The others

REGIA: Alejandro Amenabar

CAST: Nicole Kidman
ANNO: 2001

TRAMA:

Inghilterra, 1945. Una donna, apparentemente rimasta vedova, deve occuparsi dei suoi due bambini affetti da una particolare malattia che gli impedisce di avere qualsiasi contatto con la luce solare. La donna si ritrova sola nel suo castello a dover programmare ogni evento in modo tale da far rimanere i propri figli nell’ombra. A popolare la sua casa arriveranno tre domestici che ci avevano lavorato tre anni prima, ma molto presto delle strane presenze arriveranno ad inquietare e a rovinare l’equilibrio difficilmente raggiunto.

 



ANALISI PERSONALE

Chi sono in realtà questi “altri” che danno il titolo alla pellicola? Davvero il pericolo proviene sempre dall’esterno? Siamo sicuri che siano gli altri il vero problema? Abbiamo mai provato ad interrogare la nostra realtà o a renderci conto di quanto molto spesso è dall’interno che provengono le insidie? Questi, alcuni degli interrogativi che il regista, con questa sua terza pellicola, si pone e ci pone. Nonostante il finale paia porci una soluzione al riguardo, se si presta la dovuta attenzione a tutti i minimi particolari (e sono davvero tanti) del film, si riesce a comprendere che in realtà una soluzione definitiva e totalizzante non c’è affatto. "Nessuna porta deve essere aperta prima che l’ultima sia stata chiusa", continua a ripetere la particolarissima protagonista di questo film, una Nicole Kidman davvero strepitosa, che richiama alla memoria le eroine hitchoockiane  (in primis la stupenda Grace Kelly, grazie anche a costumi ed acconciature davvero ben ricostruiti) e che incarna alla perfezione tutta l’ambiguità del personaggio ossessionato dalla religione, maniacalmente fissata con l’educazione dei figli, rigida e severa ma al contempo sicuramente apprensiva e protettiva, rischiarata quasi sempre dall’alone della fiammella di una candela e il più delle volte quasi completamente immersa nel buio per amore dei propri figli. Una donna a tratti ombrosa, a tratti turbante, ma anche molto sofferente. Cosa sta a significare quest’ordine dato alla servitù, oltre al fatto che i bambini non possono essere esposti alla luce a causa di una malattia che li affligge? E’ davvero possibile rinchiudere il male in una stanza? Ma soprattutto esiste una linea di demarcazione tra il bene e il male? Delle porte che distinguono le due entità? Questo film ci insegna che molto probabilmente la realtà che viviamo non è l’unica possibile ed immaginabile, che il bene e il male o qualunque altra forza che conosciamo, o che non conosciamo, possono convivere nello stesso mondo. Una dicotomia resa ancora più forte dalla metafora del buio e della luce. In questo caso i bambini, e di rimando anche la mamma, non sono terrorizzati dall’oscurità, ma proprio dall’essere esposti alla luce. Questo capovolgimento di un luogo comune molto frequente, e non solo al cinema, non sarà l’unico. Il regista gioca proprio con l’ambiguità e con i topoi dei film dell’orrore, riuscendo a creare tensione, susapance e a tratti vero e proprio terrore senza ricorrere a facili espedienti orrorifici. L’inquietudine si impossessa dello spettatore minuto dopominuto, anche grazie alla messa in scena davvero ben congeniata che si serve anche di un’ambientazione molto sofisticata ed evocativa, una colonna sonora che trasmette il brivido del pericolo e dell’ignoto, e dei protagonisti raffigurati nel migliore dei modi. Tralasciando la già citata Nicole Kidman e i suoi piccoli bambini, non si possono non apprezzare le figure dei tre domestici, prima su tutti la governante dagli occhi di ghiaccio, che riesce a congelare anche lo spettatore più duro. Dei personaggi davvero sinistri che si comportano apparentemente in maniera poco limpida, ma che alla fine ci restituiranno il valore della verità e tutta la sua forza prorompente. Nonostante il finale a sorpresa che lascia a bocca aperta sia già stato sperimentato da Shyamalan, ma non solo, in questo caso non si riesce a non rimanere estremamente sorpresi e colpiti dalla shockante rivelazione che giunge a conclusione della pellicola, ma che comincia ad insinuarsi nei nostri sospetti grazie ad alcuni indizi disseminati qua e là e a riferimenti dei bambini ad un evento passato di cui non ricordano o non vogliono ricordare gli effetti. The others è un film di atmosfere, di zone d’ombra, di sussulti e di sospiri. Di piccoli rumori e di grandi patemi d’animo che colgono soprattutto la donna ormai rimasta sola a prendersi cura dei suoi bambini, dopo che il marito è morto apparentemente in guerra, salvo poi ripresentarsi per dirle una volta per tutte addio. Particolarmente efficace la fotografia incentrata sui colori ocra creati dal riverbero delle candele utilizzate per illuminare il castello completamente immerso nel buio grazie alle numerose tende scure che si affacciano su ogni finestra e circondato da una nebbia perxenne che non fa altro che accrescere il livello di angoscia ed inquietudine che aleggia nell’aria. Anche se in ritardo, la consapevolezza e la verità verranno a galla distruggendo il castello delle certxezze e delle credenze, soprattutto quelle religiose, che Grace si era costruita lentamente negli anni, impartendolo anche ai propri figli. L’unica cosa da fare, sarà quindi tentare di costruirne uno nuovo, dal quale non uscire mai più.

