Seta

REGIA: Francois Girard

CAST: Michael Pitt, Keira Knigthley, Alfred Molina, Koji Yakusho
ANNO: 2007

TRAMA:
Harvè Jancour, figlio del sindaco di Lavilledieu è un militare "pacifista", che preferirebbe starsene a casa con la sua fidanzata Hèlene. Un bel giorno gli viene offerto un lavoro che non può rifiutare: aiutare a risollevare le sorti delle fabbriche di seta del suo paese, lavoro che comporterà numerosi viaggi verso l’ignoto, verso la fine del mondo.


ANALISI PERSONALE

Lavilledieu, Francia, ‘800. E’ qui che si svolge in parte la storia di Harvè (Michael Pitt), figlio del sindaco che pretende che suo figlio prosegua la carriera militare. Ma l’amico gestore delle aziende di seta della città (Alfred Molina) riesce a convincere il sindaco a far assumere suo figlio per risollevare le sorti dell’industria quasi in declino. Ed è così che comincia l’avventura di Harvè. Sposa la sua amatissima Hèlene (Keira Knightley) e le promette di invecchiare insieme in un giardino pieno di gigli. Iniziano i suoi viaggi, prima in Africa dove non riesce a trovare bachi da seta adeguati e poi fino all’impenetrabile Giappone, la "fine del mondo", così la chiama il giovane protagonista. Durante i suoi viaggi, impara cose nuove, assiste alla trasformazione di se stesso: "Quando tornai, tutto era come prima, niente era cambiato, eccetto me stesso", ma soprattutto fa la conoscenza del capo del villaggio dal quale compra i bachi, Hara Jubei, all’apparenza ospitale e gioviale. Durante le trattative di compravendita, rimane ammaliato dalla compagna di Jubei (Koji Yakusho) e tra loro sboccia un "amore", quasi platonico, fatto solo di sguardi e occhiate furtive. Amore che si "esplica" in un fuggevole incontro nel quale la donna lascia al suo "amato" un bigliettino in giapponese. Concluse le "compravendite" in Giappone, Harvè può tornare a casa dalla sua Hèlene e, diventato ormai ricco, le costruisce una villa con un bel giardino di gigli, ma qualcosa lede la sua felicità e la vita sua vita coniugale: quel biglietto, quella donna. Si reca dall’amico Alfred Molina, che passa le giornate giocando al biliardo con una mano sola (promettendo di lasciare il paese per sempre quando riuscirà a fare un tiro perfetto), sperando di riuscire a tradurre quel messaggio, ma l’uomo gli dice che l’unica persona che potrebbe aiutarlo è la tenutaria di un bordello. Una donna giapponese che aveva sposato un francese, ma era rimasta vedova molto presto e aveva dovuto far fronte alle difficoltà della vita a modo suo. L’incontro con la donna è carico di pathos e di emozione e anche di mistero che contrassegna la bellissima "maitresse". Il biglietto dice così: Torna, o io morirò. La donna suggerisce ad Harvè di non credere a quelle parole e di rimanere a casa, ma il ragazzo è ormai quasi ossessionato da quel messaggio e fa di tutto pur di tornare in Giappone. Ormai non c’è più bisogno che lui vada lì per i bachi da seta, e soprattutto nel villaggio di Jubei è scoppiata la rivolta, ma Harvè riesce a convincere tutti che il suo viaggio può essere utile. Questa volta però la sua vita è più in pericolo che nei precedenti viaggi, ma nessuno, nemmeno la sua amata Hèlene, riesce a fermarlo. Harvè intraprende per l’ennesima volta il lunghissimo viaggio, ma quello che trova al suo arrivo non era proprio quello che aveva sperato. Il vilaggio è raso al suolo ed è quasi deserto, a parte il ragazzino che lo scortava gentilmente da Jubei, ragazzino che gli mostra la strada per raggiungere il capo del villaggio, il quale una volta incontrato Harvè, gli "suggerisce" caldamente di andare subito via e si vendica in maniera crudele del ragazzino. Harvè, nonostante abbia rischiato la vita per mano di Jubei (che aveva intuito il sentimento che legava la sua donna al commerciante francese), non riesce ad incontrare la donna, di cui non si sentirà più parlare e che non si vedrà più se non nei sogni del protagonista che la vedrà nuda in un lago di acqua calda, nel quale la donna si immerge completamente.
Tornato definitivamente a casa, Harvè decide di dedicarsi completamente a sua moglie e di aiutarla nella cura del giardino, insieme al piccolo Ludovic, figlio di una concittadina abbandonata dal marito. Gli anni passano, il giardino cresce e fiorisce, così come Ludovic, ma la povera Hèlene si ammala, facendo sprofondare il già "apatico" Harvè in uno stato quasi catatonico. L’unica cosa che gli aveva ridonato un briciolo delle emozioni sopite durante gli anni, era una lettera in giapponese che gli era arrivata dalla sua "amata" e che non aveva mai fatto leggere a nessuno, se non alla "cara" maitresse che gliel’aveva tradotta, con la promessa di non fare mai più una cosa del genere. La lettera, piena di parole d’amore e di passione, era stata relegata in una parte del cuore e della testa di Harvè, ormai dedito solo alla cura di sua moglie, sofferente. Dopo la sua morte, a fargli compagnia rimane solo Ludovic (quel figlio che la coppia non era mai riuscita ad avere), che aveva promesso alla sua "signora" di occuparsi del suo giardino e soprattutto di suo marito.


