Lei è troppo per me




REGIA: Jim Field Smith

CAST: Jay Baruchel, Alice Eve, Krysten Ritten, T.J. Miller, Nate Torrence, Mike Vogel, Lindsay Sloane, Jasika Nicole, Debra Jo Rupp, Adam LeFevre, Geof Stults

ANNO: 2010

 

Kirk, addetto alla sicurezza in un aeroporto, è un timido e impacciato ragazzo che sogna di riconquistare la sua ex-ragazza perché crede di non potere avere di meglio. Molly è una bellissima ragazza in carriera che può avere qualsiasi uomo desideri. L’incontro tra i due farà scoccare la scintilla, anche se saranno molte le avversità che si frapporranno alla loro felicità.

 

L’assunto non è affatto dei più originali, anzi è quanto di più usurato si possa trovare nella commedia sentimentale americana, mescolata ad un po’ di demenziale e sconcio, proprio in puro stile “American Pie”, come del resto suggerisce la locandina che ci ricorda potentemente quell’altro film. Una tradizione che può aver avuto degli alti e bassi ma che, sostanzialmente, raramente è riuscita a soddisfare pienamente. Un genere, dunque, che va preso alla leggera, così come esso prende se stesso, del resto. Munitisi di questo approccio iniziale si può anche godere di questo tipo di pellicole che non hanno nessuna pretesa e che il più delle volte riescono a strappare qualche risata e a passare come un soffio di vento. Tutte cose presenti in “Lei è troppo per me”, anche se effettivamente non sempre le risate arrivano al punto giusto (spesso la comicità è fuori tempo massimo, oppure fin troppo prevedibile) e non tutto passa così leggermente, con la presenza di molte lungaggini e pesantezze narrative, soprattutto per quanto riguarda la morale di fondo che è quella dell’importanza della propria interiorità per conquistare una persona del sesso opposto e per fare “carriera” nella vita, piuttosto che il mero aspetto fisico. Escludendo questi due elementi che pesano, e non poco, sull’economia complessiva della pellicola e gli impediscono di distinguersi in qualche maniera dagli altri film del genere, qualcosa per cui non rimpiangere la visione in “Lei è troppo per me” è presente. A partire dall’attore protagonista perfetto sia fisicamente che nell’interpretazione, per dare vita a questo insicuro nerd circondato da parenti e amici poco lusinghieri nei suoi confronti e per trasformarsi poi in un innamorato battagliero, seppur sempre ostacolato comicamente dalle situazioni e dagli inconvenienti. Di qui i rispettivi incontri familiari che hanno quasi del grottesco e che sfociano poi nell’esilarante in un caso e nel volutamente volgare nell’altro, così come le varie figure-emblema che ruotano accanto ai due protagonisti: l’amica di lei acida e sboccata, gli amici di lui con tutte le loro teorie sui rapporti di coppia a seconda della propria esperienza di vita, l’ex-fidanzata che lo rivuole solo dopo che una come Molly si è interessata a lui, l’ex- fidanzato pompato e spocchioso, la famiglia di lui strampalata e ingombrante, quella di lei compita ed elegante, ma tanto noiosa. Dicotomie che sottolineano maggiormente le differenze lampanti tra i due protagonisti che, nonostante tutti questi elementi a sfavore, riusciranno  non solo a stare insieme, ma anche a dimostrare a tutti gli altri che non c’è niente di così eclatante se stanno insieme.

Della serie che certe cose, ovviamente, succedono solo nei film, ma è anche questo il bello di questo tipo di pellicole in cui sappiamo alla perfezione quale sarà lo schema narrativo con l’incontro, l’innamoramento, la rottura e, infine, la riappacificazione che in questo caso, come da commedia sentimentale che si rispetti, avviene proprio all’interno dell’aeroporto con uno dei due che sta per partire ma riesce in qualche maniera a tornare tra le braccia dell’altro (in questo caso ci sarà però anche parecchio da ridere). Non sveliamo niente, dunque, raccontando lo svolgimento di “Lei è troppo per me”, che è poi anche lo svolgimento di tutti questi film che sembrano fatti con lo stampino. Ciò che può cambiare, e che in un certo senso anche in questo caso è cambiato, è lo stile, narrativo e non, di questo genere di storie. Nel nostro film possiamo godere di piacevoli interpretazioni, succose gag dal gusto anche sarcastico e politicamente scorretto, personaggi strampalati e per certi versi imprevedibili e punte molto deliziose da tipico buddy-movie che si rispetti. Non è molto, indubbiamente, ma almeno non è niente.

 

VOTO:


Pubblicato su www.livecity.it

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