The Bourne ultimatum

REGIA: Paul Greengrass

CAST: Matt Damon, David Strathairn, Julia Stiles, Joan Allen
ANNO: 2007

TRAMA:

Dopo tre anni alla ricerca della propria identità, torna Jason Bourne più arrabbiato che mai, del tutto deciso a vendicare la morte della sua ragazza Marie e a riprendersi indietro la vita che gli è stata rubata da coloro che gli tolsero anche la memoria…

 



ANALISI PERSONALE

The Bourne ultimatum è uno di quei pochi esempi di saghe che migliorano col tempo non arrivando a terzi o successivi capitoli penosi come è capitato con numerosi altri film. Il protagonista ha avuto un’evoluzione: non è più l’uomo indifeso che non ricorda nulla di nulla della sua vita e che tenta in tutti i modi di salvare la pelle e di difendersi da chi lo bracca. Ora a braccare è proprio lui: incazzatissimo sfreccia in giro per il mondo alla ricerca di chi gli ha fatto tutto ciò, di chi lo ha addestrato per diventare un killer e di chi gli ha ucciso la fidanzata. Da Torino a Londa a Madrid a Tangeri a New York, il nostro Jason rincorre e viene rincorso, incontra vecchie conoscenze che lo aiutano nell’attuazione dei suoi piani e si avvale di cellulari salvifici, di moto e auto quasi indistruttibili e di una forza abominevole nonché di una massiccia dose di furbizia e genialità forse alimentata nel corso degli ultimi due anni passati a scappare o nel corso dell’addestramento alla Treadstone dove aveva cancellato la sua vera identità per diventare per sempre Jason Bourne: killer di professione per la CIA.

A mettergli i bastoni tra le ruote è la stessa organizzazione che lo aveva assoldato, ora chiamata Blackbriar, capitanata da Noah Vosen (il sempre elegantissimo David Strathairn) che è deciso a tutti i costi ad eliminare questa grande falla del sistema, ammazzando una volta per tutte il pericolosissimo Bourne. A dargli una mano arriva Pamela Landy (Joan Allen) che aveva già precedentemente lavorato al caso. Nel corso delle sue peregrinazioni Jason fa la conoscenza di un giornalista che molto probabilmente conosce la sua vera identità dato che ha parlato con una fonte, tale Daniels che aveva partecipato al suo addestramento. In una rincorsa contro il tempo e contro il nemico, Bourne tenta in tutti i modi di mettersi in contatto col giornalista in questione, dandogli appuntamento (in un modo del tutto rocambolesco) alla Waterloo station di Londra. Qui, purtroppo, la sua fonte perde la vita per mano del nemico (che nel caso di Bourne è costituito dalla CIA e da tutti i suoi agenti, addestrati ad ammazzare, così come lo fu lui tre anni indietro).
Ma Bourne non si dà per vinto e ruba i documenti dalla valigetta del giornalista (avvalendosi del tumulto della folla in stazione), venendo a conoscenza del nome di Daniels, capostazione a Madrid. Ed è così che anche Vaser e company capiscono la direzione del loro bersaglio ed è così che ha inizio la corsa della CIA contro Bourne e di Bourne contro la CIA.
Durante questi inseguimenti pirotecnici e adrenalinici, Bourne incontra Nicky Parsons (Julia Stiles), anch’essa al soldo della CIA, che però ha deciso di uscirne fuori e di aiutare Jason (forse impietosita dalla morte della sua ragazza…) a ritrovare la sua identità.

Ma Nicky non è l’unica a redimersi e a contrapporsi alla condotta illegale della CIA, a tramare contro la sua stessa organizzazione per ridare a Bourne la sua identità e per recuperare un pizzico di onestà è la stessa Landy, che alla fine della corsa che ha portato Bourne a girare per il mondo, gli svela la sua vera identità e l’indirizzo della Treadstone, luogo nel quale tutto ha avuto inizio.
Ed è qui che termina la corsa del nostro eroe che alla fine ricorda tutto perfettamente e decide di risparmiare la vita di colui che gliela tolse (anche se poi scopriamo che David – questo è il vero nome di Jason – aveva scelto volontariamente di entrare nel programma).

