Il male oscuro

REGIA: Mario Monicelli

CAST: Giancarlo Giannini, Stefania Sandrelli, Vittorio Caprioli, Emmanuelle Seigner
ANNO: 1990

TRAMA:

Giuseppe Marchi, sceneggiatore con aspirazioni letterarie, soffre continuamente di diversi mali. Col passare degli anni, la sua giovane moglie lo costringerà ad andare in terapia da  uno psicologo che scoprirà che il male oscuro di Giuseppe non è fisico, ma ha origini psichiche.



ANALISI PERSONALE

Tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Berto del 1964, ne racconta la storia trasportandola ai “giorni nostri”. Il film a tratti drammatico a tratti altamente ironico ma sicuramente sempre grottesco è incentrato tutto sul personaggio un po’ sopra le righe di Giuseppe (Giancarlo Giannini) , un uomo sostanzialmente solo, cinico, ambizioso, avaro, ma soprattutto ipocondriaco. Dopo aver interrotto una relazione con una donna francese (Stefania Sandrelli), farà la conoscenza di una giovane donna (Emmanuelle Seigner) e dopo averla messa incinta, la sposerà, tra un malanno e l’altro.
Gli anni passano, la loro figlia Augusta cresce, ma Giuseppe non riesce a decollare come scrittore e si sente frustrato come sceneggiatore (gli è stato chiesto di scrivere una storia su Giuda che si innamora di Maddalena e tradisce Gesù in modo tale da avere i 30 denari per poterla pagare…).
Sua moglie, innamoratissima, continuerà a stargli accanto, nonostante le sue continue nevrosi, i suoi attacchi di panico, le sue idiosincrasie e fobie (non vuole andare in luoghi troppo affollati ad esempio), fino a quando ormai esausta si allontanerà da lui per qualche mese per andare a passare un po’ di tempo con sua figlia in montagna. Giuseppe si sente quasi liberato e, quindi, capace di lavorare più facilmente, ma le sue continue e dolorose fitte non cesseranno mai di presentarsi al suo cospetto. Una notte, ormai rimasto solo, cercherà l’aiuto dei vicini e un dottore (suo coinquilino) gli dirà che per il suo “rene mobile” l’unico rimedio è un busto da portare 24 ore su 24.
Non appena lo sceneggiatore esce di casa indossando il suo busto viene colto da crisi respiratorie dovute proprio all’utilizzo dell’aggeggio. Il film prosegue incalzante su questa falsa riga. Un acciacco dopo l’altro, un attacco isterico dopo l’altro, tutti egregiamente e ironicamente interpretati dal grandissimo Giannini, onnipresente in questa pellicola, tanto che lo stesso Monicelli parlando del suo film asserirà che si tratta di un vero e proprio documentario dedicato all’attore.
Giuseppe, credendo di sentirsi meglio, raggiungerà la sua famiglia in montagna e la sola vicinanza di sua moglie e di sua figlia sembrerà fare andare via tutti gli acciacchi. Ma la pacchia dura ben poco e, dopo una scalata insieme alla moglie, tornerà ad essere afflitto dai suoi attacchi.
Nonostante la sua riluttanza dovuta prima di tutto al fatto di non concepire che i suoi mali siano di natura psichica e in seconda istanza alla sua proverbiale avarizia, Giuseppe andrà in cura da uno psicologo (terrone, così lo definisce lui).

Dopo un paio d’anni di terapia (ad un milione e mezzo al mese, cosa di cui poi sua moglie si lamenterà), Giuseppe si convince di essere sano come un pesce e di aver sofferto per tutti quegli anni di nevrosi a causa di un rapporto non del tutto “concluso” con suo padre. Quel padre che aveva abbandonato la carriera militare per permettere a lui, l’unico figlio maschio, di studiare e di diventare qualcuno. Ed è per questo che ogni minimo sbaglio o disattenzione veniva vista dal bambino prima e dall’uomo poi, come un tremendo atto di ingratitudine nei confronti di quel genitore a tratti burbero e sempliciotto che però gli ha dimostrato tutto l’affetto che un genitore possa dimostrare, se non proprio a parole, con i fatti.
E proprio il giorno in cui Giuseppe è forse guarito del tutto dalle sue nevrosi, scopre che sua moglie lo tradisce da tre anni, ormai stanca della situazione insostenibile che si è creata nella loro casa. Piuttosto che tentare di recuperare il suo matrimonio, Giuseppe va via sbraitando e si rifugia in un eremo in altura dal quale può guardare un paesino siciliano, quello dove è cresciuto e che lo rende quindi più vicino a quel padre di cui ora emula lo stile di vita, abitando in una baracca lontano da tutto e da tutti.
Il film termina proprio così con lo sceneggiatore, ormai decaduto, che immagina di guardare il meraviglioso panorama illuminato accanto a sua moglie e sua figlia ormai cresciuta, ma che in realtà è solo col suo sguardo rivolto all’orizzonte.
Nonostante la particolarità della storia che potrebbe essere accomunata persino a La coscienza di Zeno nel quale il protagonista somatizzava le sue turbe psicologiche che diventavano quindi dei veri e propri tic e dolori fisici, il film non riesce a decollare. Costruito su un grandissimo attore quale è Giannini che riesce a donare espressività e spessore ad un personaggio di certo non facile da interpretare, connotandolo di
aspetti nevrotici ma sicuramente esilaranti e divertentissimi (alcune volte un po’ troppo), è forse un esageratamente ripetitivo e ridondante. Accompagnato da un’interessante e orecchiabile colonna sonora che sottolinea alla perfezione le turbe psichiche del protagonista e da una sceneggiatura affascinante, soprattutto per quel che concerne i dialoghi tra Giuseppe e il suo analista (Vittorio Caprioli nella sua ultima, valente, interpretazione), il film riesce comunque a raggiungere buoni risultati e a rimanere impresso per particolarità (la mano del grande Monicelli è visibile soprattutto nel finale un po’ visionario e poetico) ed originalità.


Regia: 7
Sceneggiatura: 7
Recitazione: 8
Fotografia: 6
Colonna sonora: 6
Ambientazione: 7
Voto finale: 7



CITAZIONE DEL GIORNO

Se vuoi affetto comprati un cane. (Gekko (M. Douglas) in "Wall Street")


LOCANDINA

8 commenti su “Il male oscuro

  1. Ma davero!?!? E io che pensavo di essere una schiappa…cmq si può fare di meglio, ma di più non riesco ad ottenere ^^

    Non preoccuparti ne ho fatti una ventina, col tempo li cambio tutti, poi magari nel frattempo ne faccio anche altri, se riesco a trovare il tempo ^^

  2. Ottima segnalazione, questa qui…anche io non ho visto questo Monicelli, e considera che è un regista che adoro…a presto (e complimenti per i successi raggiunti)..un saluto 😉

  3. Conosco ancora poco di Monicelli (ma rimedierò) e questo è uno dei primi con cui ho iniziato, così per caso. Sono sicura che Monicelli abbia fatto di meglio nella sua sterminata carriera, ma comunque ritengo che questo film sia meritevole di interesse ^^

    Grazie Pick ^_-

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