Ed è proprio a lui che Harvè racconta la sua storia e i suoi viaggi, sulla panchina in cui era solito sedersi con sua moglie, la sua carissima e amatissima moglie. Quella moglie a cui, in punto di morte, avrebbe voluto confessare il suo "tradimento", senza però trovare le parole.
In una delle sue tante passeggiate, Harvè scova sulla lapide di Hèlene, un fiore blu che di solito adornavano i vestiti e la stanza dell’amica maitresse, dalla quale Harvè si reca (non senza difficoltà dato che nel frattempo si è trasferita a Parigi), per venire a conoscenza di una verità inaspettata e dolorosa. Verità che lascia sbigottito lo spettatore quanto lo stesso Harvè, che mai si sarebbe aspettato una rivelazione simile.
Il film termina proprio così, con Harvè che mentre racconta la sua meravigliosa storia al fidato Ludovic, ha una visione della donna che si fa il bagno nel lago, solo che quando questa si volta, ha il viso di Hèlene, di quello  che è sempre stato il suo unico e vero amore.
Tratto dall’omonimo romanzo del nostro Alessandro Baricco (che ahimè non ho avuto la fortuna di leggere), questo film che si può quasi considerare un "colossal", ha parecchi limiti che poi sono anche i suoi punti di forza. Già, perchè la pellicola è intrisa di una ridondante pomposità che contrassegna quasi ogni singolo fotogramma. A partire dall’ambientazione costituita da paesaggi meravigliosi, ma quasi finti per quanto sono perfetti. Paesaggi che sembrano delle cartoline "appiccicate" alle spalle dei nostri portagonisti. Ma non è solo questo aspetto ad essere contrassegnato da un’eccessiva "grandiosità". Abbiamo, infatti, una colonna sonora un pò troppo pressante e maestosa e una sceneggiatura a dir poco ripetitiva e a tratti patetica ed eccessivamente sentimentale. Ad esempio, il nostro protagonista fa parecchi viaggi verso il Giappone (almeno tre) e tutte le volte ci vengono mostrati gli stessi itinerari, gli stessi smielati saluti con la moglie, gli stessi incontri, gli stessi maesotosi paesaggi, le stesse sensazioni ed emozioni. Per carità la storia è alquanto originale (ma forse il merito va a Baricco), e infatti, ad interessare non è tanto l’avventura "amorosa" di Javier, ma il suo compito di trasportare bachi da seta, difficilmente trasportabili e soprattutto il suo rapporto con la civiltà giapponese, che nell’800 era ancora molto chiusa in sè stessa. Ma oltre non si va, ai personaggi non viene dato il giusto spessore e la giusta introspezione, tranne forse a quello graziosamente interpretato da Alfred Molina che ci affascina con i suoi tiri al biliardo e che alla fine riesce a realizzare il suo "sogno". Ma tutti gli altri, a partire da Harvè, sono piatti, monocorde, insomma, quasi inespressi. Sarà forse a causa di questo aspetto che la recitazione del, solitamente valente, Pitt risulta totalmente monoespressiva e quella della Knightley, che di solito non apprezzo, è quasi irrilevante.
A risollevare le sorti un pò pericolanti della pellicola, ci pensa un finale davvero intenso e inaspettato che riesce ad emozionare e commuovere (cosa che non avviene mai nel corso della pellicola) e a rendere il risultato finale, non dico soddisfacente, ma quasi.
Consigliato a chi vuole vedere sul grande schermo una storia che ha letto sulle pagine di un libro, sconsigliato a tutti gli altri.

