Il pensionante




REGIA: Alfred Hitchcock

CAST: Ivor Novello, Marie Ault

ANNO: 1927


Un assassino si aggira per Londra facendosi chiamare “Il vendicatore”. Le sue vittime preferite sono donne bionde che uccide sistematicamente solo di martedì notte. In una pensione arriva un enigmatico uomo, che chiede alla padrona di casa di togliere dalla sua stanza tutti i quadri che dipingono donne bionde. La figlia dei gestori della pensione, fidanzata col poliziotto a cui viene affidato il caso del vendicatore, comincia a provare interesse per il pensionante. Ma su di lui aleggiano i sospetti della madre – che un martedì notte l’ha visto uscire di casa tutto imbaccucato fino ai denti per poi leggere la notizia della morte di un’ulteriore ragazza – e del poliziotto estremamente geloso delle attenzioni per la sua fidanzata.

 

Prima vera e propria pellicola del grandissimo Hitchcock, “Il pensionante” costituisce già una sorta di manifesto ben preciso del cinema portato avanti dal regista inglese nel corso della sua intera e lunghissima carriera. Lo si può notare subito dal fatto che al centro della narrazione abbiamo un uomo solo contro tutti. Un innocente che si trova al momento sbagliato nel posto sbagliato e che per una serie di casi fortuiti o meno fortuiti viene sospettato per l’intera pellicola di essere colpevole di un crimine. In questo caso di uno dei più terribili, visto che stiamo parlando di uno spietato serial-killer che si accanisce sulle giovani donzelle dai capelli dorati. Bionda è la protagonista femminile, così come quasi tutte le “muse” del Genio e in lei si possono già ravvisare, non ancora ben delineati come in futuro, tutte le caratteristiche tipiche delle protagoniste femminili che si sono susseguite nelle pellicole di Hitchcock nel corso degli anni, a partire da Grace Kelly, senza tralasciare Tippi Harden. Ma è lui, Ivor Novello, nel ruolo del pensionante, a catturare tutta l’attenzione dello spettatore grazie alla sua interpretazione che fonde alla perfezione il sospetto, l’intrigo, ma soprattutto un fascino inaudito. Merito anche, questo va sottolineato, della già straordinaria vena inventiva, narrativa e registica di Hitchcock che ci regala dei momenti straordinari come la partita a scacchi tra il pensionante e la protagonista in cui per ravvivare il fuoco, l’uomo prende in mano il tizzone ardente e sembra quasi che voglia usarlo contro di lei. O meglio ancora, tutti gli indizi che vengono disseminati qui e lì per depistarci, come gli atteggiamenti un po’ strambi dell’uomo che continua a passeggiare su e giù per la sua stanza facendo oscillare il lampadario del piano di sotto (straordinaria la scena in cui il soffitto della stanza di sotto combaciante col pavimento della stanza del pensionante vengono praticamente eliminati lasciando spazio ad una sovrimpressione dei piedi di Novello che vanno su e giù e del lampadario).

Grandissimo esempio di cinema muto che resiste al tempo, “Il pensionante” dunque si fa apprezzare anche per lo stampo quasi espressionista che contrassegna la fotografia in un bianco e nero estremamente elegante e raffinato. Dispiace solo che il grande regista non abbia avuto l’opportunità e, forse, il coraggio di far terminare la pellicola come in realtà avrebbe desiderato e cioè facendo allontanare il protagonista avvolto nella nebbia di Londra, ma soprattutto nel sospetto circa la sua colpevolezza o meno. Ma un attore come Ivor Novello, allora idolo degli spettatori, non poteva essere circondato da un finale così “crudele”, e dunque il regista si vide in qualche modo costretto a farlo divenire una sorta di eroe-martire (illuminante al riguardo le motivazioni che stanno dietro a tutti gli indizi che lo indicano come colpevole) che però ottiene la ricompensa dell’amore.



5 commenti su “Il pensionante

  1. E’ un film che infatti contiene già parecchi dei leit-motive delle pellicole a venire del mitico Hitchcock. Secondo me è imperdibile.

  2. Hitchcock è sempre Hitchcock.. bellissimo questo film.
    Il tuo blog è davvero molto interessante, complimenti!
    Ti ho aggiunto tra i miei siti preferiti   😉

  3. splendido, il primo grande capolavoro hitchcockiano senza dubbio. geniali alcune trovate registiche (il primo piano di novello quando arriva per la prima volta alla pensione, il pavimento "trasparente" che ne mostra i passi al piano di sopra);  come dici giustamente, un film  molto "espressionista"  (del resto Hitch aveva fatto apprendistato cinematografico in germania); peccato che il finale non fosse quello desiderato dal mago del brivido, che però allora era ancora giovane e nn poteva certo combattere con lo star system che imponeva la totale assoluzione del divo Ivor Novello. Se questo film lo avesse fatto nel periodo del grande successo (in cui la star era lui, e non i suoi attori) probabilmente lo avrebbe fatto finire come desiderava.

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