Che bella giornata

REGIA: Gennario Nunziante
CAST: Luca Medici, Nabhia Akkari, Ivano Marescotti, Rocco Papaleo, Tullio Solenghi, Caparezza, Cinzia Mascoli
ANNO: 2011
 
Checco Zalone, bodyguard in una discoteca di Milano, terrone nell’anima, ignorante e combina guai, ha un desiderio: entrare nell’arma dei carabinieri, visto che tutti i suoi parenti sono nelle forze dell’ordine. Per la terza volta, però, non passa l’esame di ammissione e grazie alla raccomandazione di uno dei suoi parenti col vescovo, arriva a ricoprire l’incarico di guardia della sicurezza per il Duomo di Milano. Per questo motivo viene avvicinato da una ragazza araba che finge di affezionarsi a lui solo perché, insieme al fratello, ha intenzione di organizzare un attacco terroristico alla Madonnina.
 
Mettiamo subito le carte in tavola: “Che bella giornata”, così come il suo predecessore “Cado dalle nubi”, non è un film dalle qualità registiche, teoriche, tecniche o formali. Non è un vero e proprio esempio di cinema inteso come arte, come oggetto di interesse culturale, come veicolo di importanti riflessioni o considerazioni. Trattasi semplicemente di una pellicola usa e getta che ha un unico obiettivo: intrattenere allegramente il pubblico e farlo ridere con una serie di gag ben orchestrate e, soprattutto, con l’inarrestabilità del suo protagonista, ormai in ascesa continua a partire dai tempi delle sue apparizioni televisive a Zelig. Insomma, così come il protagonista da lui interpretato fa maldestramente nel film, Luca Medici, in arte Checco Zalone, ne ha fatta davvero di strada, riuscendo in qualche modo a mantenere salda la sua linea comica e non cedendo alla convenzionalità imperante nel mondo della commedia italiana dei nostri giorni. E’ per questo che, pur mantenendo salda la convinzione che non si sta parlando di cinema di qualità, si può sostenere che questa seconda fatica cinematografica di Gennaro Nunziante, anche sceneggiatore a quattro mani con lo stesso Medici, è sicuramente un prodotto soddisfacente nella sua natura, oltre a differenziarsi positivamente dagli esponenti dello stesso genere. Così come lui stesso ha detto in una conferenza stampa, molto probabilmente è nato un nuovo genere, il cinedigestivo, forse per mandar giù meno amaramente i vari cinepanettoni? Forse è ancora presto per dirlo, ma una cosa è certa: la differenza c’è e si vede. In questo caso il divario è costituito dall’intento parodistico che sta sempre alla base dell’ironia e del sarcasmo dei due autori che prendono sempre di mira determinate realtà sociali del nostro paese e le stravolgono in chiave comica. Laddove nel primo film avevamo un ritratto impietoso del mondo dei reality, dei talent, oltre che dell’omofobia e dell’ignoranza, questa volta siamo di fronte ad altre “piaghe” che attanagliano la nostra bella Italia: il razzismo religioso e non (la protagonista è musulmana e spesso si ritrova nel mezzo di contraddizioni e assurdità che riguardano la nostra religione), il favoritismo e lo scavalcamento della meritocrazia in un mondo fatto di raccomandazioni (anche in questo caso la Chiesa viene presa bonariamente di mira), le motivazioni a volte per nulla eroiche che spingono i nostri ad andare in missione di “pace” in Iraq (nel caso del padre di Checco, si tratta di un’occasione unica per allontanarsi dalla moglie arcigna e rompiscatole e trovare finalmente la sua pace, oltre che i soldi per pagare il mutuo) e, ancora una volta, le caratteristiche peculiari di un Sud fatto di feste interminabili, di abbuffate colossali, di gusti musicali discutibili (il povero Caparezza, in un cameo alquanto divertente, dopo aver evocato gli anni di Woodstock e di Jimi Hendrix, è costretto a suonare “Sarà perché ti amo” e “Non amarmi”).
Altro tratto distintivo di questo come del primo film, sono le canzoni appositamente composte da Luca Medici che riescono a dare un valore aggiunto alle gag che si susseguono nella narrazione, rendendole più demenziali e spassose, grazie anche al talento interpretativo del protagonista che assume movenze ed espressioni assurde. Accanto a lui attori apprezzabili e indicati per i ruoli che interpretano come Tullio Solenghi, Rocco Papaleo e, soprattutto per i fan dei mitici trailer di Maccio Capatonda, il grande Luigi Luciano, in arte Fernandello e Bip Bip Ballerina.
Tutto questo, ovviamente, non basta a creare un film imperdibile o imprescindibile per gli amanti del cinema, ma costituisce una buona base per chi non ha nessuna pretesa e al cinema richiede solo ed esclusivamente una cosa: ridere spensieratamente per un’ora e mezza e tornare a casa senza alcun tipo di arricchimento emozionale o intellettivo. Del resto, tralasciando opere più mature o capolavori del genere, la commedia disimpegnata alla fin fine, è proprio questo.

