Il demone sotto la pelle




REGIA: David Cronenberg

CAST: Barbara Steele, Paul Hampton, Joe Silver, Lynn Lowry

ANNO: 1975

 

TRAMA:

 

Qualcosa di strano succede nel lussuoso complesso residenziale chiamato L’arca di Noè a Toronto. Una diciannovenne viene trovata sventrata e uccisa per mano di un dottore che subito dopo l’atto si è tolto la vita. Costui stava facendo delle ricerche per poter sostituire alcuni organi umani malfunzionanti con una specie di verme. In realtà questo verme serviva a ben altro: aumentare considerevolmente gli appetiti sessuali di coloro i quali ne vengono in contatto. La vittima andando a letto con numerosi abitanti del condominio ha contribuito a diffondere una specie di virus malefico, con dei risultati sempre più disastrosi.

 



ANALISI PERSONALE

 

“Persino la morte è un atto d’erotismo”, dice l’infermiera al dottore, protagonista di questa pellicola. In questa affermazione dai contorni quasi spaventosi risiede quello che è forse l’assunto principale di questa pellicola e di quella che sarà poi la tematica principale di tutte le pellicole a venire del regista canadese: il binomio sesso-violenza, in questo caso più che mai al suo apice d’espressione. Un binomio che diventa palesemente un trinomio con l’aggiunta di un elemento che è il cibo, altra “fissa” del regista (Ho fame d’amore…sei mio!!). Prima pellicola ad essere distribuita del grande regista (in realtà sua terza fatica), Il demone sotto la pelle (conosciuto anche come Shivers) contiene già quello che sarà un vero e proprio chiodo fisso, il leit-motive ricorrente in tutta la filmografia di Cronenberg (senza escludere gli ultimi film che sono comunque frutto di una consistente “virata”) e cioè il mutamento psicologico che si esplica sostanzialmente con un vero e proprio, il più delle volte mostruoso, mutamento del corpo e della carne. L’uomo diviene quasi un mostro per riuscire ad affermare i pensieri, i sentimenti, le pulsioni, gli istinti più reconditi della sua mente e a quel punto è una vera e propria lotta all’affermazione di una personalità che scalcia per potersi delineare nella sua reale natura. Tutto questo lo troviamo già in questa pellicola dai contorni perversi, erotici, sensuali, ma al tempo stesso allucinanti e inquietanti. Nonostante la scarsità dei mezzi (in fin dei conti stiamo parlando di un b-movie che però è un vero e proprio cult, perlomeno per gli amanti del genere) e l’impossibilità di avvalersi di un cast di attori conosciuti (ad esclusione di Barbara Steele), Cronenberg riesce a dare vita a tutti i suoi incubi che poi diventano anche i nostri, grazie ad una regia già inconfondibile che si esplica in tutta la sua particolarità e originalità in alcune sequenze piuttosto che altre, soprattutto nella seconda parte del film nella quale il virus è ormai scoppiato creando il caos più inimmaginabile sfociante nel dilagare delle più sfrenate pulsioni sessuali degli abitanti del condominio. Ed è così che assisteremo sempre più impressionati a sequenze di inaudita violenza con un alto livello di splatter nelle quali il sesso assumerà dei contorni a dir poco “malati”: esplosioni orgiastiche al limite dell’assurdo sfocianti anche nell’incesto, nella pedofilia, nell’omosessualità (anche se in questo caso parlare di atteggiamenti malati è sbagliato), nella gerontofilia e via dicendo. Il condominio intero è ormai spacciato, non si è salvato nessuno, ad eccezione del dr. Rogers che tenta in tutti i modi di scoprire l’origine del virus e di distruggere una volta per tutte il verme, e la sua infermiera nonché amante, che lo aiuta fino a quando anche lei non soccombe suo malgrado alle “forze del male”. Quello che più colpisce di questa pellicola dai contorni fortemente horror, nonostante la fotografia pulita e lineare sembra farci pensare tutto il contrario, è il fatto che il virus si trasmette per via orale con un semplice bacio (l’elemento più “puro” della sfera sessuale), a dimostrazione del fatto che la perversione, il marcio, si nascondono proprio dove meno potremmo mai pensare, come del resto viene sottolineato proprio dalla scelta dei protagonisti, borghesi che decidono di vivere in un condominio isolato, ultra-moderno, ultra-lussuoso, ultra-sicuro. Ma ben presto essi si dimostreranno per quello che sono in realtà, paleseranno la loro più recondita essenza: un uomo converserà con il verme all’interno del suo corpo, il quale si muoverà da un angolo all’altro quasi a voler comunicare in qualche modo; un signore tenterà di far “accoppiare” sua figlia col Dr. Rogers, non prima di averlo fatto egli stesso; una bambina affamata di sesso si lancerà come assatanata su un uomo assalito dagli altri abitanti del condominio. Nonostante qualche momento di stanca, il film riesce a tenerci col fiato sospeso fino a portarci verso un finale straordinario che ci lascia senza speranza alcuna che ci possa essere una via d’uscita. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Siamo sicuri che gli abitanti de L’arca di Noè non siano in realtà migliorati dopo il contagio? Che siano finalmente liberi di esprimere se stessi e i loro appetiti sessuali, senza bisogno di nascondersi o reprimersi? Il regista ci lascia con l’interrogativo sospeso, offrendoci l’opportunità di decidere quale sia la risposta migliore.

