Gamer




REGIA: Mark Neveldine, Brian Taylor

CAST: Gerard Butler, Michael C. Hall, John Leguizamo, Kyra Sedgwick, Logan Lerman, Alison Lohman, Milo Ventimiglia, Aaron Yoo, Ludacris, Amber Valletta, Zoe Bell, Terry Crews, John de Lancie

ANNO: 2010

 

Nel 2034, il milionario Ken Castle ha inventato due giochi che comportano l’utilizzo di veri e propri esseri umani come giocatori. Pagando una certa cifra di denaro è infatti possibile “comandare” la mente e il corpo di queste persone tramite delle particolari cellule inserite nel loro cervello. Il primo gioco è Society, l’altro è Slayers, in cui un gruppo di detenuti del braccio della morte, si sfida in una sorta di sparatutto in cui dopo la trentesima vittoria si può giungere alla libertà. Kable è colui che ha vinto più partite, ma sarà anche colui che si ribellerà al sistema.

 

Un action puro e fracassone questo “Gamer” di Neveldine e Taylor, già autori di “Crank” e “Crank 2”, che ci fa uscire dalle sale più frastornati e fomentati che mai. Non manca l’adrenalina, a cominciare dal “fisicatissimo” protagonista, un adeguato Gerard Butler, che tra sparatorie e lotte corpo a corpo si sente a suo agio. Ma è tutto lo stile registico ed estetico del film ad avere una tipica e inconfondibile impronta action, come dimostra la frenesia del montaggio, il numero esponenziale di inseguimenti, scoppi, uccisioni, combattimenti con armi o a mano e via di questo passo. Il tutto realizzato facendo ricorso ad un imperativo seguito con totale rigore, quello della velocità. L’impianto visivo e formale della pellicola, richiama, infatti il videoclip, con un susseguirsi quasi fulmineo delle varie sequenze ad alto tasso di violenza. Il tutto per la gioia dei fan dei film d’azione che si divertiranno a cogliere anche i riferimenti al cinema di genere, senza considerare le ottime interpretazioni degli attori perfettamente calati nelle loro parti a volte surreali, a volte grottesche, a volte puramente fisiche. Ecco che allora l’antagonista, quel Michael C. Hall che con il serial “Dexter” ha dimostrato il suo enorme talento di interprete, riesce a controbilanciare perfettamente il suo “opposto”, esibendosi in una performance davvero molto accattivante e spassosa, con un balletto finale sulle note di “I’ve got you under my skin” che ha dell’assurdo, ma che per questo riesce a far sorridere e a farsi apprezzare anche perché inserito in un momento di estremo climax narrativo, dato che si è arrivati al faccia a faccia tra i due antagonisti. Un faccia a faccia che poi diventerà di dominio pubblico, smascherando l’ignominia del multimilionario che si è arricchito sui corpi e sulle menti degli altri, assumendo il ruolo di inventore di un tipo di intrattenimento estremamente soddisfacente e privo di conseguenze negative sugli esseri umani, eccetto quelli che ugualmente sarebbero andati incontro a morte certa. Ecco che allora arriviamo al tasto dolente di “Gamer”, che nonostante questo rimane comunque un film godibilissimo, e cioè il continuo e fin troppo sottolineato riferimento al principale sottotesto che accompagna le avventure del guerriero e dei suoi aiutanti. Trattasi di una vera e propria critica al mondo dei reality, all’andamento dei mass-media in generale, al mondo del giornalismo (seppur una fina troppo stereotipata giornalista tenta nel finale di salvare la categoria) e all’eccessiva spettacolarizzazione non solo della violenza, ma delle vite altrui. Se non fosse che il film percorre proprio gli stessi binari, senza riuscire a farlo in maniera abbastanza ironica o sarcastica, la denuncia avrebbe raggiunto maggiormente il suo scopo, piuttosto che risolversi in una sorta di “predichiamo bene, ma razzoliamo male”. Al di là di questo, sono anche alcuni passaggi narrativi “secondari” che rendono meno fluente e totalmente apprezzabile “Gamer”, come tutta la storyline della moglie e della figlia del protagonista, l’unica sua ragione di vita e motore della sua violenza e della sua sete di vendetta (da tipico action che si rispetti, certo, ma una seppur leggera variazione del tema sarebbe stata gradita); o la creazione di un gruppo di sovversivi, gli “Humanz” (fin troppo macchiettistici nel loro abbigliamento, ma non solo, oltre che già visti in un film recente come “Il mondo dei replicanti”, che con questo tra l’altro ha molte altre cose in comune), che tentano in tutti i modi di ostacolare l’accrescersi di queste “realtà virtuali”, inserendosi come dei virus nelle trasmissioni delle stesse.

Nonostante ciò, rimane il fatto che “Gamer” non ha un momento di stallo o di noia e riesce a conquistare l’attenzione dello spettatore grazie alla sua forma piuttosto che al suo contenuto. Un po’ come capita ai “giocatori” di Society e Slayer, privati della propria personalità e guidati letteralmente da qualcun altro. Nel caso di “Gamer” questo “qualcun altro” sono i registi che riescono a collezionare punti e a vincere anche questa partita.

 

VOTO:

 

Pubblicato su www.livecity.it

9 commenti su “Gamer

  1. ciao, domani sono indeciso, fra questo e daybreakers, cosa mi consigli?
    la mia mail ce l'hai.. anche perché non so se riesco a tornare a controllare cosa mi hai risposto.. un abbraccio..

  2. Ecco, gli manca quell'ironia che aveva fatto la fortuna di Crank, che era anche soprattutto autoironia. qui si attacca la tv ma poi se ne mutuano stili e schifezze. tutto troppo piatto. anche la questione "morale-filosofica"-

  3. Noodles, Crank purtroppo ancora non l'ho visto. Comunque si, gli manca un pò di ironia. Però tutto sommato, a parte questo, io l'ho trovato un buon film.

  4. pensavo mi avresti dissuaso, invece… Ma si è capito perchè 6 mesi fa sarebbe dovuto uscire con il titolo "Game" e in seguito è diventato Gamer?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.