VOTO:

Pubblicato su www.livecity.it e www.supergacinema.it

11 commenti su “Che bella giornata

  1. non sei la prima che sento parlare abbastanza bene di questo film. persino mereghetti sul corriere ne ha dato un giudizio positivo. ora, io non l'ho visto quindi non posso giudicare, ma penso che i gusti di noi italiani (persino di gente che se ne intende, come te o appunto mereghetti) negli ultimi anni si siano decisamente livellati verso il basso. ovvero: ci accontentiamo di poco, basta che non sia boldi-de sica e va già bene. poi non so, magari è davvero ben fatto, ma secondo me un film così 20 anni fa non sarebbe nemmeno stato preso in considerazione da chi generalmente si occupa di cinema con la c maiuscola. io non andrò a vedere "che bella giornata". non per snobismo, ma perché, come dici tu, non si tratta di cinema inteso come arte, è un prodotto usa e getta, e a me – che sono all'antica – non piace che il cinema sia preso così alla leggera, come un'appendice più remunerativa della tv (io detesto la tv italiana). poi magari un giorno lo vedrò per caso su italia1 e mi dirò "però, che stupido, potevo anche vederlo prima, è carino", ma ora come ora l'idea di sborsare 7 euro per un prodotto del genere proprio non mi va.
    ciao, scusa lo sproloquio,
    alberto

  2. Il film non l'ho visto però c'è un film comico che salvate?
    o un film comico non è cinema, secondo voi?
    Cioè Balle spaziali è cinema?
    Buona serata!

  3. in realtà la non pretesa ,ha moltissime pretese.Un film leggero e nato per intrattenere ha grossissime responsabilità perchè è facilissimo finir nel disastro,senza nemmeno la scusa di dire:stavo artistizzando alla cazzo di cane,come piacerebbe a reneè ferretti-boris.

    Detto questo il mio disprezzo per Checco Zalone potrebbe creare tante montagne k2 nel tavoliere delle puglie

  4. Alberto, ma io non ho detto che è un bel film o che può essere considerato un prodotto artistico. Ho semplicemente sottolineato qualche aspetto positivo che lo contrassegna, come pura opera di basso intrattenimento e che lo contraddistingue da altri film di becero livello. Dire che questo non è di becero livello non vuol dire che è un grande film. Però comprendo il non voler spendere soldi per guardarlo, proprio perchè non si tratta di "vero e proprio" cinema. Detto questo, almeno per quanto mi riguarda, a volte si guardano anche cose più "scadenti", pur amando totalmente l'arte alla quale si affiancano, giusto per vedere com'è, per passare del tempo in compagnia, per farsi strappare due risate senza impegno, sottotesto o chissà che altro.

    pavelo, indubbiamente la commedia è cinema. Però, come scrivo nella recensione, c'è film comico e film comico. Un conto è la commedia che nasconde sotto anche dell'"arte", chiamiamola così, un conto è quest'altro tipo di commedia, veramente usa e getta, che dopo un po' non ti lascia veramente nulla. Balle spaziali è sicuramente un film, almeno secondo me, anche perchè al suo interno ha tutta una serie di riferimenti cinematografici e metacinematografici davvero mirati e intelligenti, nonostante siano nascosti sotto una patina di straripante demenzialità.

    viga, bè, il disprezzo è incontestabile. Se non ti piace e ti sta antipatico, ovviamente fai benissimo a non guardare nulla che lo riguardi.

  5. Non sarà sicuramente un film da cineteca ma è spassoso, divertente e irreverente. Non è volgare,  la risata è spontanea, non nasce dai soliti doppi sensi a carattere sessuale a cui siamo ormai abituati nella comicità.
    Ho visto il film ieri sera, ho passato più di un'ora con il sorriso sulle labbra in una sala piena di gente che rideva spassosamente.
    Che bella giornata ….. anzi serata.

  6. E' del tutto comprensibile e rispettabile anche questo punto di vista. Sicuramente non un film memorabile, ma perlomeno intrattiene piacevolmente senza scadere nel becero.

  7. .. leggendo, mi basta una frase alla fine della recensione. …ma costituisce una buona base per chi non ha nessuna pretesa e al cinema richiede solo ed esclusivamente una cosa: ridere spensieratamente per un’ora e mezza e tornare a casa senza alcun tipo di arricchimento emozionale o intellettivo

    Esattamente. Visto sta sera, senza alcuna pretesa..ma con la speranza di farmi quattro risate in santa pace e con la speranza di non trovarmi di fronte a qualche spazzatura volgare che tenta di far ridere..
    così è stato. e anche più di quattro risate.

  8. …pure questo secondo film con Checco Zalone mi è piaciuto molto !
    Oggigiorno far ridere è diventata cosa difficile e assai rara, purtroppo si cade
    spesso nel becero e volgare 🙁

    Pure negli USA non stanno meglio, continuano a sfornare sequel, prequel, remake, ecc. Ormai il pubblico ne ha piene le scatole !!!
    Da parte mia sono anni che prediligo i film datati. E questo è davvero triste 🙁

  9. Sul fatto che ormai in Italia per far ridere si scada nel becero, siamo assolutamente d'accordo. Infatti almeno questi film con Zalone, pur non essendo chissà cosa, non scadono appunto nel becero…

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