Il divo

REGIA: Paolo Sorrentino

CAST: Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Gianfelice Imparato, Piera degli Espositi, Giulio Borsetto, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso
ANNO: 2008

TRAMA:

La spettacolare vita di Giulio Andreotti tra potenti emicranie, amicizie  e tradimenti, passeggiate con la scorta, accuse e processi e vita personale e matrimoniale. Una vita interamente e profondamente dedicata al potere.




ANALISI PERSONALE

“Dio non vota, i preti si”, dice così Giulio Andreotti (interpretato da un Toni Servillo in grazia di Dio che riesce a dare corpo volto e voce ad un personaggio ormai entrato nel nostro immaginario collettivo), al suo amico prete a cui il politico confessa le sue strategie politiche, i suoi problemi, i suoi pentimenti, il suo enorme senso di colpa per la morte di Aldo Moro, l’unico per il quale gli dispiace davvero. Un Aldo Moro che compare più volte dalla sua stretta cella preparata per lui dalle brigate rosse a raccontarci alcune delle “malefatte” compiute dal “gobbo”. E non è l’unico a raccontarci un Andreotti come forse non ce l’immaginavamo o molto più probabilmente non volevamo immaginarcelo. Ad aggiungersi ai suoi “detrattori” e accusatori arriveranno anche alcuni dei componenti della sua stessa corrente, ma soprattutto i mafiosi, tra cui lo stesso Totò Riina di cui ci verrà mostrato anche il bacio. Accuse cadute nell’aria, così come la macchina di Falcone ripresa in un’inquadratura spettacolare dall’altro, che scalfiranno solo in parte lo spirito battagliero e fiero del divo, aiutato anche da una moglie totalmente fedele e tratti forse anche ingenua, ma soprattutto tenuta all’oscuro.
Andreotti, continuamente vessato da terribili emicranie curate persino con l’agopuntura. Comincia proprio così Il divo, con il volto immobile e quasi inespressivo del sette volte Presidente del Consiglio, nel corso degli anni soprannominato anche la volpe, la sfinge, il Papa nero, Belezebù, che appare dal profondo buio del suo scrittoio. Subito dopo una serie di stragi (da Pecorelli a Sindona, passando per Falcone e Calvi, e molti molti altri), montate una dietro l’altra e accompagnate da una musica incalzante. Un rapporto quello tra musica e immagini che con questa pellicola raggiunge una perfezione incredibile. Un mix di suoni dietetici ed extra-diegetici che donano alla pellicola un sapore di realtà misto a finzione, di vero misto a falso, così come ha sempre predicato il divo, secondo il
quale la verità assoluta è un male, atteggiamento che sfocia anche nello strappare le pagine dei libri gialli che rivelano l’assassino, cosa che Andreotti non vuole assolutamente scoprire. Una colonna sonora che passa dai Cassius, alla musica classica a Renato Zero (in una delle sequenze più straordinarie mai viste al cinema, in cui lui e sua moglie guardano la tv stringendosi la mano), per poi fermarsi bruscamente lasciandoci senza fiato.

Numerose le sequenze che rimangono impresse, prima tra tutte quella dell’arrivo della sua corrente nel cortile della sua abitazione. Sequenza accompagnata da un susseguirsi di fischiettii a tratti inquietanti e da numerosi sottopancia che seguono l’uscita di ciascun componente dalle proprie automobili. Di particolare efficacia anche la scena nella quale Andreotti si ritrova di fronte ad un gatto bianco, nei cui occhi si riflette la figura dello statista, che gli ostruisce il passaggio e non si sposta immediatamente, segno questo di volersi opporre a quel tipo di potere raggiunto con mezzi leciti e meno leciti. Alla fine però il gatto sarà quasi costretto a spostarsi, segno quest’altro dell’impossibilità di vincere contro cotale potenza. Una potenza che ha superato le prove più difficili, come i processi di tangentopoli e gli altri che lo accusavano di connivenze con la mafia, e che molto probabilmente si è ancora più rafforzata in seguito a queste ulteriori “vittorie”.
Un uomo a tratti cinico, a tratti insensibile, quasi marmoreo che non pensa ad altro se non alla politica (“Ti sbagli. Esiste solo la politica”, dice rivolgendosi al suo braccio destro nonché amico di sempre che gli chiede una dimostrazione d’affetto). Una figura che viene ripresa da varie angolazioni che ce ne mostrano luci e ombre (il paragone con Nosferatu appare lampante), ma soprattutto una visione di uomo non privo di contraddizioni che lotta per il bene non preoccupandosi di fare del male (illuminante nonché estremamente potente il monologo della quasi confessione nella quale Andreotti si rivolge a noi tutti giustificandosi per tutti gli atti criminosi e non da lui compiuti). Sorrentino, che si
ispira chiaramente a grandi registi del passato, ma anche ai maestri d’oltreoceano (tra i quali sicuramente Scorsese e Tarantino), con il suo personale punto di vista ci regala un film fortemente politico, ma anche grottesco, drammatico, a tratti ironico, a tratti pulp, pieno zeppo di prelibatissimi piani-sequenza, zoomate, angolazioni particolari e mirabolanti movimenti della mdp. Il divo è un film per il quale la parola capolavoro non basta, una delle migliori pellicole italiane degli ultimi anni.

“Il potere logora chi non ce l’ha”.

VOTO: 9,5/10

 



CITAZIONE DEL GIORNO

Perdonare se stesso è l’unica cosa che una persona non può fare. (da "Nella morsa del ragno")


LOCANDINA


27 commenti su “Il divo

  1. I casi strani della vita: è il primo film di Sorrentino che vedo, nonostante tutti i riconoscimenti non ho ancora recuperato gli altri 😛

    Un film che mi ha molto colpito, oserei dire che mi ha turbato. In ogni caso un’opera potente e coraggiosa, vivi complimenti all’autore.

