Scrivimi una canzone




REGIA: Marc Lawrence

CAST: Hugh Grant, Drew Barrymore, Brad Garrett, Kristen Johnston, Campbell Scott, Scott Porter, Haley Bennett

ANNO: 2007

 

Alex Fletcher, ex stella del pop degli anni ’80, ha l’occasione di risalire la china scrivendo una canzone per Cora Corman, pop- star del momento. Gli manca però l’ispirazione, visto che non scrive da 15 anni e non è molto bravo con le parole. A soccorrerlo arriverà la curatrice delle sue piante, che si rivelerà essere una rimatrice perfetta. Tra i due ovviamente, oltre al feeling lavorativo, nascerà l’amore.

 

Una delle solite commedie sentimentali che hanno lo stesso svolgimento e la medesima sfiancante e stucchevole conclusione. I passaggi del film d’amore ci sono tutti: l’incontro, l’attrazione, l’innamoramento, gli ostacoli e i litigi, e poi il romanticissimo ricongiungimento finale. Raccontato così “Scrivimi una canzone”, sembrerebbe un film trascurabilissimo, da cui tenersi cautamente alla larga. E invece così non è, perché accanto a questo scontato, prevedibile e noioso filone narrativo, se ne pone un altro molto più divertente, ironico e spassoso. Trattasi di una vera e propria parodia al mondo del pop,  e della musica in generale e a come spesso non sia il talento a fare il successo di un artista, ma una serie di altre, ridicole, componenti.

Ecco che allora possiamo divertirci con l’interpretazione autoironica di Hugh Grant di questa meteora del pop anni ’80 (ricalcata indubbiamente su alcune star dell’epoca, a partire proprio dagli Wham! di George Michael, visto che il protagonista faceva parte di un gruppo, i Pop!, che poi si era sciolto lanciando solo uno dei due componenti nell’olimpo musicale), che si esibisce in luna park, ristoranti, supermercati, ancheggiando come un forsennato per fomentare un pubblico di donne di mezza età fin troppo entusiaste e nostalgiche di quel periodo, senza contare la possibilità di partecipare ad un reality show tra ex star musicali che dovranno prendersi letteralmente a botte per aggiudicarsi il diritto di cantare sul palco in tv. Ma il sarcasmo e lo sbeffeggio non finisce qui, visto che ci viene proposta anche la figura di una giovane pop-star, assolutamente priva di gusto musicale, ma specializzata in balletti orgasmici, fintamente mistici e spirituali, che stravolge completamente la musica e le parole a lei affidate, cercando di renderle un tormentone “moderno” e vendibile, attorniata da uno staff servizievole e ruffiano. Interessante, anche se sostanzialmente alquanto retorico, il riferimento della protagonista femminile, una graziosa Drew Barrymore, al paragone tra i rapporti d’amore e le canzoni: la musica è il primo approccio, l’attrazione fisica; le parole sono l’interiorità di una persona, la sua anima (ecco perché il titolo originale è molto più indicato: “Music and lyrics”). Tra i due protagonisti, dunque, tutto comincerà proprio dalla musica, per poi arrivare alle parole, scritte dalla ragazza, afflitta da un complesso di inferiorità a causa di una relazione precedente con un professore che ha “rubato” la sua vita per poi farne un romanzo vendutissimo, in procinto di diventare un film. Se non fosse per alcune stupidità di fondo (come quest’ultima), sicuramente evitabili, come molti personaggi di contorno fin troppo stereotipati, tra cui la sorella della protagonista, il suo ex o l’agente del cantante, il tutto sarebbe stato ancora più apprezzabile. Ma ci rimangono una serie di dialoghi brillanti e ficcanti, soprattutto per quanto riguarda questo secondo filone narrativo, e il savoir-faire recitativo di Grant, sempre perfettamente a suo agio in questo particolare tipo di ruoli.

Da non perdere assolutamente l’incipit e i titoli di coda in cui ci viene mostrato un delirante e coloratissimo video musicale (con Hugh Grant vestito e pettinato in maniera assurda che si lancia in balletti strambi e ridicoli), che in maniera simpaticamente kitsch, ritrae l’imperante moda di quegli anni (non solo musicale) e testimonia il successo di questi sgargianti e sfavillanti Pop! nel pieno della loro carriera. Una piccola chicca di cui godere, anche al di là dell’apprezzamento generale della pellicola.

 

 


 

Pubblicato su www.livecity.it

13 commenti su “Scrivimi una canzone

  1. Ricordo ancora che uscii dal cinema con il volto sereno di chi ha riso tanto… la sigla finale è memorabile davvero ed film nel suo complesso è piacevole proprio per i tanti spunti ironici ed originali che propone.

    Complimenti, come sempre, per la bella recensione

    Fabrizio
    laboratorio di cinema: recensioni ed altro

    Ps
    noto con piacere di essere entrato nel tuo blogroll, ti ringrazio davvero !

  2. Fabrizio, di niente, il tuo blog è molto interessante e dunque meritava sicuramente un posto nella mia infinita lista di links ^^

  3. L'ho visto l'altra sera in tv. Be' devo ammettere di essere riuscito a vederlo tutto senza addormentarmi. Segno che qualcosa mi ha colpito. Di solito questo tipo di commedie non sono di mio gradimento.

  4. A me lui quando fa ste robe sta troppo simpatico. Cioè io apprezzo Love actually solo per la scena in cui c'è lui che fa quel balletto assurdo.

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