Nemico pubblico – Public enemies




REGIA: Michael Mann

CAST: Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Channing Tatum,Billy Crudup, Leele Sobieski, Giovanni Ribisi, Lili Taylor, Emilie de Ravin, Rory Cochrane

ANNO: 2009

 

L’agente dell’FBI Melvin Purvis viene incaricato di arrestare il nemico pubblico numero uno, il rapinatore di banche John Dillinger, attorniato da altri famosi criminali come Baby Face Nelson e Pretty Boy Floyd. Una caccia al ladro negli anni della Depressione, conclusasi con la sconfitta di uno dei due che però si farà mito.

 

Un cinema estremamente vitale quello di Michael Mann, come dimostra questo bellissimo “Nemico pubblico” (titolo originale al plurale “Public enemies”), che grazie all’abilissima e pulsante regia del padre di perle come “Heat” o “Collateral”, ci restituisce frammenti di vita talmente intensi e significativi, da risultare di rimando veramente emozionanti e coinvolgenti. E’ grazie alla camera di Mann, e al suo magistrale utilizzo, che possiamo cogliere nei primi piani dei protagonisti, o in alcune straordinarie sequenze in digitale, o in funzionali inquadrature di spalle o in soggettiva, tutto il tumultuoso mondo interiore di ciascun personaggio della pellicola, e in particolar modo ovviamente dei tre protagonisti. Mondo interiore che specularmente si confronta con quello esteriore, portando alla luce sentimenti, emozioni, sensazioni, impercettibili moti dell’anima che costituiscono la linfa vitale della pellicola stessa, donandole il pregio, tra i tanti, di andare al di là dell’uso estetico o narrativo del mezzo cinema (qui comunque portato ai massimi livelli), e di penetrare completamente il cuore dello spettatore disposto a farsi trascinare dagli sguardi profondi e pieni di interiorità dei protagonisti e dai loro tumulti pubblici e privati. Ecco che allora la storia di John Dillinger e Melvin Purvis, oltre ad essere la leggendaria storia di uno dei criminali più noti della storia americana e dell’agente dell’FBI che riuscì alla fine a braccarlo, diviene emblematicamente la storia di due uomini completamente immersi e persi ognuno nella propria ossessione, che crescendo proprio in seguito all’esistenza dell’altro, diviene vera e propria ragione di vita, l’unica perlomeno che la rende valevole di essere vissuta. Per John Dillinger si tratta di un feticistico attaccamento alla libertà e alla vita (“Tu cosa vuoi?” “Tutto”), oltre che di una sorta di missione alla Robin Hood, come dimostra il suo vizio di cancellare i debiti dei più poveri ad ogni rapina in banca, uno dei motivi per il quale divenne anche molto amato e quasi idolatrato dall’opinione pubblica al di là dello charme e del savoir-faire che lo contraddistinguevano; per Melvin Purvis si tratta di mostrare efficienza e competenza anche a rischio di sporcarsi le mani con scelte poco rispondenti all’ideale di giustizia che in realtà dovrebbe e vorrebbe rappresentare, motivo per il quale si cominciano a notare sul suo volto quasi sempre impassibile, impercettibili segni di disagio.

Il tutto descritto con un’enorme sensibilità alle caratteristiche più umane dei protagonisti, rispetto a quelle criminali in un caso e professionali nell’altro, grazie anche, non solo ai già citati espedienti regisitci di Mann, ma alle perfette e coinvolgenti interpretazioni degli attori protagonisti. Johnny Depp nel ruolo del solito criminale gentiluomo, così come una certa tradizione gangster professa (è sempre molto ben vestito, regala i suoi cappotti alle fanciulle infreddolite, si innamora perdutamente di una donna per la quale rischia più volte la sua vita e la sua libertà), investe tutto sé stesso, trasmettendo non solo con sguardi e gesti sfuggenti, ma anche con la movenza corporea, tutta una gamma di stati d’animo, fino a giungere al culmine nel finale, quando si ritrova in un cinema di fronte al suo alter-ego Clark Gable che gli suscita emozione ed ammirazione. Christian Bale nel ruolo dell’impettito e determinato agente dell’FBI mostra una carica interiore decisamente notevole, riuscendo a mantenersi equilibrato pur trasmettendo tutti i rivolgimenti emotivi del suo personaggio. Entrambi si fanno al centro di sequenze che rimarranno indimenticabili come quelle che aprono la pellicola (l’evasione dal carcere, l’inseguimento e l’uccisione nel bosco di Pretty Boy Floyd e la rapina in una banca), quelle centrali (la prima notte d’amore tra John e Billie Frechette, interpretata da una bravissima Marion Cotillard, e la lunga sparatoria notturna nei boschi), e quella finale dove i primi piani dei due protagonisti dicono più di mille parole e dove il sangue alla fine arriva a solcare il volto di Dillinger fino a perdersi nelle sue ultime e toccanti parole prima di morire a causa del suo ideale di vita oltre che della sua estrema fiducia nei valori come l’amicizia e la fiducia.

