Borat – Seguito di Film Cinema: Trump, Coronavirus complottisti e fake news con un pizzico di buonismo che stona

Dopo 14 anni in cui è stato costretto ai lavori forzati per aver ridicolizzato il Kazakistan, Borat viene rispedito negli Stati Uniti per donare al vicepresidente Mike Pence la scimmia Johnny, star indiscussa del suo paese. Una volta arrivato a destinazione, però, dovrà ingraziarsi i favori di McDonald Trump, facendosi aiutare suo malgrado da sua figlia, la quale si è nascosta nella cassa dove viaggiava la scimmia, mangiandola, pur di stare accanto a suo padre.

Sono passati realmente 14 anni dall’uscita del primo Borat, film che in qualche modo ha fatto da apripista a un certo tipo di satira e di comicità politica e demenziale al tempo stesso. Sono passati 14 anni, ma nonostante questo molti temi rimangono gli stessi e su alcuni di questi c’è ancora bisogno di ridere, perché davvero non si può in alcun modo prenderli sul serio. Nel frattempo, però, Borat è diventato un personaggio notissimo e quindi la spontaneità e la verosimiglianza su cui si fondavano le gag del primo film vengono un po’ a mancare, cosa a cui si cerca di sopperire con travestimenti fin troppo inverosimili e col personaggio della figlia che in qualche modo ne fa le veci, visto che ad interpretarla c’è un’attrice che ovviamente nessuno dei malcapitati di turno poteva conoscere. Questo, insieme alla volontà di voler trasmettere il messaggio, alla base dell’irriverente volgarità e della satira dissacrante, in maniera forse fin troppo didascalica, con momenti che a tratti, paradossalmente e incredibilmente, sfiorano il buonismo, sono forse gli unici difetti che si possono imputare a quest’opera evento che risulta ovviamente attualissima, nonostante ricalchi le stesse orme della precedente.

Un personaggio, quello interpretato da Sacha Baron Cohen, che è diventato iconico a tal punto da ispirare costumi di carnevale e da diventare simbolo di una volgarità mirata che nasconde una neanche tanto velata critica a certi personaggi e a determinate correnti di pensiero americane (ma anche qui in Italia non si scherza). Personaggi sonoramente sbeffeggiati e a loro insaputa protagonisti della loro stessa ridicolizzazione, come avviene in questo caso per Rudy Giuliani (al centro di una scena che a tratti fa gelare il sangue piuttosto che divertire), per un gruppo di complottisti (con i quali addirittura Cohen ha passato 5 giorni di lockdown dovendo mantenere i panni del personaggio h24), per una nota influencer che si esprime in maniera agghiacciante sul modo in cui una donna dovrebbe conquistare i favori di un uomo, per un medico di un centro antiabortista (qui siamo di fronte alla gag più dissacrante ed esilarante al tempo stesso del film, con una serie di equivoci da capogiro), per un gruppo di manifestanti anti lockdown che si ritrovano ad intonare una canzone dai contenuti allucinanti cantata sul palco da Cohen e si potrebbe continuare a lungo.

Grande merito di Borat – Seguito di Film Cinema, al netto delle perplessità di cui sopra, è che, nonostante tutto, riesce addirittura ad essere una sorta di “instant movie” perché in corso d’opera si è riusciti addirittura ad inserire scene e dialoghi dedicati al Coronavirus, con tutta una serie di battute rivolte a negazionisti e simili e con uno spassosissimo colpo di scena che racconta della nascita di questo virus, interpretazione che non sfigurerebbe minimamente accanto alle varie teorie complottiste che ogni giorno proliferano sul web e non solo (e quando ad un certo punto in un fuggevolissimo cameo appare Tom Hanks, davvero non sorridere di gusto e soprattutto di cuore sarà impossibile).

Alla luce di quelli che sono i risultati delle elezioni negli Stati Uniti, quasi sicuramente Cohen e i suoi collaboratori saranno ancora più soddisfatti di aver espresso il loro dissenso verso un determinato modo di fare politica e di pensare in generale, ricorrendo alla risata solo superficialmente smargiassa e demenziale, ma indubbiamente molto intelligente nel ribaltare situazioni e nello smascherare la stupidità, l’ignoranza e in certi casi, la vergognosa natura, di certi personaggi che ricoprono anche ruoli e cariche di un certo peso.

4 commenti su “Borat – Seguito di Film Cinema: Trump, Coronavirus complottisti e fake news con un pizzico di buonismo che stona

  1. Del primo Borat non ho visto che alcune clip e devo dire che quello non è proprio il mio tipo di comicità. Ho visto Il Dittatore, sempre con Cohen, e l’ho trovato disgustoso, stesso motivo: questa comicità demenziale e volgare, per quanto possa avere intenti critici edificanti, non fa proprio per me. Tuttavia ho avuto modo di rivalutare Cohen come attore e cantante vedendolo prima in Sweeney Todd e poi in I Miserabili. Ho stima di lui come artista ma non mi piace il suo stile satirico, quindi temo proprio che questo Borat 2 non faccia per me…

  2. Questa volta Cohen si è sentito in dovere di mettere in chiaro la sua posizione politica, continuo a pensare che se avesse rinunciato alla struttura da (finta) “Candid camera” sarebbe stato una commedia migliore, malgrado tutto almeno la scena del piccolo bambino dentro da togliere mi ha fatto ridere, sono una brutta persona lo so 😉 Cheers

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