REGIA: Joseph L. Mankievicz
CAST: Michael Caine, Laurence Olivier
ANNO: 1972
TRAMA:
Lo scrittore di gialli Andrei Wyke, invita nella sua villa l’amante di sua moglie di origini italiane, Milo Tindolini, per vendicarsi in maniera machiavellica. In realtà gli sarà reso pan per focaccia, ma dopo un primo pareggio, tutto verrà rimesso in gioco…
ANALISI PERSONALE
Costui è il giovane e buontempone Milo Tindle (Tindolini) (un perfetto ed elegantissimo Michael Caine), che si reca ingenuamente a far visita al marito della sua amante, senza sapere a cosa sta andando incontro. Milo è di origini italiane e non è riuscito a salire la scala gerarchia della società, anche perché fa un lavoro umile (almeno all’epoca) come quello del parrucchiere, anche se desidererebbe scalare la vetta e assurgere al ruolo di signore, al livello del suo rivale.
Inizialmente tra i due si svolge un acidissimo scontro verbale, pieno di battute pungenti e a tratti innocue che portano però entrambi a voler sopraffare l’altro (“Ecco la camera della signora. O già sapevi come entrarci?”, “Dove? Nella camera o nella signora?”), ma ben presto ci rendiamo conto che Andrew ha escogitato qualcosa di grosso, dato che invita il suo rivale ad inscenare una rapina per rubare i diamanti conservati nella sua cassaforte, di modo tale da potersi permettere di soddisfare i desideri della viziata Margherita e di far intascare a lui l’ingente somma dell’assicurazione.
Si comprende subito che si tratta ovviamente di una trappola per incastrare Milo, ma questi forse spinto dal troppo amore nei confronti di Margherita (ma appare difficile crederlo, dato che la donna appare essere quasi solo un pretesto per la lotta alla sopraffazione che i due protagonisti ingaggiano) o dalla cupidigia, si presta ad attuare l’ingegnoso piano dello scrittore di romanzi gialli (qui definiti con spregio come “passatempo per gli aristocratici”), travestendosi addirittura da pagliaccio (per non lasciare tracce o prove della sua presenza), rendendosi assolutamente ridicolo agli occhi di Andrew che se la ride per la stupidità e l’ingenuità del bellimbusto, pieno di sé ma inconsapevole di valere meno di lui. Questo primo match si chiude con la vittoria schiacciante del più anziano dei due giocatori. Ma quando tutto appare essere finito, ecco che si rimescolano le carte in tavola e il vendicativo Milo torna in scena ribaltando la situazione e facendo provare ad Andrew le stesse sensazioni di terrore, paura e soprattutto umiliazione, che egli stesso ha dovuto subire durante la sua prima visita alla villa. Questo secondo match si conclude, quindi, con la vittoria del più giovane dei due giocatori. Potrebbe finire così, con un pareggio appagante per entrambi, ma in realtà nessuno dei due vuole uscirne se non da assoluto vincitore.“Tu sei proprio un uomo che non sa perdere, vero Andrew?” “Io non faccio mai giochi per divertirmi e in particolari giochi di umiliazione”, dice Milo al suo interlocutore e questi successivamente ci fa comprendere quanto sia importante il gioco, anzi la vera e propria “lotta” tra i due: “Noi sappiamo che significa un bel gioco, tu e io”, infatti egli dice. Quindi è assolutamente necessario un terzo match che si svolgerà fino all’ultimo respiro di uno dei due, ma che non segnerà la vittoria assoluta dell’altro, perché è tassativamente importante capire che “non si può fare lo stesso gioco per tre volte di fila”, e in questo caso se ne vedono le conseguenze disastrose per entrambi i duellanti.
