Saw VI




REGIA: Kevin Greutert

CAST: Tobin Bell, Costas Mandylor, Betsy Russell, Mark Rolston, Athena Karkanis, Shawnee Smith, Peter Outerbridge

ANNO: 2010

 

Ancora una volta, nonostante sia morto, Jigsaw, torna a colpire per mano dei suoi “eredi”, il tenente Hoffman e la moglie Jill. Stavolta vittime delle punizioni esemplari dell’enigmista sono i componenti di una compagnia di assicurazioni che fanno in modo di trovare delle scappatoie per non elargire denaro ai malati, facendo ricorso a cavilli legali.

 

Siamo arrivati ormai al sesto capitolo di questa saga che se all’inizio aveva ancora qualcosa da dire e da mostrare, adesso ormai si è ridotta ad essere un interminabile circo del gore, senza nessuna idea buona di fondo, e soprattutto senza un’impalcatura solida che si regga su elementi di base apprezzabili. Al di là delle mattanze e dei vari marchingegni, sempre più machiavellici, per punire i vari personaggi finiti sotto le grinfie di Jigsaw e dei suoi eredi, elementi che possono soddisfare i fanatici e “malati” del genere, in “Saw VI” non c’è niente che valga la pena di essere visto. Anzi, tutto ciò che si sussegue sullo schermo ha la forza di irritare potentemente lo spettatore costretto a sorbirsi una serie di flashback sfiancanti e stancanti, che rimandano quasi alla tradizione da soap-opera di far rivivere gli stessi momenti in continuazione con ricordi inutili e non solo. Tralasciando la piattezza della regia e l’insufficienza recitativa della maggior parte del cast, quello che più disturba, in maniera negativa e non positivamente per quanto riguarda le scene più horror e sanguinolente, è il volerci ficcare a tutti i costi la figura dell’enigmista, ormai morto, con una serie di rimandi improbabili e fastidiosi al passato e soprattutto con delle involontariamente ridicole apparizioni alla moglie affranta. Senza considerare il fatto che ormai la sete punitiva dell’enigmista si fa sempre più retorica e scontata, andando a colpire stavolta, niente poco di meno che degli assicuratori un po’ “bastardi”. I prossimi, magari, saranno dei banchieri corrotti o qualsiasi altro “cattivo” da fumetto che possa venirvi in mente. Ad aggiungersi a tutto ciò, altro elemento che ci rimanda allo stile da soap-opera che ormai la saga sta intraprendendo, è il ritorno di personaggi che si credevano morti per creare dei colpi di scena che invece di sortire l’effetto voluto, cioè sorprendere lo spettatore, hanno come unico risultato quello di irritarlo maggiormente per la facilità con cui si cerca di prenderlo in giro con questi espedienti narrativi, cercando poi di accontentarlo con il susseguirsi senza sosta di scene ad alto impatto gore. Prima su tutte la sequenza iniziale, con un’improbabile e grottesca citazione shakespeariana, in cui due personaggi, un uomo e una donna, rinchiusi in due gabbie, sono costretti a tagliarsi parti del proprio corpo e a pesarle, in modo tale che chi raggiunge il peso maggiore potrà salvarsi. Il ragazzo un po’ cicciottello si taglia pezzi di pancia, la ragazza opta per un braccio. Scene difficili da sopportare per i deboli di stomaco, ma apprezzabili per chi non si aspetta altro da questo genere di pellicole. Proseguendo possiamo trastullarci con altri trucidamenti del genere che vanno a colpire i vari impiegati dell’azienda assicuratrice e altre povere vittime che servono a completare il percorso “formativo” che Jigsaw ed eredi hanno imbastito per il presidente dell’azienda in modo tale che apprenda l’insegnamento e soprattutto il valore della vita, quello che lui ha disonorato nel suo lavoro e nel suo stile di vita. Insomma, quasi quasi ci viene da parteggiare per questo malefico e moralistico assassino pervertito che imbastisce queste trappole micidiali solo per far capire agli altri i loro errori e fargli intraprendere un percorso di redenzione. Mentre di contro, siamo quasi portati a tifare per le morti di queste “cattive” vittime che mentono, sfruttano e, indirettamente con le loro scelte, uccidono. Poteva essere un elemento di apprezzamento, e all’inizio lo era, questo confondere il senso di giustizia tra vittime e carnefici, ma col tempo il tutto è diventato fin troppo stereotipato e manicheistico. E, per quelli che quando comincia una saga orroristica non riescono a smettere di seguirla nonostante la sempre più scadente qualità degli episodi, la “prigionia” non è affatto finita come dimostra il solito finale aperto che ci lascia col desiderio di parafrasare al contrario il motto di Jigsaw: “che il gioco abbia fine…”.

