Amityville horror 1978 Vs Amityville 2005

LA TERRIBILE CASA MALEDETTA


In una casa sul lago avviene una strage: un’intera famiglia sterminata apparentemente senza motivo da un individuo in preda ad un raptus. Un anno dopo ad abitare la stessa casa, arriva una tranquilla famigliola, i Lutz, che ben presto si ritroverà a dover affrontare una serie di eventi paranormali e diabolici. A tentare di aiutarli un prete che però verrà ostacolato in tutti i modi, fino a diventare cieco.

Un horror non del tutto riuscito questo "Amityvile horror" che ha dato inizio ad una lunga schiera di sequel e ad al remake nel 2005. Quello che non funziona nella pellicola, che comunque si fa apprezzare in quanto ad atmosfere, ambientazione e trovate visive, è la sceneggiatura un po’ ridondante e per certi versi poco credibile. La felicità della famiglia che con sforzi è riuscita finalmente ad acquistare una casa, è fin troppo palesata, oltre che ripetuta con una serie fastidiosa di dialoghi tra marito e moglie, durante i quali continuano a ripetersi ad oltranza di amarsi.
Il tema della casa infestata trova in questo film piena attuazione, difatti  la vera protagonista della pellicola è proprio l’abitazione infestata dai demoni che non riescono ad accettare gli ospiti disturbanti. Il continuo rimando alla facciata della casa con le finestre che si illuminano e che sembrano degli occhi diabolici, ha davvero un effetto disturbante e impressionante, contribuendo ad accrescere la vena orroristica della pellicola, basata più sul non visto che sugli effetti speciali, anche se questi non mancano come nella famosa e scioccante sequenza in cui il sangue comincia a sgorgare dai muri e sulle scale dell’abitazione. George, sua moglie Kathy e i suoi tre figli, cominceranno ad assistere a strani avvenimenti, come porte che si sradicano da sole, api che infestano una particolare stanza, finestre che si vanno ad abbattere sulle mani dei bambini, crocifissi appesi al muro che si capovolgono, scalini della cantina che all’improvviso si spezzano e via di questo passo. La piccola Amy comincerà ad interagire con un’amica immaginaria e lo stesso George diventerà sempre più scorbutico e scostante, fino a rischiare di divenire un terribile assassino, come quello che un anno prima aveva compiuto la strage.

Appare poco credibile il fatto che nonostante la mole impressionante di "sfortune" che si abbattono sulla casa, i Lutz, decidano di abbandonarla solo dopo 28 giorni, ma comunque se si abbandonano eccessive pretese per quanto attiene ad una certa coerenza e linearità di fondo, si può godere appieno di questa pellicola che offre anche una certa dose di tensione e di turbamento soprattutto grazie all’impatto visivo di alcune sequenze: il prete che viene attaccato da uno sciame d’api, lo stesso che in chiesa tentando di allontanare il maligno dalla casa dei Lutz diviene cieco, la baby-sitter che rimane chiusa nel ripostiglio con la bambina che all’esterno non muove un dito per aiutarla, gli scoppi d’ira di George, lo sconvolgimento emotivo della moglie del suo migliore amico che comincia a subodorare la presenza del maligno nella casa, l’arrivo della zia suora che scappa subito in preda al panico.

Tra i vari personaggi, l’unico che appare degno di attenzione, rimane il prete interpretato dall’ottimo Rod Steiger, che si fa assertore di un certo modo di vedere la fede e la religione, contrapposto ai suoi superiori e per questo osteggiato fino al vero e proprio allontanamento. Il dialogo tra lui e i suoi superiori e colleghi, nasconde comunque una sorta di considerazione su laicismo e religiosità che offre non pochi spunti di riflessione.

