La prima cosa bella




REGIA: Paolo Virzì

CAST: Stefania Sandrelli, Micaela Ramazzotti, Valerio Mastrandrea, Claudia Pandolfi, Marco Messeri, Dario Ballantini, Paolo Ruffini, Isabelle Adriani, Aurora Frasca, Giacomo Bibbiani, Giulia Burgalassi, Francesco Rapalino, Isabella Cecchi, Sergio Albelli, Fabrizia Sacchi, Roberto Rondelli

ANNO: 2010

 

Bruno, da anni trasferitosi a Milano, è costretto a tornare Livorno in seguito alla malattia della madre che la sta conducendo alla morte. Il ritorno sarà per lui motivo di tristi e dolorosi ricordi di un’infanzia vissuta all’ombra di una madre ingombrante e imbarazzante. Ma sarà anche l’occasione per riallacciare i rapporti con l’amata sorella e con la città dalla quale era scappato.

 

Una trama che apparentemente può sembrare banale quella di “La prima cosa bella”, commedia agrodolce di Virzì che ci fa tornare ad essere fieri di questo genere in Italia. Una trama che, invece, pur rifacendosi alla solita riunione familiare in seguito all’imminente morte di uno dei componenti, riesce nell’intento principale che si pone dichiaratamente: far emozionare lo spettatore e coinvolgerlo nella doppia narrazione, presente e passata, di questa grande storia d’amore tra madre e figlio, tra fratello e sorella, tra marito e moglie e via dicendo. Il principale motivo di apprezzamento del film risiede nel fatto che riesce a raggiungere questi due obiettivi senza mai indugiare in insopportabili patetismi e “stomachevoli” risvolti eccessivamente melodrammatici, caricando anzi la narrazione degli eventi di impronta triste, nostalgica e drammatica, con irresistibili venature ironiche, spassose e divertenti. Grande merito della pellicola, inoltre, è quello di dipingere un personaggio femminile di una forza e di una prorompenza uniche, grazie soprattutto alle straordinarie interpretazioni delle due attrici che ne interpretano il “prima” e il “dopo”. Una perfettamente svampita Micaela Ramazzotti si confronta umilmente e vittoriosamente con una delicatissima e intensissima, ma al tempo stesso leggera ed eterea Stefania Sandrelli. Entrambe riescono a mantenere inalterate le caratteristiche salienti della protagonista assoluta di “La prima cosa bella”, ossia l’estrema vitalità, la disaramente e tenera ingenuità, il candore insito nella sua estrema spontaneità, la totale mancanza di malizia che la porta ad essere preda inconsapevole della malizia altrui. Ecco che allora essere figli di un personaggio così “scomodo”, soprattutto se inserito nella realtà bigotta e conservatrice di una città come Livorno negli anni ’70 (realtà che ancora purtroppo resiste nelle provincie, ma non solo), quella in cui Bruno e Valeria, i due amatissimi figli di Anna, sono cresciuti, risulta essere oltremodo difficoltoso (riuscitissime in questo senso tutte le scene in cui Bruno si ritrova a “vergognarsi” per sua madre, come quando ad una festa le cuoche e il personale di servizio che cenano in cucina dove sono stati “parcheggiati” i bambini, la descrivono senza mezzi termini come una poco di buono; o come quando, ormai adolscente, è costretto ad ascoltare i commenti sconvenienti e crudeli dei suoi compagni di scuola). Ma se Valeria, ancora troppo piccola per capire e per soffrire delle malignità e dei pettegolezzi, non ne risentirà eccessivamente, quello che ne rimarrà più scottato sarà Bruno (interpretato da un sempre più perfetto Valerio Mastrandrea che con le espressioni del suo volto sa rendere alla perfezione l’imbarazzo e l’infelicità del personaggio che interpreta), che crescerà nell’incapacità di esprimere totalmente sé stesso, per paura di incappare nelle stesse difficoltà di sua madre e cioè nella totale incomprensione altrui. Un vero e proprio rapporto di odio-amore lega il bambino, poi adolescente e poi uomo inespresso Bruno a sua madre Anna, ancora vitalissima, genuina, allegra e spensierata nonostante la brutale malattia che sta per toglierle per sempre quell’innata e impareggiabile voglia di vivere. Il film, scorrendo abilmente tra i ricordi dolci e amari dell’infanzia di Bruno negli anni ‘70 (quando accadeva qualcosa di sgradevole come le sfuriate del marito, o i continui “maltrattamenti” da parte di uomini che si aspettavano da lei qualcosa in cambio per i favori che le facevano, Anna nascondeva la sua angoscia per non essere riuscita a trovare “un posto nel mondo”, trasmettendo ai suoi bambini solo grandi gesti d’affetto e spensieratezza sulle note delle famose canzoni dell’epoca, da cui il titolo della pellicola); si incastona alla perfezione, evitando luoghi comuni o utilizzandoli a suo vantaggio in maniera fresca e intelligente,  tra dramma e commedia.

