L'uomo che fissa le capre

REGIA: Grant Heslov

CAST: George Clooney, Ewan McGregor, Jeff Bridges, Kevin Spacey

ANNO: 2009

 

Un giornalista squinternato, dopo l’abbandono della moglie, decide di andare in Iraq in cerca di uno scoop che lo risollevi dalla sua depressione e dalla sua piccolezza. Qui incontra Lyn Cassidy, ex-membro di una sezione speciale dell’esercito americano, in cui si insegnano ai soldati tecniche psichice e pacifiste per combattere contro i nemici. I due si ritroveranno uniti nella missione di ricerca del fondatore della squadra speciale che sarebbe apparso in visione a Cassidy per spronarlo a tornare sul campo.

 

Sono molte le armi cinematografiche, letterarie, giornalistiche, musicali e artistiche in senso lato che si possono utilizzare per diffondere un’idea, un messaggio, per analizzare una precisa situazione storico-politica-sociale o semplicemente per intrattenere senza ulteriori fini il pubblico interessato a determinate tematiche. Il regista di “L’uomo che fissa le capre”, quel Grant Heslov che aveva egregiamente sceneggiato “Good night, and good luck”, intraprende una strada leggera, spensierata e scanzonata per accostarsi a considerazioni di non poco conto su una realtà molto ben radicata nella società americana e non solo, e cioè l’esercito e tutto ciò che esso rappresenta e simboleggia. Non sono pochi i film che direttamente o indirettamente hanno affrontato il tema della guerra e di tutte le sue sfaccettature e venature, però sono forse pochi quelli che hanno tentato di farlo puntando sull’ironia, sul sarcasmo, sul parodismo e addirittura per certi versi sul grottesco. Questo è uno di quei casi, visto che sin dal titolo comprendiamo che la pellicola è attraversata da uno spirito surreale insito non solo in ciò che concretamente viene narrato, trattandosi di una storia quasi incredibile ma a quanto pare più veritiera di quanto possiamo immaginare (così come una didascalia ci dice all’inizio), ma soprattutto nella maniera in cui viene fatto. Lunghi e impervi viaggi in auto scalcinate che percorrono i deserti del medio-oriente alla ricerca di un luogo sconosciuto, incontri pericolosi con banditi e rapitori, viaggi nel tempo attraverso flashback che ci raccontano momenti topici della storia americana a partire dalla guerra in Vietnam e alle sue conseguenze sui soldati costretti ad uccidere loro malgrado, coloratissimi tuffi nella cultura hippie caricaturizzata fino all’estremo.  Il principale punto di forza del film, va detto, risiede sicuramente nel cast affiatatissimo di grandi attori chiamati ad interpretare personaggi strampalati e sopra le righe, che bene rispecchiano il clima spassoso e goliardico che contrassegna “L’uomo che fissa le capre”. A partire da George Clooney, solitamente impegnato in questa sorta di scoperchiamento e di critica di quelle che sono le falle del sistema americano, nel ruolo dell’”invasato” assertore delle tecniche psichiche per combattere, come l’imposizione col pensiero, la telepatia, l’uccisione dei nemici con lo sguardo prolungato (tecnica provata dapprima su alcune capre da cui il titolo della pellicola) e molte altre stranezze dello stesso genere. Ad affiancarlo un Ewan Mcgregor volutamente sottotono, a rimarcare la natura di uomo medio del suo personaggio, che si ritrova coinvolto in questa fantastica avventura dalla quale imparerà il valore e l’importanza delle proprie idee e anche addirittura ad attraversare i muri. Per delizioso contorno abbiamo un esilarante Jeff Bridges nel ruolo di un figlio dei fiori perennemente sotto l’effetto dell’LSD che professa l’importanza della libertà di esprimersi nella propria vera natura, esternando questo diritto con balli di gruppo, con capigliature sempre più incolte, con abbigliamenti fuori dal mondo e via di questo passo. Imperdibile anche la gustosissima interpretazione di Kevin Spacey nel ruolo del “cattivone” che, spinto dall’invidia nei confronti di Lyn Cassidy, il più dotato di poteri “paranormali”, cerca in tutti i modi di distruggere l’unità e il suo creatore.

Contrassegnato anche da una buona fotografia che incornicia sapientemente immensi paesaggi desertici e da un’apprezzabilissima colonna sonora ricca di mitici brani d’epoca, “L’uomo che fissa le capre”, nonostante numerosi momenti di calo del ritmo e di disequilibrata caduta nel serioso che mal si amalgama con il tono dominante della pellicola, intrattiene sapientemente grazie ad una comicità irresistibile che ci fa chiudere un occhio persino su espedienti fin troppo faciloni e telefonati come cadute, scappellotti e simili.

Di chiarissima ispirazione coeniana, seppur manchevole dal punto di vista del sarcasmo e della satira cosa che non lo rende completo e incisivo come il cinema dei fratelli ebrei, “L’uomo che fissa le capre” rimane comunque una gradevolissima pellicola che sotto lo strato di burloneria e spensieratezza, nasconde un preciso messaggio di pace e di critica al “fondamentalismo” militare.

VOTO:


12 commenti su “L'uomo che fissa le capre

  1. Ah! Interessante. Questo mi era ancora sconosciuto (in questo periodo sono proprio fuori dal mondo). Un film che vale la pena vedere. Come sempre un’ottima recensione.

  2. Luciano, diciamo che questo rispetto ad altre pellicole uscite precedentemente molto probabilmente non ha la priorità, però secondo me è davvero molto godibile.

    Leonard, si si, simpatico e strampalato al punto giusto.

  3. Si, come dicevo nella recensione, manca di sarcasmo secondo me. Però tutto sommato è un film abbastanza simpatico, con un grande cast che si mette ironicamente in gioco e con alcuni momenti gustosi.

  4. Bè, a me non è parso poi così sofisticato. Il fatto che la storia sia in parte vera è sicuramente molto particolare, trattandosi di una storia "straordinaria" e quasi assurda.

  5. Per me è una Cagata Pazzesca….Volevo picchiare Clooney…ma ho graziato McGregor che per me è sempre in parte anche in Cagate come questa.

    Ciaooo

  6. Per me Clooney è stato ottimo come sempre. Anche McGregor lo apprezzo molto. Il film, pur nei suoi limiti, l'ho trovato alquanto piacevole e gofibile.

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