    Che poi detto fra noi, non so perché, ma la canzone “Da da da” l’avevo sempre associata a qualcosa di oscuro… ritrovarla nel film mi ha colpito parecchio.

    Davide DG

  2. Non l’ho visto, ma da quello che ho capito questo è il lavoro di Sorrentino che meglio unisce il suo stile “manierista” ad una storia “importante”.

    Da vedersi a prescindere, direi 😉

    Bye ^^

  3. Purtroppo ancora non riesco a vederlo. Leggere giudizi sempre così positivi poi non fa che aumentare la mia rabbia.

  4. Visto ieri sera. Sono entusiasta. Siccome conosco la storia della strategia della tensione (e sono sempre stato tra i “colpevolisti”) ho vissuto il film con intensa emozione. Ma a prescindere dalla “politica” e dalle opinioni su Andreotti (che non devono pregiudicare una “critica” del film), “Il Divo” è immenso, perché Sorrentino ha creato un mondo che restituisce (più che in mille reportage e in mille documentari) il senso ulteriore (da altra dimensione) dei fatti. Il Divo sarà anche distante dalla realtà degli eventi (sarà) ma scopre i nervi e accende l’adrenalina più di una realtà parcellizzata e sconfinata in parte persa nella storia, in parte nascosta nelle carte di certi archivi segreti. Immenso, immenso. Due film italiani stupendi visti uno dietro l’altro, ed erano anni che non provavo simili emozioni davanti a un film italiano. Emozionante anche la tua recensione che mi ha nuovamente catapultato nel film. Sto provando a scrivere ma per ora non riesco a comporre neppure una riga 🙁

  5. Davide, questo è sicuramente il suo capolavoro, ma anche le sue precedenti tre pellicole sono molto belle.

    Giovanni, vedilo vedilo!!

    Leonard, anche tu!!

    Luciano, non vedo l’ora di leggere da te!

  6. Bellissima recensione Ale, voto un pò basso ma sorvoliamo ^^ He he 🙂

    “Il divo è un film per il quale la parola capolavoro non basta, una delle migliori pellicole italiane degli ultimi anni.”

    Perfetto… io mi sentirei anche di togliere “italiane”.

    Impressionante davvero quanto sia alto il numero di sequenze, che rimangono nella memoria, di questo capolavoro.

    Un salutone

    Chimy

  7. Uffa voglio vederlooooooo!!!

    Bella recensione, rende perfettamente l’idea!

    In molti dicono che è un film che rivoluzionerà lo stile italiano.

    Speriamo che sia davvero l’inizio di una nuova grande stagione per il cinema italiano!

    Off topic: ma quante volte cambi immagine al sito?

    Sei una stacanovista!

    Complimenti, questa di Kill Bill è bellissima!

    🙂

  8. Sorrentino è bravo geniale innovativo a questo film non è il suo capolavoro.

    Deve lavorare di più sulla sceneggiatura.

    Sugli aspetti formali è bravo su quelli di storia e discorso ha margini di miglioramento.

    Rob.

  9. Chimy, troppo gentile, ma fattelo dire la vostra è inarrivabile!!!

    Vale, ne ho molte messe da parte di immagini, ecco perchè cambio spesso ^^

    Nonostantetutto, devo finire di leggere la tua puntuale e analitica recensione, ho dovuto interrompere perchè avevo degli impegni. Comunque per quelli che sono i miei gusti, questo è il migliore film di Sorrentino e Le conseguenze dell’amore mi aveva fatto davvero volare altissimo.

  10. Brava, Ale. Ti dirò, di fronte ad un film del genere io ti applaudo sinceramente perchè hai sintetizzato tutto quello che c’era da dire in un decimo di quello che abbiamo impiegato noi.

    Comunque quel 9,5 prima del 10 potevi risparmiartelo davvero! 🙂

    Saluti.

    Para

  11. Troppo imbarazzata a mettere solo 10?? e perchè mai? faccio finta di non aver sentito. :))

    Questo è un film da 10, lode, plauso della commissione e bacio accademico. Molto bella anche la tua rece! un abbraccione

  12. Ahahha, ma era una battuta infatti!!! Comunque un filmone colossale, che però non è mica piaciuto così tanto a tutti…Mah.

  13. Visto ieri sera…bellissimo! Ci sarebbero mille scene e momenti da citare! Grande avatar (anche se un po’ inquietante!)

  14. Mamma mia!

    Io non sono ancora riuscito a vederlo. ARGHH 🙁

    Spero resti in sala anche la prossima settimana!

    Ciao,

    Lore

  15. Così come chimy nel #6, anch’io toglierei “italiane”…. Nessuno oggi, in Europa, è in grado di usare la mdp come Sorrentino.

    E nessuno recita come Servillo.

    Un film enorme, anzi, pure di più!

  16. Si infatti, quell'”italiane” è fin troppo riduttivo, ma era per sottolineare il fatto che anche noi siamo in grado di fare del grande cinema.

  17. Per me non è da 10…ma è comunque un film bellissimo.

    Servillo ha dato vita ad una maschera grottesca incredibilmente convincente…allo stesso tempo vicino e lontano anni luce dal personaggio cui si riferisce.

  18. Servillo è un essere mastodontico. Non riesco a descriverlo diversamente. Ieri mi sono rivista per la quarta volta Le conseguenze dell’amore e sono rimasta straordinariamente sorpresa come se fosse la prima.

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