 

VOTO: 8

 

  


CITAZIONE DEL GIORNO

 

A trovare un’altra moglie si fa presto. Ma una cavalla come quella io non la trovo piu’. (Un locandiere messicano in "Ombre Rosse")

  


LOCANDINA

 

 

27 commenti su “Il demone sotto la pelle

  1. quando si parla di Cronenberg sono assolutamente di parte, ma questo credo che ormai si sia capito…

    Questo film l’ho sempre trovato particolarmente inquietante, soprattutto nel finale…il fatto è che mi è sempre sembrato che croneberg abbia rappresentato questa rivoluzione sessuale come in un certo senso liberatoria, una sorta di realizzazione…cosa che non accadrà nel successivo Rabid…

  2. Per ogni film recensito dovresti aggiungere il genere così come fai per la regia, il cast e l’anno. Non sarebbe una cattiva idea.

  3. E’ stato il mio primo Cronenberg. Quando molti anni fa lo vidi quasi per sbaglio rimasi a bocca aperta. Mi sembrò qualcosa di più di un semplice horror, una sorta di contaminazione, di viaggio verso l’imponderabile. Il cinema che si fa carne. Ormai è un cult e chi vuol conoscere Cronenberg deve fare i conti anche con questi film.

  4. Fly, in realtà non lo faccio perchè per certi film è davvero difficile scegliere un solo genere, diciamo che è un pò “riduttivo”.

    iosif, a questo punto Cronenberg non fa proprio per te!! XD

    Testavuota, il voto sostanzialmente è solo una formalità, però si se lo merita in pieno!

    Lost, non c’erano dubbi sul tuo grado di gradimento, mi si perdoni il gioco di parole.

    Luciano, infatti credo che come “opera prima”, sia davvero un esauriente biglietto da visita del regista canadese.

    Weltall, lessi da te che consigliasti il dvd!

  5. Un film che conosco MOLTO bene… anzi, conosco assai bene quel caro vecchio marpione di Cronenberg, visto che ho visionato TUTTI i suoi film… 😉

    Comunque, SHIVERS è una variante dello zombie-movie particolarmente riuscita!

    Ciaoooo ^^

  6. Dai non è difficile come pensi, anche i migliori siti che recensiscono film si permettono l’azzardo di specificare un genere. Che poi ti basterebbe sbilanciarti un attimo e basarti sulle classiche suddivisioni in generi che benissimo conosciamo (Drammatico, Comico, Avventura, Thriller, Noir, Giallo ecc.) e in rari casi cavartela o dicendo “Altro Genere” o unendo più di un genere insieme per dare un’idea indicativa, ad esempio “Thriller-Fantastico”, “Grottesco-Poliziesco”. Per orientare davvero bene il lettore prima di buttarsi alla lettura della rece, direi che è essenziale.

    E poi ti divertiresti a rieditare la scheda di ogni film.

  7. Damiani, se ami Cronenberg non puoi perdertelo!

    Giovanni, ti raggiungo!!!

    Fly, non ci penso nemmeno un attimo di rieditare tutte le mie schede!! Non ne ho nè la voglia, nè il tempo! 😛

  8. “Cronenberg riesce a dare vita a tutti i suoi incubi che poi diventano anche i nostri”.

    SHIVERS è un manifesto, c’è già tutto il Cronenberg a venire.

    8 pieno!

  9. Comunque questo lo vedrò sicuramente, anche molto presto. Di Cronenberg i miei preferiti al momento restano “La Zona Morta” e “La Mosca” considerando che della sua filmografia conoscerò si e no il 5% delle opere. Recentemente ho guardato “La Mosca 2” rimanendo parecchio deluso, in primo luogo per l’assenza di Jeff Goldblum, e poi per la ciofeca di film che si è rilevato. Vedremo Shivers come si rivelerà.