VOTO: 8,5/9

 



CITAZIONE DEL GIORNO

"Secondo te io sono un mostro?". "Ma se sei la mia migliore amica…". "Rispondi alla domanda!". "Sì, sei un mostro". (da "The anniversary party" di J. Jason Leigh/A. Cumming)


LOCANDINA

31 commenti su “The others

  1. Uno dei ricordi cinematografici più belli è legato alla visione in sala di questo film: in una celebre scena spaventosa la sala intera fece letteralmente un salto e poi scoppiammo tutti in una fragorosa risata. In quel momento mi sono sentito una cosa sola con la platea, fantastico!!! Emozioni che solo la visione al cinema può dare 😉

    Il film all’epoca mi piacque, ma è passato del tempo e dovrei rivederlo, chissà che uno di questi giorni non lo faccia. Comunque fortemente debitore (con le dovute distanze) del Capolavoro Assoluto “Suspense” di Jack Clayton, ovvero il miglior film di fantasmi della storia del cinema.

    Davide DG

  2. Grandissimo film!!!

    Incanta e spaventa (e neanche poco).

    Ricordo di aver fatto un imbarazzante “salto” nella poltroncina al cinema ^__*

  3. Film splendido. Amenabar è uno dei migliori registi europei viventi. Non vedo l’ora che esca il suo nuovo film da poco in lavorazione.

    Chimy

  4. mah… vado in controtendenza:

    non è il mio genere, lo vidi a venezia durante il festival e sinceramente non mi fece impazzire

  5. Ottimo film The Others. Teso al punto giusto, fotografato benissimo, claustrofobico come pochi, con una grande attrice nel periodo migliore della sua carriera. Peccato che poi Amenabar mi abbia parecchio deluso con il sopravvalutato Mare Dentro. Cmq The Others resta assolutamente un film d’alta scuola!

  6. Vedo che è quasi unanimità! Non pensavo davvero. Ero sicura che non fosse proprio un film per tutti. Però vabè, meglio così! Purtroppo io non l’ho visto in sala però 🙁

  7. Per me è il miglior film horror da molti anni a questa parte, e considerando gli horror attuali credo che manterrà il primato ancora a lungo. Un capolavoro del genere (e non solo)!

    Amenabar riesce a dirigere un film che spaventa veramente senza ricorrere a facili trucchi. E Nicole è assolutamente perfetta.

    Ciao,

    Lore

  8. Un grande film anche di grande effetto visivo e narrativo. Ma anche un film pieno di spunti di riflessione e analisi, e pertanto complesso e, secondo me, di difficile lettura. Pertanto mi complimento per un’analisi efficace e chiarissima.