“La prima cosa bella”, dunque, ci fa ben sperare sullo stato di salute del nostro cinema con la speranza che quest’anno e in quelli a venire, le “cose belle”, genuine, semplici e toccanti come questa, e di rimando come Anna che è l’emblema stesso del film, diventino una costante realtà del nostro cinema.

 

VOTO:

 


24 commenti su “La prima cosa bella

  1. A proposito della commistione tra ironia e dramma (che è anche il motivo per cui, come scrivi, si evita qualsiasi patetismo "stomachevole"), che mi sembra un geniale rilancio della nostra commedia all’italiana, c’è una scena a tal proposito che trovo geniale: quando il personaggio di Paolo Ruffini nel finale si incarta e presenta la sua fidanzat come sua sorella e fa non ci capisco più niente! ahah. momento esilarante in un contesto del tutto opposto. geniale. La vita è così.

  2. Quella battuta in effetti oltre ad essere molto divertente anche perchè appunto inserita in quel contesto drammatico. Ruffini mi è stato sempre simpaticissimo tra l’altro.

  3. Veramente ben fatto!film e recensione! La Ramazzotti mi stupisce ogni volta (nonostante interpreti con qualche sfumatura sempre lo stesso personaggio), Mastandrea (idem di Ramazzotti), la Sandrelli è ottima e come dici risate e storia sofferta si intrecciano alla perfezione…davvero molto bello!
    Deneil

  4. Si, Mastrandrea e la Ramazzotti in effetti è vero che tutto sommato interpretano sempre dei personaggi che hanno delle caratteristiche comuni. Tant’è che potremmo definirli caratteristi secondo me. Però sono degli ottimi caratteristi.

  5. Cioè caratteristi nel senso che uno fa sempre un pò lo "sfigato" e l’altra fa sempre un pò "la svampita". Ci tengo a precisarlo, perchè poi caratterista in effetti significa tutt’altro volendo…

  6. bello! di solito i film italiani non colpiscono la mia fantasia se non in senso negativo, e devo ammettere di essere andtaa  vederlo solo per Mastrandea che apprezzo tantissimo e perchè si parla in livornese XD però devo ammettere che sono rimasta davvero piacevolmente colpita!! una storia di vita, bella e semplice, ma allo stesso tempo complessa e di una bellezza molto raffinata.

    *Asgaroth

  7. finalmente un film italiano in cui non c’è nessuno che urla per attirare l’attenzione o per dare alle scene un’enfasi latitante!
    mastandrea è eccezionale: dopo non pensarci, e lo splendido sindacalista arruffone di tutta la vita davanti (degno di walter chiari), mi sembra l’attore italiano più maturo, capace di recitare senza andare mai sopra le righe.
    se virzì impara a non essere arrabbiato (come gli è capitato qui, e gli effetti si vedono), potrebbe diventare davvero uno dei migliori nomi della nostra cinematografia.

  8. bruno, anche a me Mastrandrea piace sempre di più

    asgaroth, felice che l’abbia gradito.

    gbanks, "finalmente un film italiano in cui non c’è nessuno che urla per attirare l’attenzione o per dare alle scene un’enfasi latitante!", mi sento di citare soprattutto questa tua parte del commento sulla quale concordo alla grande. 

  9. Che dire? Un film che scongelerebbe anche un iceberg, tanto è struggente, nei toni e nella sceneggiatura, l’illustrazione di questo rapporto difficile tra madre e figlio. Bravissime le attrici, soprattutto, in un cast perfetto anche nei ruoli di contorno.
    Virzì ormai è un maestro della nostra commedia, senza dubbio.
    Ciao.

  10. Di Virzì non ho visto moltissimo, però a giudicare da questa sua ultima fatica, ammesso che si mantenga su questa "lunghezza d’onda", c’è da sperare nel fatto che la vera commedia all’italiana con lui avrà sempre un ottimo esponente.

  11. sinceramente la ramazzotti è stata imbarazzante nel bruttissimo film "tutta la vita davanti",una pellicola che spreca malamente e fastidiosamente il tema del lavoro precario.
    Mastrandrea mi piace,è un  ottimo caratterista.Spontaneo,ma non spontaneista.

    Virzì?Ho sentimenti di ambivalenza nei suoi confronti.Ha fatto film che non mi son dispiaciuti:baci e abbracci,ferie d'agosto,ma anche pellicole assolutamente brutte -a mio avviso-come alice va in città o appunto Tutta la vita davanti
    Sai quale è il suo difetto maggiore?Il democretinismo fighetto pseudo alternativo.Mentre ha il merito di descrivere personaggi "normali" o comuni.

  12. Di Virzì non ho visto moltissimo, quindi non potrei giudicare nel complesso. Riferendomi solo a questo "La prima cosa bella" secondo me ha fatto un gran bel lavoro e così anche il cast.

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