Regia: 6
Recitazione: 6,5
Sceneggiatura: 6
Fotografia: 6
Colonna sonora: 6,5
Ambientazione: 6,5
Voto finale: 6

"I perchè non si ricordano mai"



CITAZIONE DEL GIORNO

La sua famiglia e’ cosi’ povera che in casa non c’e’ neppure un tozzo di pane. Benny e’ costretto a spalmare la marmellata sul giornale. (Woody Allen in "Rimembranze")



LOCANDINA

13 commenti su “Seta

  1. Eh, fai bene. Al massimo se proprio vuoi noleggati il dvd, io non andrei al cinema ecco…anche se poi alla fine ci sono andata 😛

  2. Anche a te non è piaciuto. Devo vedere tanti di quei film al cinema (e molti purtroppo li perderò) che questo allora lo aspetterò sul DVD. Grazie e a presto.

  3. Ma sinceramente non è che non mi sia piaciuto, sei non è poi mica male come voto. E’ che sicuramente mi aspettavo molto di più che poi è come dire che mi aspettavo di meno…non so se è chiaro il concetto…

  4. come sai, a me sto film non mi è piaciuto per niente… pitt non comunica niente, keira porella si è ritrovata a tu per tu con un non-attore. la storia poi, due palle…. bocciatissimo

  5. Quindi una sufficienza a casa se la porta! A me il libretto di Baricco era piaciuto, ma su questo film sono troppi i pareri discordanti. Considerate le numerose uscite di questo periodo, a cui do priorità, passo e lo dirotto al noleggio!

  6. Si si Iggy fai benissimo. Lessio lo so che t’ha fatto proprio schifo, ma non so a me non me pare proprio da buttare…sarà stata l’emozione di ritornare al cinema dopo tantissimo tempo, però qualcosa di buono ce l’ho visto ^^

  7. provo un sentimento di amore e odio x questo film

    a mio giudizio i primi 45 minuti sono da 4!!! ma l’ultima mezzora è da 10.

    non so esprimermi in merito.

    devo dire che il finale mi ha commosso.

    continua così-il tuo blog è davvero bello, bello, bello.

  8. Sai che ho amato tantissimo il romanzo di Baricco? proprio per questa ragione sono combattuto tra la curiosità di vederne una versione filmica e la paura che possa trattarsi di una boiata solenne… devo ancora decidere il da farsi. Un saluto, a presto 😉

  9. Bè, non so dirti che è meglio il film o il libro, però posso sicuramente suggerirti di aspettare il dvd se proprio vuoi vedere il film ^_-

  10. Il romanzo (anzi, romanzino) mi era piaciuto… Sono indecisa se andare a vedere il film, i pareri a quanto leggo non sono molto positivi!

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