Alessandria d’Egitto la filosofa Ipazia si ritrova a dover lottare per la propria libertà d’espressione e di professione religiosa, oltre che per il diritto di studiare e di insegnare. Ad ostacolarla un gruppo di fanatici cristiani che, capitanati dal vescovo Cirillo, si riuniscono in una crudele e spietata lotta al mondo ortodosso.

 

Tutto ciò che di negativo ci si poteva aspettare apparentemente e aprioristicamente, pur sapendo di avere a che fare con un grande regista come Amenábar, non si è avverato. Potevamo infatti imbatterci in uno di quei kolossal epici e modaioli che ormai infestano le nostre sale e fanno oscillare la nostra pazienza. Poteva essere uno di quei peplum all’”americana” incentrato unicamente sulle battaglie sanguinolente e sulle varie e smielate storie d’amore tra i vari protagonisti. Poteva, soprattutto, eccedere nell’enfasi del tratteggio dei vari personaggi, sia in senso positivo che negativo, a cominciare dall’importante protagonista.

“Agora”, invece, riesce a sviare tutte queste cattive aspettative, anche grazie ad un impianto concettuale davvero molto saldo, che tramite la coesione dei vari mezzi tecnici e formali (la regia, la sceneggiatura, la colonna sonora, le ambientazioni e le scenografie), riesce ad emergere potentemente prendendo il sopravvento sulle caratteristiche da kolossal e da peplum comunque presenti.

Ecco che allora il racconto di questa donna straordinaria, lodevole sia dal punto di vista umano con la predicazione dell’uguaglianza che da quello filosofico-scientifico con i suoi importantissimi studi, si fonde perfettamente col racconto di una delle più grandi “prepotenze” della nostra storia: la presa del potere e del sopravvento della religione cristiana a discapito di quella ortodossa ed ebraica. Una vera e propria guerra combattuta ad armi e scritture sacre (ben più taglienti delle prime, in tutti i sensi), che ci fa riflettere non solo sull’evento in sé per sé, ma anche sul riproporsi dello stesso nel corso dei secoli fino ai giorni nostri. Insomma cambiano i tempi e cambiano le provenienze dei fondamentalismi, ma alla base il concetto rimane lo stesso. Sarà forse per questo che il Vaticano non ha gradito la pellicola? Lungi da ogni tipo di polemica in tal senso, quello che rimane è l’altissimo valore di una pellicola che tra l’altro, grazie all’intelligenza e all’originalità registica (applicata al genere), si sofferma sapientemente sull’allargamento dei punti di vista (con la visione dei luoghi e delle lotte che si svolgono in essi, dapprima da vicino e poi sempre da più lontano), e soprattutto sullo “sguardo dall’alto” (metaforico e non) con l’inversione delle proporzioni. Dapprima la grandezza e la preponderanza delle lotte e dei soprusi, visti da vicino e osservati con attenzione, poi la grandezza e l’apparente immobilità dell’intero universo, con la Terra che ne occupa uno spazio risibile,  ripresa in tutta la sua piccolezza. Le urla e gli strepiti si propagano come un’eco nella calma e nell’autorevolezza del cielo che sembra quasi osservare severo e impassibile. Una vera e propria riduzione delle meschinità degli uomini che messi a confronto con il vero ordine delle cose, risultano essere come delle formiche che si azzannano per una mollica (da qui le straordinarie riprese dall’alto che esprimono magistralmente il concetto).

Impossibile poi, nonostante l’assenza di tentativi ruffiani in tal senso, non rimanere oltremodo coinvolti dalla personale battaglia di Ipazia per mantenere intatto il suo diritto di non dover professare obbligatoriamente la religione cristiana, così come quello di potersi esprimere nonostante fosse una donna e per questo considerata inferiore. E se inizialmente il netto triangolo amoroso che si delinea sin dalle prime sequenze (tra Ipazia, il suo schiavo Davo e l’allievo Oreste) può destare sospetti sulla qualità complessiva della narrazione che poteva risultare fin troppo romanzata, alla fine i rapporti intercorrenti tra i tre personaggi, oltre a non catturare troppa attenzione, risultano totalmente funzionali al racconto e alle varie tematiche che realmente ne sono alla base. Amenábar, dunque, è riuscito in una difficile impresa: imbastire un grande e sfarzoso film di genere, piegandone però tutti gli aspetti a favore di una sua personale visione e dei suoi intenti comunicativi.


VOTO:

 



Pubblicato su www.livecity.it

31 commenti su “Agora

  1. Un bel film! E' piaciuto tanto anche a me. Molto belle le ambientazione e le inquadrature dall'alto e lontane. Così come ho adorato tantissimo Rachel Weisz nel ruolo di Ipazia: è stata splendida.

  2. Concordo totalmente con l'analisi, uno dei miei 3 film preferiti del 2009… Avevo un po' di dubbi, lo ammetto, ma sono stati fugati…

  3. Visto ieri, e concordo: molto bello. I conflitti che vengono mostrati sono tanti: fra le diverse religioni, fra la religione e la scienza, fra uomini e donne, fra schiavi e uomini liberi, ma Amenabar ne mostra tutta l'insensatezza con immagini che, come dici bene, ridimensionano ogni cosa. Ipazia, che predica la fratellanza e l'amore per la conoscenza (dichiarandosi incapace di accettare quel che le viene imposto senza metterlo in discussione) ne esce come un simbolo e una figura iconica.