Tralasciando le seppur apprezzabilissime qualità formali, a partire da una precisione scenica non indifferente (costumi, scenografie, ambienti sia interni che esterni), fino ad arrivare ad una straordinaria colonna sonora che si fonde perfettamente con le immagini e i movimenti; “Nemico Pubblico” risulta eccezionale ed imprescindibile per chi nel cinema riesce a perdersi e al tempo stesso a ritrovarsi, così come succede a John Dillinger che in un cinema ha passato gli ultimi attimi della sua vita.

 

VOTO:

 


23 commenti su “Nemico pubblico – Public enemies

  1. la parte finale mi è piaciuta molto…. è (quasi) come se il film con Gable oltre ad avere fatto provare ammirazione ed emozione a dillinger, l’avesse in qualche modo indotto ad andare incontro alla sua fine con serenità…attraverso la visione del film è riuscito a guardare con chiarezza a quello che voleva o a quello che si doveva fare…. il film facendo provare emozione a livelli parossistici ha svelato i caratteri peculiari della natura di dillinger (anche se in qualche modo si poteva intuire) con tecnica (oserei dire) dostojevskiana…

    Ivan

  2. Condividiamo valutazione ed entusiasmo su questo grande film.

    E come sottolinei il titolo originale è al plurale… non mi sembra una variazione così secondaria. :))

    Saluti

  3. "E’ grazie alla camera di Mann, e al suo magistrale utilizzo, che possiamo cogliere nei primi piani dei protagonisti, o in alcune straordinarie sequenze in digitale, o in funzionali inquadrature di spalle o in soggettiva, tutto il tumultuoso mondo interiore di ciascun personaggio"

    e l’ultimo sguardo di Depp quando si gira spezza veramente il cuore perchè è come percorrere tutte quelle vite e soprattutto la sua in rewind fulmineo.

    grazie Ale

    will

  4. Stefano, infatti non comprendo per quale motivo è stato cambiato al singolare…comunque al di là di questo, ovviamente non potevamo che condividere i nostri pareri su questa splendida pellicola.

    William, quello sguardo in effetti trafigge lo schermo e arriva dritto dritto a noi. Grazie a te ^^

    Cine, corri a vederlo!!

  5. Una pellicola che mi ha messo i brividi! Grande cast (soprattutto Depp), ma soprattutto un Mann in splendida forma … e che forma!!!

  6. a me ha ricordato qualcosa degli "Intoccabili" di Brian De Palma, per esempio quando salgono le scale della prima banca ho visto il salire delle scale della stazione centrale di New York, nel film di De Palma, credo un omaggio a quel film.
    il film di Mann comunque è già un classico.

  7. Ale, grande cast si! Bale e Depp sono due dei più grandi attori del panorama cinematografico odierno secondo me.

    fmm, un classico moderno però!!

  8. Mai stato più in disaccordo con te su di un film (eh va be’ doveva capitare prima o poi). Dall’inizio alla fine mi sono ritrovato davanti spezzoni di film già visti e rivisti. Ricostruzione storica pressochè nulla (e pazienza), emotività dei personaggi affidata esclusivamente ai primi piani (espediente mica tanto nuovo), finale in crescendo questo sì, ma senza davvero riuscire a coinvolgere. E’ stato il primo film in vita mia in cui ho visto 2 persone abbandonare la sala prima della fine (esagerate perchè non è a questi livelli, ma dico per rendere l’idea). Secondo me si vede piuttosto bene che il progetto era nato per essere un telefilm.

  9. Ma secondo me non è affatto vero che l’emotività dei protagonisti è affidata solo ed esclusivamente ai primi piani. Ci sono molte soluzioni registiche ed estetiche in generale che concorrono a far sì che i personaggi prendano letteralmente vita. Poi ovviamente, come dici tu, può capitare di trovarsi in disaccordo ^^

  10. Colonna sonora, fotografia, scenografia e costumi MAESTOSI!

    Peccato per qualche sbavatura nella sceneggiatura.

    Rimane un gran bel film.

    CST

  11. MMhhh…. mi ha convinto poco (a parte il sempre perfetto Depp); forse perchè mi aspetto sempre tantissimo da Mann, forse perchè non ho mandato giù l’idea di usare il digitale per ritrarre la Depressione del ’30….
    Boh, non saprei, però sono rimasto interdetto.

  12. Eh ma infatti la maggior parte di critiche positive convergono su questo punto… vabbè, l’ho recepito così 🙂

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