Lo stampo teatrale (unico spazio di rappresentazione, avvenimenti che si svolgono quasi in tempo reale, due soli attori che giocano sui dialoghi e sui movimenti) contribuisce a rendere più intenso e particolare l’incontro/scontro tra questi due piccoli/grandi personaggi, che paiono quasi dimenticarsi dell’iniziale motivazione dei loro dissidi (Margherita) e che continuano a “combattersi” su altri fronti, come ad esempio l’affermazione di classe e la superiorità fisica ed intellettuale. La pellicola corre sul doppio binario dell’ironia e della paura, della quasi commedia (perlomeno nella parte iniziale ricca di battute al vetriolo) e del giallo, del sarcasmo e dell’inquietudine. La prima componente è data soprattutto dalla sceneggiatura costruita e basata su dialoghi a dir poco brillanti e dall’abilissima recitazione dei due protagonisti che riescono a cambiare faccia ed espressione come se niente fosse, rimanendo credibili dall’inizio alla fine sia in un ruolo che nell’altro; e la seconda componente è costituita soprattutto dall’ambientazione a dir poco psichedelica che mette i brividi per quanto sia quasi orrorifica (il marinaio Jack, la bambola che ride a comando per la supremazia ora dell’uno ora dell’altro, è davvero particolarmente spaventosa e divertente allo stesso tempo; vedere per credere) e dalla colonna sonora, che oltre ad avvalersi di alcune bellissime canzoni degli anni ’30 (per le quali Milo prende in giro Andrew, che è solito ascoltarle), si arricchisce con alcune note davvero allucinanti (che fanno venire in mente in maniera impressionante il grandissimo compositore Nyman, ma che fu firmata da John Addison che quell’anno fu candidato all’Oscar, così come furono candidati all’Oscar i due attori protagonisti e il regista).
Chi dei due giocatori avrà la meglio? Colui che ha iniziato il gioco per vendicarsi della sottrazione di una moglie non più amata e per affermare il suo primato di classe o colui che lotta apparentemente per la donna amata, ma in realtà per vendicarsi di un’umiliazione troppo grande da poter sopportare? In realtà nessuno dei due, così come a nessuno dei due vengono rivolti da parte dello spettatore, maggiori simpatie o antipatie, dato che entrambi riescono a conquistarle, a turno, entrambe, in un vortice di giochi pericolosi che non lascia via di scampo.
CITAZIONE DEL GIORNO
LOCANDINA
ma sai che non sapevo fosse di makiewicz?? non l’ho ancora visto, ma amo i film con impianto teatrale e questo potrebbe essere di mio gusto. il remake non mi attira, invece.
mario
A me il remake è piaciuto moltissimo, anche se ovviamente come quasi sempre è meglio l’originale ^^
sleuth era un buon film, questo è un gran film! sempre mejo l’originale!!!
Un bellissimo film che non vedo da tanto tempo.
Eh si Claudio, devo dire che non mi è mai capitato di vedere un remake meglio dell’originale, o forse ora non me ne rammento…
Luciano, secondo me la merita una seconda visione ^^
Pensavo di recuperare il remake nei prossimi giorni, saltando l’originale (non so perchè^^).
A questo punto dopo aver letto questa recensione faccio inversione di marcia!
Ciao,
Lorenzo
mannaggia non riesco a.. ehm.. trovarlo.. il remake mi è piaciuto molto..
Si, t3nshi credo sia meglio non invertire l’ordine ^^
trinity, peccato! Ti assicuro che ne vale davvero la pena, soprattutto se ti è piaciuto il remake, così come è piaciuto a me ^^
ero sicuro che ti sarebbe piaciuto molto. Gran film davvero, meglio certamente del remake…
ciao
chimy
Si, certo è meglio, ma a me il remake è piaciuto comunque moltissimo ^^
che meraviglia!ancora non ho visto il remake (che devo vedere assolutamente!) ma questo mi colpì davvero!anche da 9 per me!certo è invecchiato in alcune cosa ma quell’impianto teatrale di cui anche tu parli colpisce davvero!e poi due attori del genere..mamma mia!
Già, completamente d’accordo!! Comunque il remake è davvero fatto benissimo, non è all’altezza di questo, ma ci manca poco!
“Nonostante il remake rimanga alquanto fedele all’originale, cambiando solo nell’ambientazione”
Sai che non son molto d’accordo? — Invece d’accordissimo sull’originale!