    Ciao
    Christian

  4. proprio non capisco le critiche che richiamano il peplum, accomunando questo film alle scelte grossolane che caratterizzavano il genere. mi trovo in linea, invece, con questa tua recensione. sicuramente il mio amenabar preferito.

  5. Memole, si un'interpretazione davvero straordinaria.

    Glore, anche io sinceramente ero un pò dubbiosa…sti colossal non è che mi abbiano mai fatto impazzire. Però questo è molto di più (e se vogliamo anche di meno) di un "semplice" colossal.

    Christian, infatti oltre alla grandezza del personaggio, c'è da apprezzare l'approccio di Amenabar alla stessa e anche alle varie contrapposizioni di cui parli nel commento.

    cine, fammi sapere poi!

    lost, soprattutto di un'attualità non indifferente, secondo me.

    iosif, ma infatti, molto probabilmente è tra le sue migliori prove. Anche se devo dire che The others è un film che ancora mi "rimbomba" dentro la testa, nonostante sia passato molto tempo dall'ultima visione.

  6. Sono totalmente d'accordo con te, soprattutto riguardo a quel senso di sollievo che si prova a vedere un film che all'apparenza ha tutte le (aprioristiche) stigmate del kolossal e che invece risulta essere una pellicola che va ben al di là di sfarzosi scenari e racconti quasi mitologici.
    Senza contare quello che è il messaggio più forte e grandioso del film: il sapere è un esercizio laico della mente che non può e non deve assoggettarsi a nulla.

    Missile

  7. Alessandra, condivido in pieno la tua recensione.
    Questo è forse il film dell'anno, almeno per me: del resto Amenabar, da "Apri gli occhi" in poi, è uno dei registi che preferisco. Non è mai banale, e soprattutto tiene insieme come nessuno lucidità di sguardo e pathos, senza fare pasticci o ammiccare al pubblico.
    Si prende i suoi tempi, tra un film e l'altro, ma va bene così: pochi ma buoni, anzi eccellenti, come "The others", che per me è un capolavoro.
    Qui i temi erano davvero ponderosi, da far tremare le vene e i polsi, eppure c'è un equilibrio ammirevole, da prendere ad esempio.
     Un saluto.

  8. Missile, infatti, tra i tanti messaggi nascosti o meno nella narrazione, quello del sapere è sicuramente tra i più stimolanti.

    iosif, per me dire bello è poco!

    armapo, in effetti è anche nell'equilibrio che sta la grandezza di questo film.

  9. In effetti le mie riserve sul film erano proprio quelle che enunci ad inizio del tuo post, però il resto della tua analisi mi fa capire che l'ultimo lavoro di Amenabar prende in realtà le distanze dal genere kolossal/peplum che non sopporto… potrei quindi riconsiderare l'idea di andarlo a vedere…

  10. Si, secondo me, pur essendo comunque un kolossal, porta con sè un impianto concettuale/registico davvero non indifferente, al di là dei vari sottotesti citati.

  11. Bè, credo che in tanti abbiano avuti enormi dubbi sulla qualità di questo film, anche se a dirigerlo è uno come Amenabar che ci sa fare (ma di cui non ho ancora visto mezzo film).
    Ancora adesso ho i dubbi eh, ma avete destato la mia curiosità su questo "Agora".
    Quando accenni al triangolo amoroso e al fatto che non è stato utilizzato per alimentare un melodramma, ho pensato perfettamente ad "Alexander" di Stone, che, terribile, ci propina per 3 ore gli inciuci tra la Jolie e Farrell.

  12. Io non sapevo niente del triangolo amoroso prima della visione, però ero dubbiosa proprio sull'impianto generale della pellicola (alla "Troy" insomma). Per fortuna sono stata completamente smentita.

  13. Amenabar riesce a fare un film potente, che dice quello che deve in modo davvero coinvolgente.
    Diffidare di chi dice "dio è con noi", come Montaldo in "gott mit uns", un ottimo messaggio fra i tanti.
    Rachel è bravissima!

  14. Slec, lei è davvero molto ma molto brava, è vero.

    utente anonimo, quando il cinema riesce in questo dimostra tutta la sua potenza.

  15. bello, davvero bello sono d'accordo quasi su tutto…quello sguardo dall'alto così del cielo così impassibile è stupendo poi.
    il quasi si riferisce al triangolo amoroso e alla vicenda più o meno romanzata..secondo me da questo lato si è esagerato un po..troppa "romanzatura" e insistenza su temi molto chiari fin dall'inizio ma sfiora la perfezione..gran bel film (e l'ho visto sotto consiglio..il trailer era tremendo….)

  16. Il trailer non lo vidi sinceramente, comunque mi fa piacere che abbia apprezzato la qualità non solo formale, ma anche concettuale e comunicativa del film.

  17. Sono di fretta e quindi non ho letto il tuo post ma credo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda…..il film è molto bello, e ovviamente essendo un fisico l'ho dovuto recensire…….
    Ciao!

  18. Letta la recensione! Complimenti!
    Il film ovviamente è bello e come hai detto Amenabar è stato bravo nel fare un film in cui c'è un equilibrio tra i vari temi.
    E bravi gli attori…..e meno male che è uscito in Italia…..
    Buonanotte!

  19. …visto l'altro giorno e posso confermare che si tratta di un film superbo !!!
    Non conoscevo affatto la storia, l'unica cosa nota era "Ipazia" dipinta da Charles Mitchell

    Bravissima la Weisz in questa difficile parte !!!
    Ottima come sempre la tua recensione

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