Ottimo l’utilizzo del sonoro costituito da una serie di cigolii, ronzii d’api, grugniti del cane che vanno a confondersi con i boati dei tuoni e dei fulmini del temporale che si abbatte su Long Island e decisamente apprezzabile la colonna sonora con note molto particolari che si fanno via via più pressanti man mano che il pericolo si palesa nella sua vera natura. Per concludere, ci si può ritenere decisamente, anche se non pienamente, soddisfatti di questo piccolo horror senza pretese, che sicuramente non raggiunge le vette di altre pellicole cult appartenenti al genere, ma che tutto sommato svolge in maniera discreta il suo compito.


E’ LA CASA AD ESSERE MALEDETTA, O SONO LE PERSONE?


Un remake questo del 2005 che stravolge completamente la vera natura dell’originale. E se già quello non era un capolavoro, figuriamoci cosa possiamo aspettarci da un rifacimento. Quello che più disturba, nel senso negativo del termine e non in quello desiderato quando si parla di una pellicola horror, è il voler tentare a tutti i costi di visualizzare il terrore con apparizioni continue e sfiancanti di mostriciattoli (i fantasmi della famiglia sterminata) che arrivano ad impaurire i vari protagonisti.

Laddove avevamo un buon gioco di atmosfere con il terrore che veniva solo accennato e si insinuava lentamente nello spettatore, qui ci ritroviamo con un’esibizione esagerata di espedienti orrorifici che, proprio per la loro eccessiva riproposizione, ottengono il risultato opposto. Come se non bastasse, l’assunto principale della pellicola originale, e cioè il tipico tema orroristico della casa maledetta, viene lasciato eccessivamente in secondo piano, per concentrarsi sugli effetti che questo tipo di maledizione ha negli abitanti, a partire dal capofamiglia (quasi sempre a petto scoperto per mostrare il bel fisico del giovane Ryan Reynolds, di contro alla beltà della sensuale Melissa George), che comincia ad avere atteggiamenti strani e violenti nei confronti del resto della famiglia.

Si potrebbe dire che questo è l’unico punto di contatto con la pellicola originale, anche se in quel caso era ben frammisto alle visioni agghiaccianti della casa che prendeva quasi vita, mentre qui viene trascurata eccessivamente. Sono stati eliminati anche molti personaggi di contorno (la zia suora, i migliori amici che si recano a fargli visita), per lasciare spazio, poco anche in questo caso, al prete che però non assume il valore emblematico che aveva nell’originale e, anzi, sembra essere messo lì per caso senza avere un  ruolo decisivo e ben amalgamato alle situazioni narrate (a poco serve richiamare quasi maldestramente la sequenza in cui il prete viene assalito da uno sciame d’api).

Una cosa in comune però c’è, trattasi dell’eccessivo didascalismo nel tratteggiare la situazione familiare rosea e felice dei Lutz che poi viene ovviamente sconquassata dai terribili avvenimenti causati dall’abitazione nella casa maledetta (l’assassino che l’anno prima aveva sterminato la sua famiglia, aveva detto di averlo fatto perché guidato da voci insistenti che glielo suggerivano, ed è questo forse l’unico elemento, comune ad entrambe le pellicole, che davvero turba lo spettatore, trattandosi comunque di una storia ispirata ad avvenimenti realmente accaduti). In questo caso, addirittura, come se il concetto non fosse abbastanza chiaro e lampante, il capofamiglia sottolinea insistentemente che lui e la sua famiglia hanno finalmente raggiunto il loro sogno americano (leggero tentativo di critica sociale ai desideri sfrenati di avere sempre più ricchezze?).

Una cosa è certa, comunque, a fine visione: questo "Amityville horror" più moderno e patinato (che punta ad impressionare lo spettatore più sprovveduto e meno abituato a questo genere di visioni "spaventose" che però per la loro insistenza e sottolineatura eccessiva rischiano di sfiorare il ridicolo involontario), sembra essere più che altro un film a sé stante che non ha quasi nulla a che vedere con l’altro da cui è tratto.

 

Pubblicato su www.supergacinema.it

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