  9. L’ho visto svariati anni fa…

    Non credo che lo si possa definire un vero horror: ricordo che per buona parte del film accade poco o nulla. Al massimo, un thriller psicologico.

    Davvero troppo simile concettualmente a IL SESTO SENSO di Shyamalan (che è di ben due anni prima – 1999).

    Assai ben girato, è sostanzialmente un esercizio di stile. Credo che il tuo voto sia decisamente troppo alto…

    Allora Kubrick quanto meriterebbe? 20?

    Bye ^^

  10. Che c’entra Kubrick quanto meriterebbe? Allora siccome Kubrick merita sempre 9-10, nessun altro deve meritarlo? Sono confronti che lasciano un pò il tempo che trovano secondo me. Comunque a me è sembrato a tratti un thriller-psicologico a tratti un horror ben girato e calibrato.

  11. Questo film lo adoro. La Kidman è meravigliosa, e Amenabar uno dei pochi, veri talenti in circolazione. Il finale poi riesce a farci capire che…non abbiamo capito proprio niente. Ha la stessa intensità e l’ambiguità magistrale di certi romanzi di Henry James, come “Giro di vite”. Che si possa ancora costruire un film così coinvolgente giocando sugli stereotipi (i fantasmi, il contrasto luce/ombra) è consolante.

    Io gli avrei dato 10, Alessandra: quando ce vo’, ce vo’…:-)

    Ciao.

  12. Bellissimo, l’ho sempre adorato. Amenabar è molto bravo, soprattutto per la giovane età. E quella della Kidman è una delle sue prove migliori, mi piace confrontarla con quella in Moulin Rouge dello stesso anno. 2 personaggi opposti ma la mia amata Kidman riesce a renderli entrambi alla perfezione!

  13. non è un capolavoro, ma ci si avvicina molto.

    adesso magari sto per dire la cavolata del giorno, ma quando penso a questo film mi viene in mente anche “rosemary’s baby”; in comune hanno il fatto che non si vede praticamente niente che faccia spavento, ma nonostante ciò li trovo due dei migliori “horror psicologici” mai realizzati.

  14. Sono d’accordissimo con tutto quello che dici. Un filmone che è riuscito a spaventarmi e sorprendermi. E’ un horror? Un noir? Un thriller? Un film fantastico o una storia tremndamente drammatica? Sfugge ai generi al di là dell’apparenza, per questo mi piace.

    mario

  15. Avevi ragione ale.. L’ho rivisto proprio stasera, anzi stanotte… E mi sa che non l’avevo neppure visto tutto perchè il twist finale non l’avevo assolutamente indovinato (magari i fan del genere l’avranno trovato invece più facile da indovinare)… Cmq un paio di salti sulla poltrona, dialoghi e recitazione davvero molto buoni.. Condivido quasi il voto, ed è strano vista la mia repulsione per il genere… Una bella eccezione

  16. Contentissima che tu abbia potuto rivalutarlo, molte volte capita anche a me (un esempio recente è Batman begins per dirne uno) di rivalutare, sia positivamente che negativamente, una pellicola che a prima visione mi aveva dato tutt’altre impressioni.

  17. No, ma da quel che mi ricordo mi era anche piaciuto, ma l’avevo visto di sfuggita perchè non lo ricordavo affatto, se non la parte iniziale.. Quindi è come se l’avessi visto per la prima volta..

  18. Sembrerebbe un semplice horror gotico con tutte le carte in regola (porte che scricchiolano, nebbia imperante, villa solitaria, rumori inspiegabili…) ma è molto di più.

    Uno dei lavori più inquietanti e interessanti delle ultime stagioni, con una Nicole Kidman al vertice del suo talento e che ricorda la Deborah Kerr di “Suspense” (pazzesco che Venezia non l’abbia premiata come migliore attrice, preferendole la piatta Sandra Ceccarelli di “Luce dei miei occhi”).

    Un colpo di scena finale veramente inaspettato e sorprendente conclude una vicenda che tiene per due ore col fiato sospeso e che spiega compiutamente tutto quello finora visto (accade raramente che in un film ogni tessera trovi la sua giusta collocazione).

    Grande regia di Alejandro Amenábar…

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