Questa terra è mia

REGIA: Jean Renoir

CAST: Charles Laughton; Maureen O’Hara; George Sanders; Walter Slezak; Kent Smith; Una O’Connor; Philip Merivale; George Coulouris
ANNO:  1943

TRAMA:

Albert Lory è un maestro di scuola timido e impacciato, segretamente innamorato della collega Louise Martin, a sua volta fidanzata con Georges Lambert. Il villaggio francese in cui vivono è occupato dai nazisti e il fratello di Louise è un rivoluzionario mentre il suo fidanzato un collaborazionista. Quando Albert viene catturato perché ingiustamente accusato dell’omicidio di Georges, sua madre farà di tutto pur di liberarlo…



ANALISI PERSONALE

Mi sono accostata a questa pellicola, a me prima del tutto sconosciuta, richiamata dall’altisonante nome di un grande regista quale Jean Renoir. Devo dire che inizialmente credevo di trovarmi davanti ad una commedia brillante, molto simpatica e accattivante, ma col passare dei minuti mi rendevo conto che questo è si un film a tratti allegro e divertente, ma è di sicuro prima di tutto un film sulla guerra e sugli orrori che essa portava, porta e sempre porterà con sé. In particolar modo questo film si concentra sulle censure che qualsiasi occupazione può esercitare, da quelle sui libri, a quelle sugli stili di vita o sui pensieri addirittura.

Albert è un uomo, ormai adulto, ma forse non cresciuto, magari a causa di una madre padrona a dir poco morbosa ed eccessiva nei suoi atteggiamenti protettivi verso il figlio. Albert è un uomo impacciato, che fa il maestro da anni e poi torna subito a casa, che non ha molti amici (a parte la mamma) e che non riesce ad esprimere i suoi sentimenti alla bellissima collega Louise, nonché vicina di casa con cui ogni giorno si reca a scuola per svolgere il proprio lavoro.
Vivere sotto l’occupazione nazista non è facile, ben presto la loro presenza comincia a farsi sentire pesantemente. Viene obbligato ai maestri di strappare pagine di libri considerate “pericolose”, di insegnare ai bambini determinate cose, di comportarsi secondo un determinato regime. Inizialmente, anche se con riluttanza Albert e Louise si attengono alle “direttive”, ma il direttore della scuola non riesce a sottostare a determinati ordini e alla fine viene arrestato e fucilato davanti agli occhi del povero Albert, anche lui arrestato (ingiustamente) con l’accusa di omicidio.
Ma andiamo con ordine. Ad uccidere Georges, il fidanzato collaborazionista di Louise non è stato affatto Albert, si tratta, invece, di suicidio. Suicidio dettato dal fatto che è stato proprio Georges a fare arrestare il fratello di Louise che poi viene giustiziato per via della sua resistenza al regime. Gorges, innamorato di Louise non riesce a vivere con il rimorso per averle fatto una cosa del genere e si toglie la vita proprio mentre Albert sta andando da lui per parlargli. In realtà Albert era stato già precedentemente arrestato perché sospettato di un attentato che in realtà era stato messo in atto proprio dal fratello di Louise e sua madre pur di farlo uscire di prigione si era rivolta al sindaco, ad alte cariche del paese ed infine a Georges che pur di fare un piacere al sindaco e di collaborare aveva fatto il nome del povero cognato.
Insomma, una serie di intrecci che però si snodano alla fine con una svolta decisamente importante. Albert dopo aver assistito alla fucilazione del direttore della sua scuola nonché suo punto di riferimento che ammira, ha una trasformazione a dir poco inaspettata. In tribunale riesce a dire tutto quello che magari non è riuscito a dire in tutta la sua vita. Riesce ad esprimere il suo amore per Louise, a denunciare le brutture del regime e delle censure, a dire tutta la verità sugli intrallazzi delle alte cariche del paese; si trasforma insomma in un uomo coraggioso, sicuro di sé, impavido, sprezzante del pericolo ed eroico. Preferisce morire da eroe, piuttosto che vivere da vigliacco, anche perché sa che se non verrà giustiziato per omicidio verrà comunque fatto fuori dal regime una volta uscito di prigione. Ma la cosa non lo tocca, ha deciso di smettere di essere un coniglio e di diventare un leone per far sì che la donna amata sia fiera di lui e che sua madre capisca che non è più un bambino, ma soprattutto, che qualsiasi tipo di oppressione e dittatura è sbagliato e nocivo per chiunque, anche per chi vi si adegua.
Alla fine Albert verrà giudicato innocente e tornerà ad insegnare nella sua vecchia scuola insieme a Louise. Ma farà un ulteriore scelta coraggiosa: leggerà e farà leggere ai suoi alunni tutte quelle pagine che erano state “bandite” dalle scuole, cercando di insegnare ai bambini il valore delle idee e la libertà di pensiero. Per il regime questo sarà troppo e davanti agli occhi spaesati dei suoi alunni e a quelli tristi della bella Louise verrà portato via, non prima di averle dato un bacio appassionato.

Ho amato molto questa pellicola, forse per il sapore antico che porta con sé, per la storia davvero intensa e ricca di significati e spunti di riflessione che molto spesso non fuoriescono quando si tratta di film di guerra (in cui si mettono in risalto altri aspetti più che quelli della censura della libertà di pensiero), o per la bella colonna sonora semplice ma perfettamente calata in ogni singola scena, o per la sceneggiatura pulita, allegra ma sempre ricca di significato, soprattutto nella lunga arringa di Albert al processo che è davvero da brividi per quanto sia così fortemente vera. Non sono da meno neanche le prove degli attori, tutti (almeno per me) sconosciuti ma davvero consoni ai propri ruoli, soprattutto Charles Laughton nel ruolo di Albert, il personaggio perno del film.

 
Consiglio la visione di questo film a chiunque pensi che la guerra è uno schifo.

 

Regia: 8,5
Sceneggiatura: 8,5
Recitazione: 8
Fotografia: 8
Colonna sonora: 8
Ambientazione: 8,5
Voto finale: 8,5

 


CITAZIONE DEL GIORNO

A un mondo ideale privo di compromessi! (dal film "Pallottole su Broadway")

 


LOCANDINA


2 commenti su “Questa terra è mia

  1. Buongiorno Alessandra! Mi piace il tuo blog, così curato e didascalico. Fa veramente una bella figura, alla faccia di certi siti sul cinema o di certe riviste. Sopratutto ti piace il cinema in tutti i suoi aspetti, dai classici ai più recenti, mettendone in risalto gli aspetti più umani. Complimenti. A risentirci.

    Beppe.

  2. Grazie mille psicotic. Mi dispiace non riuscire ad accettare la tua richiesta di chat. Sta cosa nn l’ho mai capita a dire il vero…forse è il mio programmino di splinder per chattare che nn va…

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