L’ultimo (?) capitolo della saga di Jason Bourne non delude affatto, anzi tiene col fiato sospeso per tutta la sua durata, inducendo lo spettatore ad immedesimarsi ora nel protagonista, ora nel suo nemico a seconda che l’attenzione sia rivolta alle ragioni di uno o dell’altro. Inoltre, veniamo allettati dai soliti elementi che contrassegnano un film d’azione come si deve: inseguimenti a bordo di moto che scalano muretti, auto che trasportano testimoni importanti che scoppiano nel bel mezzo degli inseguimenti, protagonisti che saltano da un palazzo all’altro, che spaccano porte e finestre, che ingaggiano lotte a mano armata, sgozzamenti, nemici che diventano amici e amici che diventano nemici, sparatorie, folle impazzite (alla Waterloo station di Londra è stato impossibile controllare tutte le comparse e molte di queste indicano ad esempio l’attore protagonista o le telecamere), flashback che si rincorrono nella mente confusa del protagonista e via dicendo.
Il tutto reso magistralmente dal grande Greengrass che mescola suspance, tensione, boati e botti con eleganza e senza mai scadere nell’eccesso. Damon si muove abilmente in un ruolo che forse non gli si addice, riuscendo a farlo suo al 100%, assumendo la sua consueta monoespressività che in questo caso calza a pennello col personaggio da lui interpretato: privo di ricordi e quindi forse di
emozioni e sentimenti, se non quello di vendetta. Il tutto è condito da un ottima, incalzante ma mai pressante colonna sonora che accompagna Bourne nel corso delle sue peripezie e che alletta lo spettatore con il suo ritmo apprezzabile. Aggiungiamoci un parterre di attori niente male su cui spiccano (a parte il mitico Damon che con questo ruolo ha conquistato critica e pubblico) il già citato Strathairn (che smessi i panni del giornalista dedito alla deontologia professionale nel buonissimo Good night and good luck, si mette nei panni di un cattivane elegante) e Albert Finney (che seppur fuggevolemente torna nei panni del capo dell’organizzazione Albert Hirsh). Dopo aver girato il secondo capitolo della saga, Greengrass ci regala una conclusione perfetta, dove tutti i nodi vengono a galla e dove forse il nostro protagonista ha finalmente finito la sua corsa per trovare la pace.

Regia: 7,5
Sceneggiatura: 7
Recitazione: 8
Fotografia: 7
Colonna sonora: 8
Ambientazione: 7
Voto finale: 7,5


CITAZIONE DEL GIORNO

Le cose non succedono per una ragione… succedono e basta! (Alice Bowman in "Rapimento e riscatto")



LOCANDINA


11 commenti su “The Bourne ultimatum

  1. Della trilogia ho visto soltanto Supremacy e non mi è dispiaciuto. Inoltre i commenti su Ultimatum sono tutti positivi (o quasi), immagino che sia un bel film (visti anche i presupposti di quello precedente). Dovrò recuperare la trilogia. Ciao.

  2. Alè devi farti curare! 😛

    Si Luciano, è un bel filmetto, non ti aspettare chissà quale grande capolavoro eh? Ma nel suo genere di distingue eccome ^_-

  3. la regia di questo film merita se non la lode almeno il dieci. Diventerà un caposaldo del genere e rappresenta l’ennesimoa tassello di una rivoluzione del cinema trainata dal’action, che sta interessando tutta l’arte mainstream. Vero esempio di capolavoro, ovvero un film che segna e anticipa allo stesso tempo un nuovo linguaggio. Non amo dare i voti, ma il 7,5 gli sta più che stretto a questo Ultimatum.

  4. Bè, sarà che non sono proprio un’appassionata dell’action ma se 7.5 gli sta stretto il 10 mi pare un pò troppo largo ^^

    Comunque è vero, concordo sulla rivoluzionalità della pellicola ^_-

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