 

VOTO:



Pubblicato su www.livecity.it

12 commenti su “Saw VI

  1. Stereotipi…serialità….
    Pellicole costruite "per il pubblico" e  non per "fare cinema"….
    Rifuggo tutto questo….
    ….e nonostante, ammetto, ci si possano trovare "elementi di interesse",
    non ho tempo da dedicare alle "seconde scelte"…
    Devo ottimizzare e restringere il campo…..

    ….Comunque, da "Slowfilm" a QUI, dove mi sono imbattuto e "giro
    sperduto" da buoni venti minuti, volevo piu' che altro semplicemente
    salutare e "rendere grazie", come si conviene con tutti coloro
    che "mettono in rete" le loro idee, opinioni, "occasioni"….

    ……la "gita" è stata veloce ma tutto sommato "soddisfacente"….
    Tornerò….ti "tengo d'occhio", da ora….

    Poi, con l'amico "JackNicholson in Torrence by Kubrick" in "copertina",
    mi sembra che "le credenziali" siano state quantomeno "declinate"
    dalla parte giusta….

    Bye…………FRANCO

  2. Grazie Franco per il passaggio e per il commento. Comunque, fai bene a rifuggere tutto questo, tu che sei ancora salvo ^^

  3. Credo sinceramente che non si potrebbe essere più d'accordo di così ^__^

    Visto il modo in cui è andato lentamente impoverendosi dal punto di vista produttivo, se non fosse per vedere in quale originale modo verranno torturate le vittime di Jigsaw, non ci sarebbe nessun motivo per sorbirselo ogni anno puntualmente ^__*

  4. Ely e Weltall, io come voi immagino, ormai lo vedo solo per inerzia e perchè quando comincio una cosa devo necessariamente finirla, anche se mi fa schifo, ahah.


  5. Fino al terzo ho retto, poi ho dato forfait: come distruggere un primo film che aveva i suoi numerosi lati positivi e il suo senso di angosciosa claustrofobia, riproponendo , con risultati via via peggiori, la solita gratuita cantilena ( e mi son fermato al terzo, imaggino cosa possano essere gli altri…)

    Missile

  6. tutto sommato i primi due non erano male, dal terzo in poi davvero dei film insulsi, un'inutile sequenza di morti ammazzati…le trame poi sono davvero delle cose ridicole…

  7. La cosa divertente è che, per quanto riguarda la serie di SAW, ho visto sempre la critica dividersi in due: quelli che gridano al capolavoro, e quelli che cassano senza appello. Anche su quest'ultimo film, c'è stato chi ha elogiato una deliziosa satira contro le cause farmaceutiche e le assicurazioni mediche americane, e chi ha stroncato il solito "torture porn" senza storia né inventiva. Personalmente non ne ho visto nessuno, ma dovrò cominciare giusto per vedere che razza di film sono ^^

  8. secondo me va giudicato all'interno della saga: nella più ampia economia del torture porn seriale ha il suo perchè. ed ora lapidatemi 🙂

  9. Verdoux, ma tralasciando le trame oscene, anche tutto il resto non scherza eh?

    Giacomo, per me il primo è un buon horror, il secondo è ancora sopportabile, dal terzo in poi parte lo scempio totale…

    Lost, ma va va…

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