  10. Ricordo che quando vedemmo “insieme” Il pasto nudo, non ti piacque per niente. E’ uno dei miei preferiti di Cronenberg tra l’altro. Quindi non so fino a che punto tu possa apprezzare questa sua “opera prima”. Comunque vedilo poi fammi sapere.

  11. Ahhh, Shivers… sublime incipit della poetica cronenberghiana, folgorante esordio di uno dei pochi autori realmente INDISPENSABILI del cinema contemporaneo, pronto poi, dopo questo bel debutto, a discendere nei miasmi infernali di Brood e Rabid.

  12. A dire il vero avevo in mente di guardarlo da tempo, ma la lista di film da recuperare è talmente infinita, e se ci aggiungiamo anche i telefilm siamo davvero finiti…

  13. Sinceramente non mi sono mai piaciuti i film di cronemberg, trovo difficile credere che possano piacere a qualcuno. Rimango convinto che alla maggior parte dei suoi estimatori sia utile solo come lustro per dimostrare che ne capiscono di cinema.

    Che dire… cronemberg ho cercato di capirlo in tutti i modi, recensioni, visione di molti suoi film, discussioni con i presunti estimatori… oh… sembra che da qualunque parte lo si voglia guardare fa sempre schifo

    ^^”. Gli effetti che usa sono tecnicamente abominevoli, ok, non è quello l’importante, l’importanza ricade sul simbolo e l’effetto scadente rende il cinofilo vittima di una malia, come coinvolto da una sorta di trip feticistico nei confronti della pellicola. Per altro, molto cronembergriano. Tutto ciò farcito di una simbologia banale, che forse per l’epoca poteva infrangere molti tabù, ma oggi? è cmq orrendo! … per me trovare cronemberg piacevole, è come un tizio che si piace con l’influenza… ci deve essere proprio una passione insana per l’orrido ed il patetico. E anch il mal fatto. cronemberg è l’espressione artistica di una malattia cinofila.

    Ale, mi rivolgo a te che sei esperta, dimmi tu cosa ci si dovrebbe trovare nei suoi film? o in generale, che vorrebbe trasmetterci questo principe del trash intellettualoide?

  14. A parte che non credo di essere esperta, ma ti ringrazio per ritenermi tale, io credo che alla fine non sia, o perlomeno non lo è nel mio caso, come dici tu e cioè che gli estimatori di Cronenberg si porfessino tali solo per far vedere che ci capiscono di cinema. Del resto poi se per far vedere che si “capisce di cinema” ci si debba rivolgere alla passione per Cronenberg è comunque indicativo del fatto che sia un regista importante, no?

    A me piace il suo cinema, perchè come dici tu nel tuo commento, ho un’insana passione per l’orrido, per lo splatter, per l’horror insomma. E se dietro e dentro quest’orrido, questo splatter e quest’horror c’è anche qualcosa di profondo, qualcosa che mi fa riflettere, allora tanto meglio.

    Quello che più amo in Cronenberg è la sua capacità di trasmettere le sue angosce, le sue paure tramite degli espedienti che possono apparire a prima vista come delle semplici “schifezze”. Il suo cinema è tutto fondato sul binomio corpo-mente. Quello che accade nella mente si esplica tramite le mutazioni e le trasformazioni del corpo (se escludiamo i suoi ultimi due capolavori, nei quali comunque una, seppur minima, mutazione corporea avveniva: i tatuaggi o la forza fisica). Ecco in due parole, ma il discorso è molto più ampio e complicato, i motivi per i quali io amo questo regista.

  15. L’ho appena finito di vedere trovandolo soprattutto originale. Un film che rientra comunque nel mio genere. L’attore presente nella locandina, non tanto in quell’immagine, ma lungo le riprese, mi assomigliava tantissimo a David Schwimmer… Il Ross di Friends, anche se negli anni in cui fu girato il film non avrà nemmeno raggiunto la pubertà 🙂

    In ogni caso per me non è un film da 8, addirittura da un certo punto in poi annoia a tal punto che quando infine l’attore è uscito dalla piscina e si è ritrovato circondato dagli infetti, immaginando che da li a poco avrebbe fatto una brutta fine, ho gioito anziché dispiacermi in vista del fatto che stesse per terminare. Ottimo l’inizio, dove non potevo sapere che il vecchio che sembrava stesse molestando la ragazza o addirittura qualche scena dopo torturarla per una sorta di possessione demoniaca, ipotesi convalidata maggiormente dal suo conseguente suicidio, stesse in realtà cercando di rimediare ad un’errore emarginando anche un rischio di epidemia. Un buon incipit che ci incolla allo schermo, ma che presto sbaglia a ingranare marcia e perde progressivamente il ritmo diventando man mano sempre più scontato. Ma nel complesso un film godibile per chi ama il genere o Cronemberg.

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