La terza madre

REGIA: Dario Argento

CAST: Asia Argento, Cristian Solimeno, Adam James, Morian Atias
ANNO: 2007

TRAMA:

Mater Lacrimarum, ultima delle tre madri maligne, è tornata a Roma per disseminare il terrore e la paura esercitate tramite un antico saio dotato di poteri da lei indossato durante le riunioni dei suoi seguaci. A tentare di riportare l’ordine in città, a parte la polizia, ci penserà Sara Mandy, figlia di un’antica strega bianca che aveva combattuto contro le altre due madri…


ANALISI PERSONALE

La storia è molto semplice, soprattutto, considerando che si tratta del capitolo conclusivo delle Tre Madri iniziato con Inferno e Suspiria.
Tutto comincia col ritrovamento di un’urna nel cimitero di Viterbo. L’urna, che contiene strani cimeli oltre al saio magico, viene spedita a Michael Pierce, curatore del Museo di Arte Antica di Roma, nonché amante della Mandy, la quale stenta a credere che ci possano essere dei fenomeni paranormali legati all’urna in questione. Col tempo però si renderà conto che non può sfuggire al suo destino, soprattutto perché è la figlia della strega bianca Elena Mandy, sconfitta a suo tempo da Mater Suspiriorum e in quanto tale ne ha ereditato i poteri. Lei è, quindi, l’unica in grado di fermare la più temibile nonché l’ultima delle tre madri, ma nella sua lotta non sarà sola. Chiederà l’aiuto dello studioso di essoterismo Guglielmo de Witt (Philippe Leroy) e verrà affiancata dal commissario Enzo Marchi, che in realtà inizialmente sospettava proprio di Sara, credendola la responsabile dell’ondata di criminalità abbattutasi su Roma e dintorni. Alla fine, Sara, divenuta consapevole della sua forza e dei suoi poteri, dopo aver fatto la conoscenza di un esorcista, dell’aiutante di questi lesbica e della sua amante; rimasta sola dovrà affrontare a modo suo la più spaventosa nonché la più bella delle tre madri…
Dare un giudizio compiuto e bel delineato di questo film è cosa alquanto ardua perché non si riesce a capire bene se il risultato orrendamente ridicolo e grottesco sia voluto o meno. Con la speranza di trovarci di fronte alla prima ipotesi non si può comunque restare soddisfatti da una caterva di arti mozzati, occhi cavati, vagine squartate, capezzoli estratti, volti massacrati e chi più ne ha più ne metta, se a sorreggere questa serie di situazioni esageratamente splatter non c’è una buona sceneggiatura e soprattutto una buona protagonista. Tralasciando la parentela che intercorre tra il regista e l’attrice protagonista, che potrebbe dare adito a pensieri maligni non tanto sul carattere raccomandatario della scelta, quanto su una voluta operazione di marketing (nel cast è presente anche l’ex moglie del regista e nella produzione il fratello…), non si riesce a restare inermi di fronte alla scandalosa interpretazione della Argento che fallisce nell’intento di rendere intensa e profonda la sua interpretazione, riuscendo ad essere invece quasi compassionevole.

L’unico vero attore che riesce a recitare (dato che per gli altri non si può nemmeno parlare di recitazione) è l’onnipresente quanto irritante scimmia che accompagna gli “spiriti” maligni mandati da Mater Lacrimorum a disseminare il panico a Viterbo e dintorni. Come se non bastasse, la pellicola è recitata in inglese e poi malamente e maldestramente doppiata in italiano dagli attori stessi, scelta incomprensibile e affatto condivisibile che porta ad un risultato meno che mediocre.
Il risultato finale è che all’intento di terrorizzare e spaventare lo spettatore (cosa che di solito un film d’orrore è chiamato a fare) viene sostituito il risultato di farlo irritare per l’estrema inadeguatezza di regia, trama, sceneggiatura, recitazione, atmosfere e soprattutto di farlo ridere di fronte all’enorme ridicolaggine di quasi tutta la pellicola. A salvarsi (a parte la succitata scimmia che non è esente da connotazioni negative), non c’è proprio nulla, a parte forse la piccolissima partecipazione di Philippe Leroy con un personaggio alquanto interessante che però viene “sbolognato” in quattro e quattr’otto. La coerenza, che comunque non è alla base di film di questo genere, viene assolutamente tralasciata tant’è che il commissario di polizia subito dopo aver diffuso un ordine di restrizione nei confronti della Mandy e aver diffuso la sua foto come una ricercata; una volta incontratala nelle catacombe della villa nella quale “risiede” Mater Lacrimorum, magicamente si trova a tentare di aiutarla e proteggerla come se non l’avesse mai sospettata e senza che nessun elemento abbia
portato a fargli credere che la donna sia in realtà innocente.
Ma tralasciando queste osservazioni, che possono risultare anche fin troppo puntigliose, il film delude su tutti i fronti, lasciano allo spettatore un senso di sconforto dovuto al fatto che anche uno dei più grandi registi che il panorama italiano può vantare, sforna una simile pellicola al limite del ridicolo e del penoso.
Bocciato su tutti i fronti, La terza madre si farà presto dimenticare, con la speranza di un ritorno ai bei tempi del grande (e comunque meritevole di rispetto) Dario Argento.

Regia: 5
Recitazione: 3

Sceneggiatura: 3

Fotografia: 4

Colonna sonora: 6

Ambientazione: 4

Voto finale: 4


CITAZIONE DEL GIORNO

Il dolce non è così dolce senza l’amaro. (da "Vanilla Sky")


LOCANDINA

 

 

 

18 commenti su “La terza madre

  1. Mi sono sempre chiesto dove Argento prendesse i soldi per i suoi filmetti… Boh.

    P. S. Ovviamente non sono andato a vederlo.

  2. Un ritorno ai vecchi tempi? Ormai non ci spero più…

    Cmq sai bene che sono d’accordo con quello che dici…

    Ma l’hai visto al cinema? Quando sei andata?

  3. Io lo aspettavo fortemente perchè speravo in una rinascita di Argento, ma a questo punto getto la spugna in attesa di una visione domestica tra fischi e risate: ho visto certi shoot dal film che sono a dir poco comici, tipo le streghe che arrivano a Roma in treno per il sabba! Ahahah!

  4. Argento purtroppo è completamente finito.IL CARTAIO,LA TERZA MADRE,GIALLO.
    Opere dimenticabilissime e senza nemmeno l'uso alto e visionario della macchina da presa tipico marchio di fabbrica del regista romano.

    Una trilogia iniziata benissimo con Suspiria,continuata discretamente con il buon Inferno e finita malissimo

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