Kill me please

REGIA: Olias Barco
CAST: Aurélien Recoing, Zazie de Paris, Bonit Pooelvoorde, Muriel Bersy, Nicolas Buysse, Ingrid Heiderscheidt, Jérom Colin, Virginie Efira
ANNO: 2011
 
 
Il dr. Kruger gestisce una clinica di assistenza al suicidio, nella quale cercare di far desistere i propri pazienti dal loro intento, ma in caso di malriuscita, aiutarli a lasciare questo mondo in maniera dignitosa. A popolare la struttura arrivano una serie di personaggi a dir poco surreali che presto dovranno scontrarsi con l’ostracismo di alcuni abitanti di un villaggio limitrofo che non sono affatto d’accordo con i metodi del dottore…
 
Vincitore a piene mani dell’ultima edizione della Festa del Cinema Internazionale di Roma, questo “Kill me please”, film indipendente in tutto e per tutto, riesce a stupire notevolmente per la sua originalità, ma soprattutto per il suo carattere eversivo ed estremamente politically uncorrect. Riuscire a trattare di un tema come la morte in maniera ironica, spassosa e a tratti divertente, toccando anche in maniera intelligente, super partes e affatto retorica un argomento molto spinoso come l’eutanasia, non era cosa affatto facile, ma il regista Olias Barco, qui al suo secondo lungometraggio, ha raggiunto positivamente questo risultato, riuscendo a condire il tutto con irresistibili toni grotteschi e surreali.
Trattasi di una commedia nerissima e a tratti esilarante che, arricchendosi di momenti di trascinante e adeguatissimo pulp quasi tarantiniano, si fa apprezzare per il suo stile particolarissimo, caratterizzato da uno sgranato e funzionalissimo bianco e nero, e per la follia estrema che caratterizza personaggi, situazioni, evoluzioni narrative e metafore più o meno velate.
Si rimane di stucco quando il dottore protagonista, perfettamente interpretato da Aurélien Recoing, tenta di spiegare quanto costino i suicidi ad un paese e come, quindi, pur cercando di far desistere i suoi pazienti dal loro intento, il suo sia un lavoro lodevole, non solo perché riesce a dargli dignità e serenità negli ultimi momenti della loro vita, ma anche perché fa risparmiare allo stato un sacco di soldi. Un film che scandalizzerà i benpensanti, dunque, questo “Kill me please” che mostra tutte le parti in causa, ridicolizzandole e parodiandole nella giusta misura, senza mai prendere effettivamente parte e senza voler trasmettere assolutismi o retoricismi vari, pericoli nei quali era facile incappare dato il tema di fondo.
Grande forza della pellicola, al di là della sua singolarità e del carattere ribelle che la contrassegna, sono i vari personaggi che arrivano a popolare la clinica, tutti opportunamente dipinti in maniera macchiettistica e deliziosamente bizzarra. Abbiamo il ragazzo viziato fissato con la morte sin da bambino, la studentessa depressa, l’ex-cabarettista che ha perso la voce, il comico afflitto dal cancro, un uomo che ha “perso” la moglie (la spiegazione di questa perdita costituisce uno dei momenti più assurdi e al tempo stesso esilaranti della pellicola), un misterioso commesso viaggiatore. Tutti loro cercano la morte e in qualche maniera riusciranno a trovarla, anche se non proprio con le modalità confortevoli e sicure offerte dal dottore (che concede anche un ultimo desiderio ai suoi pazienti, di qualsiasi natura o entità), segno questo del fatto che spesso bisogna fare i conti con l’ineluttabilità e l’imprevedibilità della vita stessa.
Dall’altro lato della barricata ci sono gli abitanti di un villaggio limitrofo che cercano in tutti i modi di contrastare l’operato del dottore (l’altro lato della medaglia, dato che questi personaggi stanno a rappresentare coloro che si oppongono strenuamente alla pratica dell’eutanasia), e che, in qualche modo, riusciranno a portare il caos e il disordine in un ambiente ottimamente operativo e perfettamente equilibrato.
Ma è possibile trovare un preciso equilibrio tra la vita e la morte? Sembra proprio che con il carattere totalmente folle e imprevedibile di questa commedia nera, il regista abbia voluto dirci che a volte il nostro volere non è imbattibile, anche se è sacrosanto (concetto questo egregiamente rappresentato dal dottore che crede fermamente nel suo lavoro e rispetta profondamente tutti i suoi pazienti).
Deliziosamente sopra le righe e decisamente imperdibile l’interpretazione della mitica Zazie de Paris nel ruolo del cabarettista trans, che nel finale ci regala un momento di trascinante entusiasmo, richiamando alla memoria, magari anche involontariamente, la mitica Norma Desmond sul “viale del tramonto”, cantando una marsigliese preventivamente annunciata, su un viale, non solo del tramonto, ma soprattutto di paradossale e pazzesca morte.

VOTO:

Pubblicato su www.loudvision.it

9 commenti su “Kill me please

  1. ho una naturale idiosincrasia nei confronti del grottesco-che sopporto solo se gestito dalla wertmuller o certi film di petri-quindi mi sa che non mi piacerà tantissimo questo film.
    Però lo vedrò perchè il tema è sicuramente interessante,ma quando scrivi personaggi surreali siamo nei territori di un Harold and Maude capolavoro di Ashby o delle nuove leve rodrigueziane-tarantiniane,che non sopporto affatto?

  2. alberto, secondo me non ne rimarrai deluso

    Crazy Simo, per fortuna ho avuto modo di vederlo al Festival di Roma dove è stato presentato in concorso e dove tra l'altro ha giustamente e meritatamente vinto. Altrimenti credo che anche io avrei sofferto della mancata distribuzione dalle mie parti…

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